Le cordate fantasma

ATTENZIONE: TRATTASI DI ARTICOLO "COMPLOTTISTA". PUO' PROVOCARE SVENIMENTI, NAUSEA E MAL DI TESTA. ASTENERSI POLITICALLY CORRECT.

In attesa della decisione del sindaco, ripensavo a quanto successo in questi giorni.
Alla fine, mi sono accorto che stiamo rischiando di ricadere nel trappolone ordito solo pochi giorni fa.

Tenete in memoria un'analogia: fondo svizzero - cordata Giovanni Galli.
Intanto, facciamo un salto indietro di pochi giorni, ad inizio mese. 
A quanto oggi è dato sapere, la vecchia Robur è stata vicinissima ad essere di proprietà dell'ingegner Raffaele Tartaglia. Poi, d'un tratto, quando l'affare sembrava in dirittura d'arrivo, ecco arrivare il fantomatico fondo svizzero, ecco cadere nell'oblio Tartaglia, ecco la farsa finale, condita anche dalla presenza mediatica di personaggi poco presentabili.
Ad oggi, ancora non è stata condotta un'attenta analisi di ciò che è successo (anche se dubito che questa città lo farà mai); soprattutto, non sono state intese ancora le dinamiche ed i flussi di comportamento. 
Che possono essere stati anche i seguenti: arriva mister x (in questo caso, Tartaglia) da fuori, probabilmente sgrovigliato e, quindi, tendenzialmente pericoloso. E mister x, pertanto, deve essere "ucciso", marginalizzato, evaporato. Per lasciare posto ad un "invento" di sana pianta del sistema, per fare in modo che tutto quanto ancora in possesso di certa cerchia di persone non andasse disperso. A costo, come è poi successo, di sancire la fine di una storia centenaria e di passare sopra alle passioni di una tifoseria.
E se davvero la Robur 1904 non si fosse iscritta soprattutto per tale motivo?
Veniamo ai giorni nostri - si sta parlando di nemmeno un mese dopo ai fatti succitati.
Immediatamente dopo la mancata iscrizione, subito appare una cordata di imprenditori locali, che pare ben considerata da Valentini.
Ma all'orizzonte spunta un nuovo mister x, stavolta nei panni di Antonio Ponte. Che, probabilmente, scompagina ancora una volta i piani prestabiliti.
Gran parte dei tifosi si schiera dalla parte dell'imprenditore di nazionalità svizzera, considerandolo persona meno legata all'ambiente senese, nel bene e nel male che tale accezione possa includere.
Al di là di tutta una serie di manfrine di carattere tecnico (richiesta di iper-documentazione), a questo punto si pone un quesito: come fare a eclissarlo, a costringerlo a cedere, a farlo recedere dalla volontà di acquisto del Siena?
Ecco quindi spuntare, con una serie di sussurri e di chiacchiere nascoste messo in giro ad arte, l'ipotesi di una super cordata di imprenditori interessati al nuovo Siena, capitanata da Giovanni Galli e finanziata dai tipi di Acqua & Sapone. Nomi altisonanti, che, per alcuni giorni, coprono quello di Ponte, probabilmente meno facoltoso e meno intrigante per la massa.
Ma, quando si arriva al dunque, si scopre che Giovanni Galli... se ne sta tranquillo al mare! E che del Siena, obiettivamente, non gliene importa niente.
Fortuna ha voluto, probabilmente, che Ponte abbia "tenuto il colpo", che abbia resistito alla tentazione (scusatemi il francesismo) di mandare tutti affanculo. Altrimenti, avremmo avuto ancora una volta minori possibilità di confronto e di competizione.
Non so bene cosa sia successo, ma, d'impatto, noto una inquietante analogia fra i due momenti temporali, così vicini fra di loro.
A questo punto resta da capire solo un aspetto: o sono troppo avanti e riesco a decriptare (insieme ad altri) tutti gli inganni del sistema, oppure son troppo complottista e visionario...
Chissà.