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venerdì 28 marzo 2014

Back to the future

Non stavo vivendo un buon momento, il lavoro mi dava poche soddisfazioni, ero sfruttato e venivo minacciato di licenziamento senza soluzione di continuità.
Ero costretto a vivere a casa dei genitori perché gli affitti erano alle stelle e di comprare una casa manco era il caso di parlarne. La mia ragazza mi aveva lasciato, fuggita con un tifoso della Viola. 
Non ne imbroccavo una, respiravo negatività, emettevo negatività, odoravo leggermente di cavolo. 


Persino la mia Simca 1000 verde ramarro, compagna di anni di scorribande, era sul punto di abbandonarmi. Tutto era avvolto di un tetro grigiore. I ricordi delle serate passate al cinema con gli amici, o a giocare a calciotto, erano appunto, solo melanconici ricordi, i cinema spariti, trasformati in supermercati o lottizzati in appartamenti da 10.000 euro a mq, gli amici non c’erano più: chi si era sposato, chi aveva trovato lavoro all'estero, chi si era fisicamente fuso con la playstation, chi era andato a girare la riedizione dell’impero dei sensi in Thailandia, seppur sprovvisto di telecamera. 
Mentre ero lì abbandonato sul divano di casa, sul quale era ormai impresso il calco del mio culo, mi squillò il cellulare. Sul display apparve il nome... DOC... “Che vorrà a quest’ora?”, pensai, “Si sarà nuovamente preso con qualche tifoso di calcio su facebook”. 
Risposi alla chiamata e sentiì il suo tono concitato: “Marty, prendi la telecamera e raggiungimi subito al parcheggio dietro la statua di Santa Caterina, ma fai veloce”.
“Ma a quest’ora di notte, ma cosa nafanterà?". Repressi un’imprecazione, infilai di corsa jeans e maglietta, mi avvolsi l’immancabile sciarpa della Robur al collo, presi la telecamera, inforcai il mio SI modello tuttorosso del 1986 e con delle pieghe quasi a toccare le orecchie in terra, raggiunsi in pochi minuti il parcheggio di S. Caterina. 
Sopraggiungendo, vidi il tipico caschetto biondo del mio amico, quel caschetto che avevo imparato a conoscere dapprima sulle copertine dei suoi libri, poi seguendolo nelle sue conferenze attorno al mondo. Era inconfondibile, un incrocio tra un Terence Hill attortellato e il mago Galbusera con i capelli stesi, il mio amico aveva il dono di emanare sul prossimo un’empatia pari a Pasquale Laricchia del GF3. Attirava antipatie come un magnete attira la limatura di ferro. 
Stava armeggiando attorno alla sua Citroen Cx Pallas. Appena mi vide, concitato disse: “Dobbiamo fare in fretta, prendi la telecamera, devo mostrarti una cosa, vieni, ti mostro come funziona. Primo innesti i circuiti del tempo, questo ti dice dove stai andando, questo ti dice dove sei e questo ti dice dov’eri. Registri il tempo di destinazione su questa tastiera. Diciamo che vuoi vedere la visita di Papa Wojtyla a Siena, digiti su questa tastiera... 14 settembre 1980. Oppure vuoi vedere l’Arbia che si tinse di rosso, 4 settembre 1260. Ecco una data importante nella storia della scienza, 20 febbraio 2005, sì, certo, 20 febbraio 2005”.
“Non capisco, ma che successe?”, chiesi disorientato.
“Fu il giorno in cui ho inventato il viaggio nel tempo, me lo ricordo benissimo, stavo accovacciato sul water, sfatto come un budino al sole estivo, dopo una serata con alcuni amici americani in cui ci eravamo scolati mezza cantina di Dievole. Sono stato posseduto da un sussulto di diarrea deflagrante, sono scivolato ed ho battuto la testa nel lavandino. Quando ho ripreso i sensi ho avuto una rivelazione, una visione, un’immagine scolpita nella mente, un'immagine di questo. Questo rende possibile viaggiare nel tempo, il flusso canalizzatore, mi ci sono voluti più di sette anni ed ho investito tutto quello che avevo”.
In quel momento, fummo interrotti dal sopraggiungere di urla e schiamazzi. A bordo di un pulmino Volkswagen stava sopraggiungendo un incontenibile Max Cicci che urlava: “Oh biondino, telec erchi, ma donna sca lina, se ti si prende ti si fa stiant are com e unav eccia al sole, hai rotto il c azzo con i tuoi commenti“.
“Scappa Marty scappa”, urlò DOC da fuori l’autovettura. Partii facendo sgommare la CX Pallas ed arrivai quasi alla fontanina davanti al Bar, ma poi, preso dal rimorso, girai la macchina e tornai in soccorso del mio onnisciente amico. Feci appena in tempo a vedere DOC cedere sotto i colpi del commando, quando, nella fretta di aiutarlo, raggiunsi gli ottanta all’ora e un crepitio di faippole mi avvolse.
E mi ritrovai nel mezzo a un nugolo di tifosi viola. Sceso dalla macchina, mi videro la sciarpa al collo, così feci appena in tempo a tornare indietro e infilare l’ingresso della tribuna. Non capivo dov’ero, lo stadio pareva pieno all’inverosimile, così mi accomodai in curva. Mi capitò tra le mani un giornale, le azioni della MPS avevano chiuso la settimana a 2,54 € ad azione e la Fondazione MPS cercava personale ed aveva chiuso il bilancio consuntivo con un avanzo di esercizio di 219,6 milioni. Si preparava a distribuire sulla città contributi a pioggia per 145 milioni di €. Nella nota c’era scritto che il patrimonio netto della Fondazione ammontava a oltre 5 miliardi di Euro e quello era uno dei migliori bilanci della sua gloriosa plurisecolare storia. Rimasi stordito, non capivo. Allora tutto quel Viola, tutto quel Profumo... e la crisi... e le esternalizzazioni... Continuavo a non capire. 
Lo Stadio era pieno all’inverosimile, la gente era seduta anche sulle scale, la curva zampillava di 2 aste contro la Viola e di bandiere bianconere. Entrarono in campo le squadre e la Robur aveva la maglia a scacchi. Continuavo a non capire. Rimasi inebetito per oltre un'ora, senza capacitarmi di dove ero, o di quando ero. Mi aveva pervaso una forte sensazione di deja vù. 
Ad un certo punto un angelo biondo salì in cielo e infilò Lupatelli con un colpo di testa all’incrocio dei pali. A quel punto mi ridestai e ricordai la data impostata sul display della macchina del tempo, da DOC... Venti febbraio duemilacinque... il primo derby contro la viola in serie A. 
Decisi che dovevo tornare nel 2014 e salvare DOC dalla sua sorte. La CX Pallas però era proprio nel mezzo del parcheggio gigliato. Tornai al parcheggio, ma quando stavo per salire in macchina notarono la mia sciarpa, così in tutta fretta misi in moto e impostai la data... 20 marzo 2014. Mi attaccai al clacson come un forsennato per evitare una strage e riuscii a farmi largo e a raggiungere nuovamente gli 80 all’ora. Di nuovo faippole e tuoni e mi ritrovai in una scena del tutto nuova. 
Scesi e rimasi sbalordito ed estasiato. Lo stadio aveva cambiato forma, non c’era più la curva a tubi innocenti. Decisi di fare un giro. Lo stadio era tutto coperto, con tutti i posti a sedere, c’erano tutte le famiglie allegre che avevano fatto acquisti, alcuni stavano uscendo dal cinema. Nel mio girovagare fui attratto dagli schiamazzi dei bambini della scuola, una scuola nuova di zecca. E poi negozi, parcheggi, un’area verde, una palestra, una piscina, un’auditorium degno di questo nome, come una città che ha fatto dell’arte e della cultura il suo tratto distintivo nel mondo dovrebbe avere. Era un sogno, un bel cinema proprio lì, senza bisogno di fare 40 chilometri in macchina per portare la figliola a vedere il film di Peppa Pig o Belle e Sebastien, ed una piscina moderna, dotata di tutti i confort e che non somigliava a quella fatta coi moisaici come a Piazza Armerina. Ancora una volta ero confuso e non capivo dove mi trovavo. Mi sentiì nuovamente spaesato, tornai alla macchina e vidi che avevo sbagliato ad impostare la data, nella fretta avevo scritto 20 marzo 2024. 
Volevo trattenermi li, visitare ogni negozio, gustarmi l’apprezzamento dei turisti che arrivano a frotte, la gioia delle mamme che avevano finalmente un posto verde e ombreggiato per far giocare liberamente i propri pargoli, cogliere ogni aspetto positivo di quel progetto moderno ed integrato degno di una città con una storia come la nostra. Sarei rimasto li per ore a gustarmi quel sogno divenuto realtà, ma dovevo tornare al 20 marzo 2014 a salvare il mio amico D. Onniscente C.

4 commenti:

  1. Ripeto sei d'altra categoria....Se penso che ti ebbi "contro" come assistente ad un esame universitario, pensare le potenzialità che avevi...sarei saltato di là dalla cattedra e ti avrei abbracciato anche dopo lo 0a2 col gualdo in casa di qualche giorno prima....
    Salam

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  2. Allora mi sa che mi giravano i coglioni... Ti trattai bene? Alaikum Salam

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  3. con il compianto professore se non eri più che uno col cervello a mezzo fra Vale e balotelli non potevi volare fuori...più che tutto ero uno dei pochi di Siena in fagoltà a dare quell'esame...te facesti molto il notaio...se lo sapevo ti avrei detto che benetti fece una cazzata grossa come una casa sul gol del ns. futuro bomber di scorta tomassini...

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