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martedì 14 maggio 2013

Capitolo III° - Pidocchio e il Grullo Parlante


“Ape carico di anguille si ribalta sulla provinciale”
“Gattino sordomuto cerca padroncina affettuosa"
“Tobruk , il cavallo pentacampione si ritira”

“Che titoli! Che articoli! Gioia, libidine, quest'anno vincerò il Pulitzer, finalmente!”.

Così ragionava il nostro buon burattino; eh sì, perché in poco tempo era diventato un gran personaggio della sua città.
Era stato messo, da chi ve lo potete immaginare, a portare letizia e serenità alle brave genti del borgo.
La sua passione per i pennini, i calamai e i compassi aveva trovato il giusto sfogo.
Pidocchio in poco tempo si era ritrovato con una bella casa ed un lavoro favoloso.
Come era potuto succedere?
Quando Vecchio Velista comprò il burattino, lo affidò a Piddolino affinché lo portasse a farsi conoscere da Fata Mucchina.
Piddolino eseguì l'ordine e Pidocchio fu così presentato alla fatina.
Mucchina capì subito che poteva rigirarselo come voleva - tanto era il livello
di servilismo e viscidezza che Scquacquera aveva impresso dentro il merdaforme!
“Dimmi Pidocchio”, chiese Fata Mucchina, “cosa vorresti fare da grande?”.
“L'astronauta!”.
“Ahahahahahahaha”, sia Fata Mucchina che Piddolino proruppero in una gran risata.
“No allora... l'ingegnere nucleare”.
Una grassa risata sommerse di nuovo quel mucchietto di feci.
“Beh allora non so Fatina, fai te”.
“Ecco bravo, decido io per te. Tu sarai la mia voce, la mia penna. Adesso con una gran magia, ti faro diventare il gran visir dell'informazione locale”.
Detto fatto!
A Pidocchio fu subito trovata un casa e lì si trasferì.
La prima sera, poco prima di andare a letto, il burattino sentì dei rumori provenire dal piano superiore della sua abitazione.
Salì le scale e vide un ombra sfilare dietro una porta.
“Chi va la?”, urlò Pidocchio.
Nessuno rispose.
La marionetta fece ancora due passi e vide un'ombra sulla parete.
Era l'ombra di un omone, grosso, grasso, con un sigaro in bocca e uno stereo sulla spalla.
Pidocchio chiese di nuovo: “Chi sei? Che cosa fai qui, questa è casa mia”.
L'ombra finalmente rispose:
“@ Oh Lillo allora? Com'è? Sono l'inquilino di questa casa, sono il Grullo Parlante, condividi?”.
“Cosa vuoi da me, vattene”, replicò Pidocchio.
“@ Oh Lillo ascolta, io abito in questa casa da quarant'anni, pago l'affitto a Fata Mucchina regolarmente e di qui non mi muovo, mi quoti?”.
“Fata mucchina mi ha regalato questa casa, te ne devi andare”.
“@ Fata mucchina ti ha regalato questa casa ? Nooooooo via, in questo borgo della bassa regione succedono cose da pazzi, condividi?”.
Il Grullo Parlante oramai non la finiva più di parlare , un fiume in piena contro Fata Mucchina e i suoi amici, un monologo di tre ore che fece saltare i nervi al burattino.
Pidocchio allora prese un vecchio martello e fracassò il capo al Grullo Parlante.
Il vecchio inquilino proferì le ultime parole:
“@ Pidocchio sto morendo, condividi?”.

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