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venerdì 12 aprile 2013

Serie A 2007-2008 - Genoa-Siena 1-3


Genova, dicembre 2007.
Per la Robur era il quinto campionato consecutivo nella massima serie e alla guida del Siena era appena tornato mister Mario Beretta, artefice della soffertissima salvezza dell’anno precedente in un campionato che inizialmente ci vide quarti in solitaria e che poi fu segnato dalla penalizzazione (Legacalcio sempre fiscale con le provinciali…) e dalla scomparsa di Nannini prima e di De Luca poi.

La nuova stagione, con il simpaticissimo Mandorlini in panchina, era iniziata veramente male. Le numerose sconfitte, su tutte il brutto 3-0 di Firenze, e i punti gettati al vento in zona-Cesarini (eloquenti i gol subìti al 91° nei pareggi contro Milan e Catania), avevano relegato i bianconeri in fondo alla classifica complice anche una non indifferente sterilità offensiva e la testardaggine del mister ravennate che dopo cinque mesi di lavoro (?) e di moccoli (!) non aveva ancora chiaro dove mettere le mani.

Dopo l’ennesimo derby della stagione, perso in casa contro il Livorno di Camolese, il presidente Lombardi Stronati prese la decisione più giusta di tutta la sua epoca bianconera: via Mandorlini, dentro Beretta.

Partito con una sconfitta e un pareggio, il mister milanese si trovò ad affrontare il Grifone rossoblù da fanalino di coda e tutto lasciava presagire ad una nuova sconfitta dell’undici senese, nel catino di Marassi e per di più con una sola vittoria in quattordici giornate; al cospetto della Robur, il Genoa e il suo entusiasmo dovuto alla recente promozione, dopo anni tribolati passati fra B e C1.

E invece…

E invece successe che la Robur, con una sicurezza ed un’autorità che nessuno si sarebbe aspettato, fece un sol boccone del Genoa e dello spericolato 3-4-3 di Gasperini, che consentì agli avanti bianconeri di imperversare negli spazi concessi dai liguri. Pronti via, e dopo un po’ di sofferenza iniziale, Galloppa lanciò lungo per SuperMario Frick: tocco a seguire e saetta all’incrocio dei pali per lo 0-1. Il Genoa, forse convinto di aver fatto risultato senza particolari patemi, capitolò qualche minuto più tardi quando il totem Loria sfruttò un’indecisione della difesa ligure dopo un corner, piazzando il pallone alle spalle dell’estremo difensore Rubinho.

Parve quasi fantascienza la rete dello 0-3. Vergassola, accortosi della difesa alta del Genoa, imbeccò “Big Mac” Massimo Maccarone sulla destra, che rientrò dribblando l’avversario e lasciò partire un secco diagonale che Rubinho respinse sui piedi del solito Frick; che, a due passi dalla porta, non potè fare altro che spingere in rete il pallone. Zero a tre, roba da stropicciarsi gli occhi, ed eravamo a metà primo tempo! Impensabile!

La partita, complice un Siena guardingo che si ritirò ovviamente con tutti gli undici dietro la linea della sfera, proseguì con qualche sussulto genoano e qualche contropiede bruciante degli ospiti, che si galvanizzavano mano a mano che il cronometro correva verso il 90°, e soltanto un gol in extremis di Figueroa dette qualche speranza ai rossoblù che però non trovarono altri varchi nei minuti finali.

Finì 1-3, proprio come in quella leggendaria sfida del maggio 2003, col Siena che salì in A proprio nella città della Lanterna e proprio contro la squadra che nel 1893 portò il calcio in Italia!

Finì con i bianconeri sotto il settore ospiti, raggianti e rincuorati, soprattutto consci che l’impresa si poteva fare. Quella Robur, che dopo tredici giornate aveva solo 9 punti in classifica, avrebbe prepotentemente rimontato le concorrenti e strappato il record di punti in A (44, poi eguagliato due volte in seguito) e avrebbe colpito a morte Roma, Fiorentina e Juventus, senza dimenticare il pareggio a San Siro contro l’Inter che con la vittoria avrebbe festeggiato il tricolore.

Una squadra di uomini veri che proprio come gli uomini veri, non si abbandonò alle difficoltà e seppe reagire determinata a qualunque situazione negativa che le sarebbe capitata.

Era una partita da “dentro-fuori”. La spuntammo, e siamo ancora qua a raccontare della Robur nella massima serie.

Vogliamo fortemente restarci, in un momento dove il mondo ci è crollato addosso, anche undici atleti che giocano a calcio possono rappresentare una città e una tifoseria ferita ma che non ha assolutamente voglia di mollare né di smettere di lottare!

Forza Siena, Forza la Robur!

1 commento:

  1. Ero presente, una trasferta indimenticabile. A ogni goal ci chiedevamo se eravamo su scherzi a parte....

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