Proseguiamo l’argomento di ieri, delineando bene il contesto narrativo. Domanda: avete mai sentito parlare, ad esempio, della Operazione Mockingbird?
No eh… Bene, andate a studiarvela, poi tornate qui.
Visto? Tipica operazione psicologica (psyops) per contrastare la propaganda sovietica, campagna di disinformazione utilizzata per influenzare la percezione del pubblico e minare le narrazioni comuniste. Queste iniziative prevedevano la diffusione di materiali per modellare gli atteggiamenti nei paesi alleati e neutrali, spesso in collaborazione con agenzie di intelligence come la CIA. Dalla Guerra Fredda, l'era delle operazioni psicologiche si è evoluta nella moderna difesa da guerra ibrida (contromisure alla disinformazione), ma l’obiettivo di fondo rimane: il controllo della narrazione.
Oggi, il Centro di Eccellenza per le Comunicazioni Strategiche della NATO (StratCom COE), con sede a Riga in Lettonia, porta avanti questa tradizione sotto le spoglie di "comunicazioni strategiche". Il centro è finanziato da nazioni sponsor come Stati Uniti, Regno Unito e Germania, con finanziamenti specifici per progetto da parte della NATO. Secondo il suo sito web, lo StratCom COE "conduce ricerche in risposta alle esigenze dell'Alleanza e delle nazioni partecipanti, sviluppa formazione, progetta programmi per promuovere lo sviluppo della dottrina militare della NATO e fornisce analisi complete e supporto pratico ai decisori della NATO. Le aree tematiche coperte dal suo mandato includono le Comunicazioni Strategiche e tutte le sue principali capacità e funzioni di comunicazione, come: Operazioni di Informazione, Operazioni Psicologiche, Diplomazia Pubblica e Affari Pubblici (Militari)".
Esempi lampanti di operazioni psicologiche sostenute dalla NATO sono delineati in un rapporto tecnico del novembre 2021, pubblicato da StratCom COE durante il picco della distribuzione del vaccino COVID, intitolato "Teoria dell'inoculazione e disinformazione". L'articolo è stato redatto dal Dott. Jon Roozenbeek e dal Prof. Sander van der Linden, quest'ultimo a capo del Social Decision-Making Lab (SDML) dell'Università di Cambridge. Il laboratorio vanta un impressionante elenco di partner governativi e privati, come la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency (CISA), una sottoagenzia del Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti (DHS) nota per il suo coinvolgimento in attività di censura, Jigsaw (in precedenza Google Ideas ma in seguito rinominata braccio antiterrorismo di Google, altrimenti nota come unità di "cambio di regime"), il WhatsApp (Facebook) Research Team, il Cabinet Office del Regno Unito, il Foreign & Commonwealth Office e il Behavioural Insights Team, spesso chiamato "Nudge Unit", che ha svolto un ruolo chiave nell'implementazione di tattiche basate sulla paura per aumentare l'adesione del pubblico alle restrizioni COVID nel Regno Unito.
Il rapporto esplora "il ruolo che la psicologia e le scienze comportamentali possono svolgere nella mitigazione della disinformazione online". Basandosi sull'analogia di un vaccino che prepara l'organismo a combattere un virus, gli autori discutono il concetto di un "vaccino" psicologico che potrebbe proteggere i cittadini dalle fake news, rafforzando la "resilienza psicologica contro la disinformazione". Gli autori mettono in guardia dalle "conseguenze dannose" della disinformazione e/o della disinformazione e ne identificano i principali diffusori: i gruppi anti-vaccino e i negazionisti del cambiamento climatico. Un estratto del rapporto afferma: "La diffusione di informazioni false e fuorvianti, sia online che offline, rappresenta una minaccia per il benessere degli individui, delle istituzioni democratiche e delle società in tutto il mondo. Le conseguenze dannose della diffusione di informazioni false e/o fuorvianti sono evidenti nella proliferazione di gruppi anti-vaccino su Facebook, nella mancanza di fiducia nella scienza del cambiamento climatico e negli atti di vandalismo commessi sulla base di false teorie del complotto sul COVID-19."
Secondo gli autori, le "strategie di vaccinazione" contro la "minaccia al benessere degli individui" sono giustificate. La tesi centrale del rapporto trae spunto dalla teoria dell'inoculazione, esplorata per la prima volta negli anni '60 dallo psicologo William McGuire, in risposta ai timori di un "lavaggio del cervello" nordvietnamita durante la guerra del Vietnam. McGuire paragonava la persuasione all'infezione: esponendo i soggetti a una "dose attenuata" di un argomento, abbinata a una confutazione, si sviluppa una resistenza. Tuttavia, il modello di vaccinazione non convince con le prove; condiziona l'avversione. Roozenbeek e van der Linden "vaccinano" contro le affermazioni sui rischi del vaccino contro il COVID, presentandole come manipolative e fuorvianti. Ad esempio, il rapporto minimizza l'evento avverso del vaccino anti-COVID J&J/Janssen, la sindrome da trombosi con trombocitopenia (TTS), citando 38 casi confermati su 12,8 milioni di dosi entro luglio 2021 (~1 su 337.000). Viene presentato come un rischio minore rispetto a pericoli quotidiani come gli incidenti stradali, sottovalutandone notevolmente la gravità e le conseguenze previste: la TTS ha portato al ritiro del vaccino dal mercato statunitense nel maggio 2023.
Quindi, come si evince dai fatti, la strategia dell’inoculazione è da tempo funzionale ad una narrazione che salvaguardia il Potere, di qualunque specie sia.

La Russia in 4 anni non ha conquistato tutto questo territorio .....
RispondiEliminaQuesto piccolo spazio è ancora in serie A e lotta per la champions!
RispondiEliminaVa bene, ma mettiamo un po’ d’ordine, perché questo tipo di discorso mescola fatti reali, concetti travisati e conclusioni tirate per i capelli.
RispondiEliminaSì, l’Operazione Mockingbird è esistita, ma parliamo della Guerra Fredda: un programma CIA degli anni ’50-’70 volto a influenzare i media e la propaganda in chiave anti-sovietica. È storia, nessuno la nega. Ma usarla per sostenere che oggi ogni iniziativa di comunicazione scientifica sia una “psyop” o un progetto di manipolazione globale è un salto logico gigantesco.
Il Centro StratCom COE della NATO non fa “lavaggio del cervello”, ma studia strategie di comunicazione e contrasto alla disinformazione, esattamente come fanno università, ONG e giornalisti di mezzo mondo. Cercare di capire come si diffondono bufale, fake news o campagne di manipolazione — comprese quelle antivax o filo-cremlino — non è “controllo della narrazione”, è difesa dell’informazione. Il rapporto di Roozenbeek e van der Linden, che viene citato come se fosse un complotto, è in realtà una ricerca scientifica pubblica e disponibile online, pubblicata su riviste peer-review: non è un documento segreto della CIA. La “teoria dell’inoculazione” di McGuire è una metafora psicologica, non un piano di condizionamento di massa: serve a spiegare come rendere le persone più resistenti alle fake news mostrando in anticipo esempi di manipolazione. È come un vaccino culturale, non una manipolazione mentale. Quanto ai numeri sui vaccini COVID, anche qui si cita male: la trombosi associata al vaccino J&J è stata monitorata, riconosciuta e gestita in piena trasparenza dalle agenzie regolatorie, e il rapporto rischio/beneficio resta enormemente a favore della vaccinazione. Parlare di “ritiro dal mercato” come se fosse la prova di un inganno è fuorviante: quel vaccino è stato sospeso per motivi di sicurezza già noti e comunicati pubblicamente. In sintesi, non c’è nessun “complotto dell’inoculazione”: c’è semplicemente ricerca su come migliorare la comunicazione scientifica e ridurre i danni della disinformazione, che — ironia della sorte — è proprio ciò che stai facendo diffondendo letture parziali e allarmistiche. La differenza tra informazione e manipolazione è semplice: la prima fornisce fonti e dati verificabili, la seconda insinua sospetti senza prove. Indovina in quale delle due categorie ricade questo tuo post.
Ok, tu lavori per loro, giusto?
EliminaSei tu che lavori per gli altri mi fa l’idea…
EliminaCerto. E ben pagato
EliminaProf Angelo D'Orsi: "Russofilia, russofobia" al Circolo La Poderosa di Torino, mercoledì 12 novembre 2025"
Eliminahttps://www.youtube.com/watch?v=3AB7-S8DDMo
Pina P. Carlo C. sono usciti dal gruppo
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