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martedì 21 ottobre 2025

La guerra psicologica delle infermiere danzanti. La cascata di umiliazione

Abbiamo visto come le infermiere danzanti non cercavano di convincere nessuno che gli ospedali funzionassero normalmente: cercavano invece di dimostrare che le autorità potevano far accettare ai cittadini due realtà reciprocamente esclusive allo stesso tempo. Non si trattava semplicemente di controllare l'informazione; si trattava di infrangere la fiducia del pubblico nella propria percezione della realtà.


Da qui scaturisce il concetto di umiliazione rituale, principio secondo cui si costringono i sottomessi a partecipare alla propria degradazione. Nel caso delle infermiere danzanti, non si era davanti alla umiliazione degli operatori sanitari stessi, ma del pubblico costretto ad assistere e accettare lo spettacolo.

Gli operatori sanitari, gli eroi designati della narrazione pandemica, si sono dedicati a un intrattenimento frivolo indossando proprio le attrezzature (di cui ci era stato detto che erano in grave carenza). Si sono riuniti in gruppi (mentre i cittadini venivano arrestati per aver partecipato a funerali o visitato i loro parenti morenti). Hanno dimostrato che gli ospedali avevano sia lo spazio che il personale disponibili per prove elaborate (mentre al pubblico veniva detto che i sistemi sanitari stavano affrontando un collasso imminente). Ogni informazione aggravava il reato, creando quella che i ricercatori definiscono una cascata di umiliazione, in cui ogni contraddizione accettata rende più facile imporre la successiva.

Nelle relazioni violente, l'abusante crea deliberatamente situazioni che costringono la vittima a negare le proprie percezioni. "Non è successo. E se è successo, non è stato poi così grave. E se è successo, non è un grosso problema. E se è successo, non è colpa mia. E se è successo, non lo pensavo. E se l'ho fatto, te lo meritavi". I cittadini potevano vedere la contraddizione – gli ospedali erano sia sovraffollati che sufficientemente vuoti per le coreografie – ma erano costretti a subordinare tale osservazione alla narrazione ufficiale. Ciò è stato ottenuto non attraverso la violenza, ma attraverso la pressione sociale, attraverso la paura di essere etichettati come teorici della cospirazione o troll, solo per aver sottolineato l’ovvio.

Anche la tempistica di questi video è stata cruciale: sono apparsi proprio mentre la popolazione si stava adattando a restrizioni senza precedenti alla propria libertà. Chiusi nelle loro case, separati dai propri cari, a guardare le proprie attività crollare, i cittadini hanno visto le immagini dei loro eroi esausti che eseguivano coreografie sincronizzate. Era come se il sistema li stesse prendendo in giro: "Vi abbiamo preso tutto con la scusa di un'emergenza, e ora vi dimostreremo che non è nemmeno reale – e ci ringrazierete per questo".

8 commenti:

  1. Adesso basta scherzare!
    Davvero, è ora di smetterla con questo delirio da reality distopico in cui si reinterpretano a posteriori fatti gravissimi come se fossero parte di una gigantesca messinscena per “umiliare il pubblico”. Parliamoci chiaro: senza restrizioni, senza mascherine, senza lockdown, senza vaccini, senza tracciamenti, saremmo finiti esattamente come l’Italia nel 1918 con la Spagnola, o peggio. Milioni di morti, ospedali collassati davvero (non solo nei video su Facebook), ambulanze ferme fuori dai pronto soccorso, medici a scegliere chi intubare e chi lasciare morire. Sai cos’è quello? Non è una coreografia su TikTok: è il collasso di un sistema sanitario e sociale.
    Le “infermiere danzanti”, che oggi tirate fuori come prova di chissà quale manipolazione, erano esseri umani che cercavano di alleggerire l’orrore, tra un turno in terapia intensiva e l’altro. Tu non c’eri quando si facevano 10 ore con tute impermeabili, tre paia di guanti, senza bere, senza poter andare in bagno. Ma adesso ti permetti pure di parlare di “rituali di umiliazione”? Quella umiliazione la subivano i pazienti intubati da soli, senza famiglia, e i medici costretti a tenere il telefono all’orecchio dei moribondi per far dire “ti voglio bene” un’ultima volta. Senza le “autorità che impongono due realtà”, come dici tu, saremmo finiti con camion militari ogni settimana, non solo a Bergamo. E ti dirò di più: il motivo per cui oggi sei libero di scrivere queste sciocchezze è proprio perché quelle misure hanno funzionato. Quindi no, non sei una vittima di un rituale di controllo psicologico. Sei solo uno che rifiuta di accettare una realtà complessa, e che preferisce credere a una favola tossica dove la colpa è sempre di qualcun altro. Ma questa non è consapevolezza. È irresponsabilità mascherata da “pensiero critico”

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    Risposte
    1. Insomma, più che una voce fuori dal coro, sei una fonte continua di disinformazione pericolosa. Tempo fa magnificavi anche RFK e la sua crociata contro i vaccini. Mi chiedo come una persona intelligente come te possa essere finita preda dei novax ed un portavoce dei più biechi complottisti. Che peccato.

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    2. Ci sono ancora articoli su questo tema, hai ancora da patire. O se no puoi segna per farli rimuovere, fai te.

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    3. Ora si parla anche della Lorenzin,contento Castagno?

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    4. Covid :il primo spot di Tornatore

      https://www.youtube.com/watch?v=uIyZZuCtdy4

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