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mercoledì 9 luglio 2025

Le aziende che sostengono e finanziano il genocidio

Torniamo su un argomento introdotto qualche giorno fa. E continuiamo a parlare della economia del genocidio che a Gaza consente ad aziende israeliane ed estere di produrre giganteschi proventi dai bambini palestinesi carbonizzati. Fonte: ancora il rapporto "From economy of occupation to economy of genocide" presentato dalla relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati Francesca Albanese al Consiglio Onu per i diritti umani.  

Oggi facciamo i nomi di queste aziende.

Iniziando dai produttori di armi, due sono le aziende chiave: la Elbit Systems e la Israel Aerospaces Industries. Tra i gruppi internazionali svetta la statunitense Lockheed Martin. Altri partner di primo piano sono l’italiana Leonardo, la statunitense Mit di Boston e la giapponese Fanuc.

Ma i palestinesi non sono solo animali da zoo safari che servono come bersagli per lo sterminio israeliano, rappresentando anche cavie per testare sul campo sistemi carcerari e di sorveglianza che ricordano quelli di baffino, ma con l'ausilio tecnologia avanzata; ecco quindi sistemi di sorveglianza biometrica o attraverso droni, utilizzo di intelligenza artificiale e analisi dei dati per supportare le forze militari, predisposizione di reti avanzate di check point. Arrivano in soccorso a tal proposito i giganti statunitensi Ibm, Hewlett Packard e Microsoft.

Amazon e Alphabet (Google) hanno fornito spazi cloud e sistemi di elaborazione dati, mentre Microsoft ha offerto ampi spazi di archiviazione dati per l'esercito sterminatore israeliano. La statunitense Palantir sviluppa per Israele i sistemi di intelligenza artificiale utilizzati per indirizzare le operazioni belliche su Gaza.

Ed eccoci al passatempo preferito dei demoni israeliani, ovvero la demolizione di case, infrastrutture, terreni per fare spazio agli illegali e violentissimi coloni. A fornire tutto il necessario ci sono la statunitense Caterpillar, la coreana Hyundai, la svedese Volvo.

Una volta distrutto e ammazzato tutto e tutti, si passa alla fase di ricostruzione dei territori espropriati con la tedesca Heidelberg e la spagnola Construcciones Auxiliar de Ferrocarriles. Per lo sviluppo del mercato immobiliare e le compravendite di abitazioni nelle colonie, c’è in prima linea il gruppo statunitense Keller Williams Realty.

Booking.com e Airbnb non si sono lasciate fuggire l’opportunità di offrire soluzioni alberghiere e di soggiorni nelle colonie illegali.

Tutte queste operazioni vanno finanziate. E a supporto delle colonie c’è una estesa rete di fornitori di sevizi finanziari, legali, pubblicitari. La francese Bnp Paribas e l’inglese Barclays sono tra i gruppi bancari più attivi nel finanziamento di Israele e delle sue politiche attraverso la vendita sui mercati di titoli di Stato israeliani a tassi piuttosto vantaggiosi per l’emittente. La tedesca Allianz e l’americana Blackrock sono tra i più importanti sottoscrittori di questi bond. Allianz, insieme alla francese Axa, è anche uno dei principali detentori di azioni ed obbligazione di aziende implicate nel genocidio di Gaza e nelle occupazioni illegali.

Finiamo con l'energia. La statunitense Chevron, l’inglese BP e la svizzera Glenocore sono tra i gruppi più impegnati nel fornire ad Israele materie prime energetiche e nello sviluppare i giacimenti locali.

Magari non vi capiterà mai di incontrare sulla vostra strada queste aziende, tuttavia, se tante volte aveste voglia di boicottarle...

1 commento:

  1. https://scomodo.org/la-tecnologia-che-sorveglia-e-opprime-i-palestinesi-nei-territori-occupati/

    Ma i poveri israeliani possono fare tutto.

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