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martedì 15 luglio 2025

Il nemico è dentro di noi

Negli ultimi tre anni gli USA ci hanno letteralmente distrutto. Lasciandoci ora pronti, su istigazione dei servi della politica e della comunicazione nostrana, a combattere una guerra atomica per loro conto e interesse. Come gli Europei facevano secoli fa con i popoli colonizzati, ma senza bombe atomiche. Ci sta bene, come il basto al ciuco.


Si parte con la guerra contro l'Ucraina (che per Trumpete è di Biden, per cui figuriamoci quanto cazzo ci si incastra noi...), per via delle manie espansioniste della NATO, oggi date in mano a micro Stati comandati da psicopatici. Si arriva al taglio totale dai rapporti commerciali con la Russia, dalla quale compravamo il gas a prezzi convenientissimi (ora siamo obbligati ad acquistare quello ammerigano, più inquinante e molto più costoso, ma più "democratico"). Quindi il crollo della produzione manifatturiera e industriale europea, con conseguente lievitazione dei prezzi di beni e servizi. Poi ecco la follia del riarmo, con cifre folli per andare ad ingozzarsi di armi... ammerigane, ovviamente. E ora i dazi, che potrebbero provocare un ulteriore tracollo delle economie europee.

Ah, ma il nemico è la Russia, mi raccomando.

La guerra in Ucraina, che il gangster buffone Trumpete aveva riferito di finire in un giorno (convincendo così milioni di dementi, al di là dell'oceano, a votarlo contro l'indifendibile minus habens dem), ogni giorno che passa va peggio, con questi russi con le pale che rosicchiano sempre più terreno sovrano ucraino. Guerra che gli USA, in default tecnico, non può più permettersi di condurre, ma non si può assolutamente permettere il lusso di perdere. Per cui, dato che c'è a disposizione un continente di ipocriti servi decerebrati, il conflitto deve continuare, ma facendolo pagare all'Europa, in preda ad un delirio di sangue come già successo due volte in un secolo (repetita non iuvant), con i risultati che ben conosciamo. I danni per noi semplici sudditi sono incalcolabili, in attesa della deflagrazione della guerra vera. Il nostro governo di servi, ad esempio, senza chiedere alcuna autorizzazione al Parlamento (che nel nostro ordinamento costituzionale è/sarebbe l’unico organo realmentente sovrano), ha dovuto cedere parte dei costosissimi sistemi difensivi in nostra dotazione. Dei cinque sistemi Samp/t (700 milioni di euro l’uno) ne abbiamo ceduti due e un terzo sta per essere inviato. Quindi non solo dobbiamo cedere i nostri strumenti difensivi, ma ora il governo americano ci impone anche un costosissimo riarmo forzato, con un aggravio in dieci anni di circa 400 miliardi di euro - secondo le stime più generose.

Infine la ciliegina sulla torta: i dazi. Il buffone Trumpete ha sparato cifre a cazzo di cane per settimane, Giorgiario aveva assicurato che i dazi si sarebbero attestati intorno al 10% e su questa base (fasulla) abbiamo venduto ai sudditi l’accordo per il riarmo. Dazi al 10% un cazzo!

Ma il nostro governo non è l'unico che fa da servo al padrone, è solo uno dei tanti. L'intera Europa è precipitata nel gorgo del servilismo e dell’ipocrisia strisciante e miserabile, facendosi trovare totalmente impreparata nel momento del bisogno e dei compiti storici che si ritrova a svolgere. In Europa cala il buio tetro dell’ignavia, dell’idiozia, della violenza. I valori di democrazia semplicemente non esistono più.

Fin dalla sua elezione Trump ha insultato gli europei in tutti i modi, li ha accusati apertamente di aver impoverito gli Stati Uniti, di essere dei parassiti, ed ha attuato politiche conseguenti con ondate di dazi che sono progressivamente cresciuti. A fronte di ciò, l'Unione europea non solo non ha reagito, ma ha blandito, omaggiato e in alcuni casi, a partire dal governo Meloni, ha esaltato il super presidente americano, leccandogli volentieri il grasso culo. Trump ha così ottenuto tutto quello che voleva, dal riarmo al finanziamento della guerra in Ucraina, alle dichiarazioni anti-cinesi, ad una vera e propria dichiarazione di guerra alla Russia, finalizzata a rendere l'Europa ancora più dipendente dal gas americano. Nel frattempo i nostri risparmi, drenati dai grandi fondi Usa - anche questi ricevuti in pompa magna da Giorgiario - hanno continuato a trasferirsi negli Stati Uniti o a sostenere società europee dove l'azionariato dei grandi fondi Usa è dominante. Nel frattempo imprese europee, e italiane in primis, hanno rafforzato i propri stabilimenti negli Stati Uniti, mentre l'ineffabile ministro Giorgetti ha definito un "onorevole compromesso" la decisione con cui gli Stati Uniti non riconoscevano la Minimum Global Tax e sostenevano che le imprese ammerigane non avrebbero pagato nemmeno un euro ai Paesi europei. Soprattutto l'Europa ha dimostrato con massima evidenza di non avere alcuna intenzione di colpire gli Stati Uniti nel cruciale settore dei servizi e delle piattaforme che hanno proprio qui il loro principale mercato.

Ora, di fronte ad un così smaccato servilismo, un violento gangster come Trump che cosa avrebbe dovuto fare? Ciò che sta facendo (in attesa di esagerare), avendo capito di avere davanti dei vassalli compiacenti, leccaculo, servi.

Più sode.

4 commenti:

  1. Un modo per finire il conflitto ucraino ?

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    1. Nella storia millenaria dell’uomo, le guerre sono state risolte dalla diplomazia. Nella storia millenaria dell’uomo, ammassare armi su armi ha portato a una distruzione totale. E pensa ora che ci sono 22.000 atomiche nel mondo…

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  2. Capisco la frustrazione, ma è importante rimettere un po’ d’ordine tra opinioni e fatti. L’idea che “gli USA ci abbiano distrutto” è una narrazione parziale e fortemente distorta. Nessuno nega che le relazioni transatlantiche siano diventate più complesse, né che alcune scelte – come i dazi – abbiano effetti negativi concreti, soprattutto per chi, come me, lavora con l’export verso gli Stati Uniti (esportando olio d’oliva, ad esempio). Su questo punto, hai ragione: l’imposizione di dazi da parte americana crea ostacoli commerciali significativi.
    Tuttavia, è falso dire che gli Stati Uniti siano l’unica parte ad applicare dazi. Anche l’Unione Europea impone dazi sui prodotti americani in ingresso, e in alcuni settori sono perfino più alti. È una dinamica di reciproca protezione economica, spesso frutto di anni di negoziazioni e ritorsioni commerciali. Non c’è alcuna “guerra unilaterale” da parte americana, come lasci intendere.
    Inoltre, descrivere l’Europa come un continente di “ipocriti servi decerebrati” non aiuta la comprensione né rispecchia la complessità delle scelte politiche e strategiche, che possono anche essere sbagliate, ma che derivano da dinamiche internazionali, crisi reali, e non solo da “servilismo”.
    Sul tema energetico: è vero che il gas russo costava meno, ma anche questo aveva un prezzo – strategico e morale – che si è rivelato pesantissimo con l’invasione dell’Ucraina. Dire che “era più conveniente” senza considerare l’instabilità che comportava è una visione miope.
    Quanto alla guerra in Ucraina: ridurla a una “guerra per conto degli USA” è semplicemente negare la realtà. È una guerra di aggressione russa contro uno Stato sovrano europeo. Che poi gli USA abbiano interessi – economici, geopolitici, strategici – è fuori discussione. Ma anche noi europei ne abbiamo. L’indifferenza o il disimpegno, in questo caso, ci renderebbero più deboli, non più indipendenti.
    Il problema, semmai, è che l’Europa ha reagito in ordine sparso, e questo sì, è un segno di debolezza e mancanza di visione. Ma da qui a sostenere che tutto il nostro destino sia scritto da Washington, ce ne passa. Non siamo colonie: siamo attori che spesso, purtroppo, rinunciano a esserlo con decisione.
    Insomma: sui dazi, hai ragione. Chi esporta – come me – ne paga le conseguenze dirette. Ma tutto il resto è un miscuglio di mezze verità, populismo e retorica da bar che, per quanto sfoghi la rabbia, non ci aiuta né a capire né a reagire con lucidità.

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    1. Più sode! A tutti, me compreso, ma soprattutto a quelli bravi che giustificano sempre tutto, saccentemente, come Lei…

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