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mercoledì 28 maggio 2025

Remdesivir e Conte/Speranza

Qualche giorno fa è uscito un articolo di un giornalista tedesco, Howard Steen, che parla di noi. Parla soprattutto di una richiesta del governo Conte, a febbraio 2020, rivolta al governo tedesco. Oggetto della richiesta di Conte: invio urgente di farmaci anti Covid.


E quindi qualcuno è andato a curiosare. Ed ha trovato che si stava trattando del farmaco Remdesivir, poi effettivamente inviato in Italia dal Robert Koch Institute, la massima autorità pubblica sanitaria tedesca.

Insomma, Conte e Speranza vollero proprio questo farmaco per i pazienti Covid, nonostante il Remdesivir fosse un farmaco utilizzato per trattare il virus dell’ebola; e nonostante che il trattamento contro l'ebola non avesse dato risultati molto efficaci, per così dire. Anzi, se si leggono le varie pubblicazioni scientifiche sugli effetti avversi di questo farmaco antivirale, il quadro che ne esce è pressoché devastante. Tale farmaco procura difatti gravissimi effetti collaterali ai reni, tanto che si sapeva che l’insufficienza renale e la morte erano alquanto frequenti nei pazienti che ricevevano il Remdesivir già prima dell’inizio della pandemia, almeno fin dal 2018.

Detta grevemente, si potrebbe affermare che il Remdesivir non cura proprio un cazzo di Covid ed anzi tende a fare del male. Ma siccome siamo in un blog serio, non lo diciamo.

E comunque, che il farmaco non fosse miracoloso lo ha confermato il giornalista americano John Beaudoin, che durante la pandemia ha iniziato a porsi alcune domande sulle ragioni di quel tremendo bollettino di guerra che veniva dagli ospedali americani. Beaudoin ha così presentato una richiesta di accesso agli atti di morte degli ospedali del Massachusetts dal 2015 al 2022, e ha scoperto che una delle principali cause delle morti in eccesso registrate dal 1 gennaio del 2021 al 30 novembre del 2022 erano proprio quelle insufficienze renali che il Remdesivir provoca. Eppure negli ospedali americani già nel maggio del 2020 la FDA, l’agenzia del farmaco americana, aveva autorizzato l’uso di questo farmaco per i pazienti Covid.

Conte si adoperò quindi per far venire dalla Germania questi carichi di Remdesivir già nel febbraio del 2020, nonostante l’agenzia del farmaco europea, la EMA, non avesse rilasciato nessuna autorizzazione in quel periodo per la distribuzione di questo antivirale. Il presidente del Consiglio però ne autorizzò l’uso negli ospedali italiani, immediatamente pompato dalla stampa amica, che citava presunti studi (inesistenti) che avrebbero dimostrato promettenti risultati di riuscita.

Ad avere un ruolo di rilievo nella distribuzione di questo farmaco è stata la Gilead Sciences, una casa farmaceutica nelle mani dei fondi di investimento BlackRock e Vanguard, gli stessi fondi proprietari delle case farmaceutiche Pfizer e Moderna. Ma è un caso, ovviamente.

Contemporaneamente Conte e Speranza ordinarono grandi quantità di Midazolam, altro farmaco "birichino" di cui (forse) parleremo un'altra volta. Talmente era elevata l'urgenza per l'uso di Midazolam che Speranza ne autorizzò la distribuzione nonostante l’etichetta del farmaco non fosse nemmeno in italiano. AIFA, nell’aprile del 2020, rendeva noto che l’antivirale in questione poteva essere utilizzato nell’ambito dei “programmi di uso compassionevole per il trattamento della malattia COVID-19”.

Uso compassionevole...

18 commenti:

  1. Se a qualcosa è servita la pandemia di covid direi che è stata utile per mettere in luce tutte le inadeguatezze del sistema Italia ad affrontare un' emergenza sanitaria nazionale. Venne fuori che non esisteva nessun piano pandemico e che se esisteva era così vecchio da risultare inutile. Non erano disponibili elementari strumenti di protezione in quantità tali non solo da non poter essere distribuite alla popolazione, ma nemmeno negli ospedali. Sono venute fuori carenze gravi nella sanità pubblica falcidiata e sottostimata da tagli ormai più che ventennali, mancavano e probabilmente mancano ancora reparti di malattie infettive dope poter isolare i malati infetti. La politica giocoforza, ritrovatasi a governare quella che sembrava la fine del mondo e senza praticamente avere gli strumenti e le conoscenze necessarie, si è barcamenata tra pareri di esperti o presunti tali. Non è una giustificazione, ci mancherebbe, ma vorrei capire perchè hanno preso certe decisioni e chi li ha guidati, hanno usato il proprio istinto o si sono fidati di qualcuno che aveva il compito tecnico di consigliarli? Bho. Quello che è certo è che, soprattutto all'inizio, sembrava di vedere i dilettanti allo sbaraglio e che il sistema faceva acqua da tutte le parti. Ma adesso, se si ripresenta qualcosa di simile siamo più preparati? Esiste un piano pandemico nazionale? Esistono degli esperti varamente esperti su cui il ministero della salute può contare? Esistono delle strutture adeguate? C'è abbastanza personale sanitario disponibile e formato nello specifico? Oppure ci siamo sbagliati, scusate e speriamo non succeda più, ed intanto abbiamo trovato i soldi ma solo per comprare degli utili F35.

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    1. Per tutto ciò che è accaduto, un passaggetto presso un qualche tribunale qualcuno lo doveva aver fatto. Anche se, ovviamente, nessuno andrà mai in galera per quanto successo. Ricordo che non esiste solo il dolo come causa di un reato, ma anche la negligenza.

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  2. Il premio I.N.P.S 2020\2021 va a.......a.......a.........a.......Dott Barambani e covid !


    Ritira il premio l'uomo lupo vestito da agnello

    PS: Ma sti vecchi chi li difende? E non sto scherzando!

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  3. 🧠💉 BREAKING NEWS DALLA GALASSIA NO-VAX 💉🧠
    Pare che il governo Conte, già nel febbraio 2020, fosse così perfido e malvagio da… cercare farmaci per curare i pazienti COVID 🤯
    Già, secondo l’ultima puntata di “X-Files no-vax edition”, Conte e Speranza avrebbero chiesto il remdesivir ai tedeschi. Pensa che scandalo: si sono rivolti al Robert Koch Institute – massimo ente sanitario tedesco – per ricevere un antivirale che era già in sperimentazione clinica contro il SARS-CoV-2.
    Cattivissimi.
    📌 Peccato che…
    ➡️ L’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) autorizzò l’uso compassionevole del Remdesivir per i casi gravi già a marzo 2020:
    🔗 Fonte EMA
    ➡️ La FDA americana ne approvò l’uso d’emergenza nel maggio 2020, e lo ha poi ufficialmente autorizzato nell’ottobre 2020.
    🔗 Fonte CNN/FDA
    ➡️ Gli studi hanno mostrato che riduceva i tempi di recupero nei pazienti ospedalizzati. Ok, non è la pozione magica di Harry Potter, ma nemmeno il veleno che certi post vogliono far credere.
    ➡️ E i famosi “effetti devastanti” ai reni?
    Beh, ci sono stati casi (come per qualsiasi farmaco serio usato su pazienti gravi), ma le analisi su larga scala non mostrano aumenti significativi del rischio.
    🔗 Studio PubMed
    📢 In sintesi:
    • Conte ha chiesto un farmaco in linea con le pratiche internazionali.
    • Speranza ha seguito la scienza.
    • I no-vax, invece, stanno ancora cercando l’approvazione dell’EMA per l’olio di serpente e la lattoferrina.
    E ovviamente, non potevano mancare:
    🔍 BlackRock e Vanguard!
    Perché ogni complotto che si rispetti ha bisogno di due cosette:
    1. Gilead, i cattivi dell’episodio.
    2. “I soliti fondi”, ovviamente gli stessi che – spoiler – investono anche in aziende che fanno carta igienica, pannolini e Netflix. Sì, COM-PLOT-TO!

    👉 Se nel 2020 Conte non avesse cercato farmaci, sarebbe stato accusato di “lasciare morire la gente”.
    👉 Ma siccome li ha cercati, ora è un complice di Big Pharma e BlackRock.
    Insomma, tutto torna.
    Nel magico universo parallelo dei no-vax, ovvio.

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    1. Beh, quindi confermi l'articolo del giornalista tedesco e quello americano. Il quale, differentemente da te, si pone alcune domande. La differenza sta tutta qui: fra chi ottusamente non si pone domande e chi, come il giornalista tedesco, se le fa. PS. non è colpa mia se il farmaco fu distribuito dalla Gilead... Dai dai, anche per stavolta la tua laurea in internet è valsa a pochino... Puoi fare meglio

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    2. Ma cosa intendete per no vax, perché io ancora non l'ho capito. Ci si dimentica SEMPRE che la covid veniva definita come incurabile e l'unica soluzione era la "vaccinazione" con un "vaccino" sperimentale (è tutt'oggi dopo 5 anni sperimentale e le virgolette servono perché ancora non viene chiamato col suo vero nome: profarmaco) mentre bastava usare alcuni medicinali già presenti in commercio anche da più di 40 anni (e quindi sperimentati) ad un costo nettamente inferiore a quello dei profarmaci, si chiamano cure precoci, la cui efficacia è stata dimostrata da medici che non si sono piegati al famoso protocollo.
      Gli antivirali possono avere effetti collaterali devastanti, quindi decidere di somministrarli a migliaia di persone fragili (quelli più a rischio erano i vecchi e persone con patologie croniche) a me mi puzza, eccolo qua il complottista, ma d'altronde basta andare a vedere quanto sono oscillate le azioni delle aziende farmaceutiche dopo gli annunci della scoperta del siero magico.
      Io, da no vax (attenendomi quindi a questa etichetta di dubbio gusto e dubbia semantica), so che nella sperimentazione di un farmaco c'è un fattore incomprimibile che è il tempo e ribadisco il fatto che dopo 5 anni questi profarmaci sono ancora in fase sperimentale.

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    3. Capisco le tue perplessità e il bisogno di chiarire alcuni punti, ma permettimi di fare alcune precisazioni, perché ci sono diverse affermazioni nella tua riflessione che non trovano riscontro nei fatti o che mescolano verità parziali con interpretazioni discutibili.
      1. Che cosa significa “No Vax”?
      “No Vax” è un termine usato, a volte impropriamente, per descrivere chi rifiuta i vaccini in generale o in modo sistematico. Non sempre è corretto o utile etichettare così chi ha dubbi o chiede trasparenza, ma quando si mettono in discussione sistematicamente le basi scientifiche della vaccinazione senza tenere conto delle evidenze, allora il termine diventa più aderente.
      2. Il vaccino anti-COVID era sperimentale?
      I vaccini anti-COVID sono stati sviluppati in tempi record grazie a investimenti senza precedenti, tecnologie già esistenti (come l’mRNA), e una forte collaborazione tra enti pubblici e privati. Hanno superato tutte le fasi di sperimentazione clinica previste: fase 1, 2 e 3. Non sono “sperimentali”, ma autorizzati in emergenza prima, poi pienamente approvati da autorità come EMA (Europa), FDA (USA), e AIFA (Italia).
      Dopo 5 anni e miliardi di dosi somministrate, i dati sulla sicurezza ed efficacia sono abbondanti. Continuare a chiamarli “sperimentali” oggi non è corretto dal punto di vista scientifico né giuridico.
      3. “Profarmaco”?
      Il termine “profarmaco” ha un significato preciso in farmacologia: è una sostanza che deve essere metabolizzata nell’organismo per diventare attiva. I vaccini a mRNA non sono profarmaci: non richiedono trasformazioni metaboliche, ma agiscono istruendo le cellule a produrre una proteina virale per stimolare la risposta immunitaria. È scorretto usare questa parola per ideologia o effetto retorico.

      4. Cure precoci: mito o realtà?
      L’idea delle “cure precoci” è stata molto discussa. Alcuni farmaci proposti (idrossiclorochina, ivermectina, ecc.) sono stati studiati a fondo e, in grandi studi clinici controllati, non hanno mostrato efficacia significativa. Anzi, alcuni potevano comportare rischi seri, specialmente se usati senza controllo medico.
      Altri trattamenti, come gli antivirali specifici (Paxlovid, Remdesivir), sono efficaci, ma sono utili in casi selezionati e non sostituiscono la prevenzione. La medicina seria non funziona con “io conosco un medico che…” ma con studi controllati, replicabili e revisione scientifica.
      5. Effetti collaterali? Sì, come ogni farmaco
      I vaccini possono avere effetti collaterali, ma sono rari e tracciati. I benefici in termini di riduzione della mortalità e dei ricoveri sono stati enormi. Basta vedere la differenza tra la mortalità del 2020 e quella del 2021 dopo l’inizio delle vaccinazioni.
      6. Le azioni delle aziende farmaceutiche
      Sì, le aziende farmaceutiche hanno guadagnato, come in ogni emergenza sanitaria, ma questo non prova un complotto. Il fatto che ci sia stato profitto non invalida i risultati scientifici. La trasparenza dei dati, la revisione tra pari, il controllo pubblico sono lì proprio per questo motivo.
      Quindi no, non sei un “complottista” per farti domande. Ma è importante distinguere tra domande legittime e disinformazione, tra dubbi fondati e affermazioni che, per quanto sentite sincere, non trovano conferma nei dati.
      Informarsi è un dovere, ma bisogna anche essere disposti a cambiare idea quando le prove smentiscono le convinzioni iniziali. Questo è l’atteggiamento davvero scientifico e, in fondo, anche umano

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    4. Sei già stato addomesticato anche dalla tua intelligenza artificiale? Ebbasta di far lavorare cosi la tua I.A, se un giorno ti morderà te lo sarai meritato. Sei un troll che abita sotto un ponte e sconsiglio tutti da continuare dal darti da mangiare visto che vi escono già dalle fottute pareti! Capite il metodo ed andategli in culo.

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    5. X Esule: beh oddio, in assenza di altro tipo di intelligenza, taluni sono costretti ad usare quella artificiale. I risultati sono quelli che vediamo...

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    6. Pensa che c'è chi ci scrive libri e compone musica. Molta della musica di merda di oggi è figlia della I.A e ne vediamo i risultati. Figurati poi che i diritti d'autore erroneamente vengono considerati di chi pubblica ma se leggi bene le postille in piccolo c' è scritto che i veri proprietari dei diritti d'autore sono i produttori delle I.A. Pensa come li tengono per i coglioni. Uno dei pochi che l'ha capito in italia è stato Morgan, cè un video in rete in cui lo spiega bene. Prepariamo le barricate

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  4. Fuori da ogni contesto ideologico novax provax ecc ... Se ho capito bene: mentre un vaccino comune, per esempio quello dell'epatite B, prevede l'inoculazione di un antigene che scatena una reazione immunitaria "naturale" che prevede la memorizzazione dell'antigene stesso così che, se questo si presenta anche 10 anni dopo (durata media di un vaccino comune), il nostro sistema immunitario provvederà a produrre le immunoglobuline specifiche, quello a mRna trasmette direttamente il messaggio alle cellule di produrre immunoglobuline specifiche contro quella determinata malattia, in questo caso il Covid. Quindi induce la produzione di anticorpi specifici ma non rimane la memoria immunitaria, giusto? E le IGG, ovvero le immunoglobuline specifiche hanno una durata di una ventina di giorni. Ecco forse dove sta l'inghippo e anche le varie incomprensioni: mentre il vaccino classico ti immunizza, il vaccino a mRna ti cura la malattia malattia nell'immediato, dandoti magari una cura efficace, ma anche una falsa sicurezza perchè dopo una ventina di giorni sei di nuovo scoperto. Questo non vuol dire che i vaccini a mRna non abbiano un potenziale di cura in una infinità di malattie, probabilmente però sono molto più simili ad un farmaco come modalità di azione che ad un vaccino vero e proprio. Ho capito male io? Secondo me si è fatta molta confusione e non si è fatta una corretta informazione, pronto comunque ad essere smentito.

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    1. Hai fatto un ragionamento articolato, ma ci sono diversi punti chiave in cui hai frainteso il funzionamento dei vaccini a mRNA, e ti ringrazio per essere disposto a farti smentire, perché chiarire è fondamentale.

      1. Il vaccino a mRNA non è una cura, è un vero vaccino.
      Come i vaccini “classici”, induce una risposta immunitaria completa: attiva sia la produzione di anticorpi (IgG) che la memoria immunitaria (linfociti T e B della memoria). Il fatto che usi l’mRNA come “istruzione temporanea” per far produrre l’antigene (in questo caso la proteina spike) non cambia il risultato finale: l’organismo lo riconosce come estraneo, monta una risposta, e sviluppa memoria per un’eventuale futura esposizione.

      2. Le IgG durano settimane, ma la memoria immunitaria può durare anni.
      È normale che i livelli di anticorpi nel sangue calino col tempo. Ma la memoria immunitaria non svanisce in 20 giorni. Al contrario, i linfociti della memoria restano nell’organismo per anni — pronti a riattivarsi rapidamente se il virus si ripresenta. Questo vale anche per i vaccini a mRNA, come dimostrano decine di studi scientifici peer-reviewed.

      3. Anche i vaccini “classici” spesso richiedono richiami.
      Il vaccino per l’epatite B che citi, ad esempio, si fa in 3 dosi. Altri vaccini (come quelli contro tetano o pertosse) richiedono richiami ogni 10 anni. Quindi l’idea che solo i vaccini a mRNA abbiano bisogno di richiami è falsa: la necessità di un richiamo dipende dalla natura del virus e dalla risposta immunitaria che genera, non dalla tecnologia del vaccino.

      4. I vaccini a mRNA sono tra i più studiati della storia moderna.
      La confusione non è nata da mancanza di informazione, ma spesso da disinformazione o interpretazioni sbagliate, come quella che hai cercato di fare onestamente. La tecnologia mRNA non è una scorciatoia: è una modalità moderna, estremamente efficiente e sicura per “insegnare” al corpo a difendersi.

      In sintesi: sì, hai capito male. I vaccini a mRNA sono veri vaccini, generano memoria immunitaria, e non si comportano come farmaci. La loro efficacia e sicurezza è stata confermata da miliardi di dosi somministrate, e sono uno strumento chiave nella medicina del presente e del futuro.

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  5. Avviso ai commentatori. Non saranno più accettati e pubblicati commenti vergati tramite la vomitevole intelligenza artificiale. Cerchiamo di smuovere i nostri cervelli, anche quelli di qualcuno che ha pochissimi neuroni. L’avviso è da considerarsi mandatorio da ora in poi. Tenkiu

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  6. Hai capito male il funzionamento dei vaccini mRNA. L'antigene (Spike) viene sintetizzato nelle nostre cellule grazie alle istruzioni dell'mRNA. Viene riconosciuto come non-self e processato dal sistema immunitario, generando una risposta cellulare e umorale (produzione di immunoglobuline anti-spike). Si generano anche cellule B di memoria. Il titolo anticorpale si abbassa nel tempo e diventa insufficiente per proteggere dall'infezione, senza considerare l'insorgenza di varianti virali con minore affinità verso gli anticorpi generati contro la Spike del virus non mutato. Le dosi di richiamo fanno risalire il titolo anticorpale e aumentano il numero di cellule della memoria.

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  7. Penso di aver compreso. Tramite l' mRna si dice alle cellule di produrre l'antigene e quindi poi tutto funziona come un vaccino classico. A questo punto mi viene un'altra domanda. Creare l' mRna capace di dire alle cellule di fabbricare l'antigene vuol dire conoscere bene l'antigene. Perché allora si è scelta questa tecnica e non quella classica di iniettare direttamente l'antigene sintetico? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi?

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    1. Hai capito benissimo: con l’mRNA non si inietta l’antigene, ma l’istruzione per farlo produrre alle cellule. A quel punto il sistema immunitario lo riconosce e si comporta come con un vaccino classico.
      Perché allora usare l’mRNA invece dell’antigene “già pronto”?
      Perché è più veloce, flessibile e sicuro.
      Con l’mRNA, una volta nota la sequenza genetica dell’antigene (es. la proteina spike), si può progettare il vaccino in poche settimane, senza coltivare virus o proteine in laboratorio. È stato fondamentale all’inizio della pandemia.
      Inoltre, se il virus muta (vedi varianti), aggiornare il vaccino a mRNA è molto più semplice rispetto ai vaccini classici. È una tecnologia piattaforma, cioè si può adattare facilmente anche ad altri virus o malattie (tipo influenza, HIV, tumori).
      L’unico vero limite iniziale era la conservazione: l’mRNA è fragile e alcuni vaccini (tipo Pfizer) andavano conservati a -70°C, ma stanno già arrivando versioni più stabili.
      Infine, no: l’mRNA non entra nel nucleo, non modifica il DNA e non resta nel corpo. È come un messaggio che si autodistrugge dopo essere stato letto.
      Insomma, non è “sperimentale” in senso negativo: è semplicemente una nuova tecnica, con basi scientifiche solide e ormai anni di dati reali.

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  8. Pfizer non sbaglia mai un farmaco o un vaccino

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