Il canale youtube di wiatutti!

martedì 27 maggio 2025

Il ceto medio eiacula

Ragazzi, tutto va a gonfie vele, veramente. Ce lo dice addirittura Il Sole 24 Ore, il giornale degli Esperti. Leggete, avrete di che eiaculare.


Colpito dal fisco, escluso dal welfare, ignorato nei riconoscimenti. Stiamo parlando del cosiddetto ceto medio. Ceto medio che barcolla ma (ancora) non molla, visto che ha nelle tasche due spiccioli per investire nel futuro dei propri figli. "Ma quanto può sopportare ancora?", si chiede il quotidiano dei massoni finanzieri?

Sentiamo cosa ne pensa tale Cuzzilla - bellissimo cognome - presidente della Cida, Confederazione Italiana dei Dirigenti e dell'atea Professionalità (sticaz): "È il punto di tenuta del Paese. È troppo ricco per ricevere aiuti, troppo povero per costruire futuro", con ciò ingenerando un paradosso difficilmente sostenibile nel lungo periodo.

Ma partiamo con la sarabanda dei numeri. Due Itagliani su tre si sentono ceto medio, ma più della metà teme che i propri figli staranno peggio di loro. Più di otto su dieci non vedono riconosciuto il valore delle proprie competenze nel reddito. E oltre il 70% chiede meno tasse sui redditi lordi.

La contraddizione centrale che emerge dal rapporto è questa: il ceto medio italiano non si definisce attraverso il reddito, ma attraverso l’identità culturale. Il 66% degli Itagliani si riconosce nel ceto medio, e per oltre il 90% ciò che conta davvero è il sapere, il livello di istruzione, le competenze acquisite. Ma questi valori non trovano più riscontro nella realtà economica, dato che l’82% che si autodefinisce di ceto medio denuncia che il merito non viene riconosciuto e che il capitale culturale non si traduce in una giusta retribuzione. E quando il riconoscimento non arriva, il motore si spegne: ciò che era spinta verso l’alto diventa semplice sopravvivenza. Traduciamo: se la gente normale non è pagata per ciò che merita, ti va nel culo.

Il 50% dei genitori appartenenti al cuore produttivo dell'Itaglia ritiene che i figli staranno economicamente peggio, e il 51% auspica che cerchino opportunità all’estero. Nonostante ciò, il ceto medio continua a investire: il 67% delle famiglie di ceto medio con figli conviventi sostiene spese straordinarie per garantire un futuro alle prole, mentre oltre il 41% aiuta economicamente figli e nipoti, confermandosi come primo ammortizzatore sociale. Tra i pensionati della fascia di riferimento del rapporto, il 47% aiuta regolarmente figli o nipoti, e il 66% ha finanziato o finanzierà almeno una spesa straordinaria. Questa generosità silenziosa è sempre più sotto pressione, solo il 52% si sente protetto da reti di welfare; gli altri oscillano tra ansia, incertezza e vera e propria insicurezza. E il risparmio, da sempre uno dei tratti distintivi del ceto medio, si erode: il 46% ha ridotto la capacità di accantonare risorse, e il 44% prevede un peggioramento nei prossimi tre anni. Quando la fiducia nel futuro si incrina, cresce il bisogno di protezione. Protezione???

Gnamo dai, ma la protezione ce la darà gente Brava come Mario, Giorgiario, la UE, l'Ammeriga, la NATO. Cioè tutti i nostri amici, quelli che vanno in televisione, dai... quelli che dicono che se accendi il condizionatore finisce la guerra, o che votano indistintamente i liberal, che siano a "destra" o che siano a "sinistra", o che ci dicono che per avere una pace giusta bisogna far scoppiare una guerra termonucleare.

Ecco, sapete che? Che a me questo ceto medio fa veramente vomitare, ormai, se avalla di continuo tutte le mostruosità che i Padroni impongono dall'alto, soprattutto quelle che danneggiano l'esistenza dello stecco ceto medio. Per cui, cari Padroni, non vi preoccupate, continuate così e fate di peggio, tanto nessuno vi dirà mai niente. E ceto medio... vai a stroncartelo in culo.

7 commenti:

  1. Mi hai scaciato per poco perchè penso di appartenere al ceto "medio basso" che sta scivolando pericolosamente verso il basso. Appartengo tristemente a quella classe lavoratrice il cui stipendio ha perso molta della sua capacità di acquisto e che ha eroso tutti i suoi risparmi per mantenere gli studi dei figli. Pazienza, magari in un'altra vita nasco ricco oppure facciamo in questa una bella rivoluzione, anche se è più probabile che esista la reincarnazione piuttosto che vedere la gente che lavora coalizzata contro il sistema capitalista.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mah, di fare la rivoluzione nemmanco ne parlo. Però godere a farsi del male...

      Elimina
    2. Ai miei tempi si sarebbe parlato di "coscienza di classe", ormai penso di far parte della famiglia dei dinosauri, praticamente un fossile.

      Elimina
  2. Buttate i cellulari ed impugnate Kafka

    RispondiElimina
  3. I soldi nessuno se li porta dietro dopo la morte e non è assolutamente gratificante divenire il più ricco del cimitero.

    RispondiElimina
  4. In contrapposizione a tutto questo va detto che c'è stato un periodo in cui anche il peggior imbecille di questa Nazione, votando o garantendo voti a vita a questo o quel partito, si è garantito un bello stipendio facendo finta di lavorare e una degna pensione intorno a 55 anni che lo ha accompagnato per ulteriori 30 o 40 anni più. C'è quindi una generazione che pagherà le conseguenze di questo progresso travolgente che dagli anni 60 in poi ci ha proiettato in questo paese dei balocchi facendoci credere che avremmo solo potuto migliorare di generazione in generazione. Ma di che!

    RispondiElimina
  5. Nelle nostre generazioni tanto sfortunate ci sono anche quelli che campano da 20 anni in casse integrazioni, CIGS e ammenicoli vari, lavorando una media di 3 giorni al mese. Ci sono le buonuscite, i sussidi ecc. ecc. ..... C'è di meglio, certo, ma c'è anche tanto di peggio...... non ci piangiamo sempre addosso via

    RispondiElimina