C'era una volta uno che si chiamava Gramsci. Una volta pare sia stato un discreto pensatore, oggi sarebbe considerato un comunista/fascista/rossobruno/putiniano. Questo Gramsci sembra che infilò in carcere e, siccome aveva un po' di tempo libero, iniziò a scrivere alcuni quaderni.
Il Quaderno 34 riporta alcune conclusioni che trovo fortemente calzanti con quanto sta succedendo oggi nel mondo. Ovviamente cambiano i tempi, cambia il contesto storico, cambiano i dettagli; ma i punti focali delle riflessioni mi sento di dire che sono fortemente simili.
Ordunque, sosteneva questo Gramsci che un aspetto importante della crisi politica si denomina "crisi di autorità". Crisi determinata dalla perdita di consenso della classe dominante, non più "dirigente" ma unicamente "dominante", ovvero detentrice della pura forza coercitiva. Ciò determina un cambiamento di paradigma fra dominante e dominati ed una morte di un vecchio sistema di potere, senza tuttavia che uno nuovo possa nascere: "in questo interregno si verificano i fenomeni morbosi più svariati".
Tale "crisi di autorità" è una crisi provocata dalle vecchie generazioni dirigenti e subita dalle giovani generazioni ("quistione dei giovani"), alle quali è posto un "meccanico impedimento" per svolgere la propria missione. A questo punto la domanda da farsi è: "una rottura così grave tra masse popolari e ideologie dominanti come quella che si è verificata nel dopoguerra, può essere «guarita» col puro esercizio della forza che impedisce a nuove ideologie di imporsi? L’interregno, la crisi di cui si impedisce così la soluzione storicamente normale, si risolverà necessariamente a favore di una restaurazione del vecchio?". Al tempo Gramsci concluse che ciò fosse da escludere, ma non in senso assoluto.
Ora, ovviamente il discorso gramsciano continua, mentre noi ci fermiamo qui, attenendoci ai fatti del 2025. A mio avviso, siamo di fronte - per l'ennesima volta nella storia - a questo "meccanico impedimento" che si consolida ogni volta in cui una crisi epocale (che noi stiamo vivendo) si mette in moto. Il "meccanico impedimento" delle (ex) democrazie liberali europee, quelle per cui ad esempio gente come Gramsci dette la propria vita, è oggi rappresentato dalla interruzione del processo democratico che abbiamo visto nei casi di Georgescu e di Le Pen. Al tempo di Gramsci le cose poi non andarono benissimo; speriamo che stavolta...
L’analisi gramsciana sulla crisi di autorità è sicuramente attuale, ma bisogna evitare di forzarla in paralleli storici troppo rigidi. Gramsci parlava di una classe dominante che, perdendo il consenso, si affidava solo alla coercizione. Oggi, però, la situazione è più complessa: le democrazie liberali europee affrontano sfide interne ed esterne che non si riducono solo alla ‘forza bruta’ del potere.
RispondiEliminaIl caso di Georgescu e Le Pen non rappresenta necessariamente un ‘meccanico impedimento’ nel senso gramsciano. Le istituzioni democratiche hanno regole che limitano chi può governare, ma ciò non equivale alla soppressione di nuove ideologie. Anzi, il pluralismo rimane vivo, proprio perché certi limiti vengono imposti per difendere il sistema stesso da derive autoritarie o antidemocratiche.
Gramsci aveva ragione nel dire che una crisi politica non si risolve con la semplice restaurazione del vecchio, ma non possiamo nemmeno cadere nell’errore opposto: credere che ogni freno istituzionale sia una prova di oppressione piuttosto che un tentativo di bilanciare poteri in una società complessa. Il rischio vero è che, semplificando troppo, si finisca per giustificare qualsiasi rottura come necessaria, senza considerare cosa venga dopo
Stai solo omettendo di parlare di Georgescu e Le Pen, ovvero del meccanico impedimento, ovvero del nocciolo dell’articolo, ovvero del cuore del problema delle ex democrazie europee. Ma va bene così. Cru, cru, cru.
EliminaAppena sentito adesso ad 8 e mezzo, Cingolani amministratore di Leonardo interrogato dalla Gruber con la domanda se i soldi per comprare le armi sono soldi sottratti al Welfare risponde: Non so se sono soldi sottratti al welfare o ad altri sprechi... E poi chi è ideologico? Qui siamo in piena lotta di classe, altro che difesa, ed i padroni stanno vincendo a tutto spiano.
RispondiEliminaIper concordo. E non solo, l’attacco brutale della lotta di classe è fatto dalle classi più ricche verso quelle più povere. Giustamente, dato che quelle più povere su fanno pisciare addosso senza reazione alcuna.
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