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mercoledì 26 marzo 2025

Vecchioni, in grande amicizia... vergogna!

Qualche giorno fa a Roma c'è stato un raduno di anziani delle RSA che, con le bandiere della pace e al canto di "Bella ciao" ha manifestato per la continuazione della guerra, il massacro di migliaia di persone e la spesa mostruosa per acquistare armi. Molti gli interventi, fra cui quello di un ubriaco ex cantante, da rimarcare.

Vecchioni rimarrà nella storia. Non solo per avere composto qualche canzone interessante anni fa, ma anche per avere declamato un discorso che, nel 2025, pensavamo di non potere mai sentire, anche se i nazi-liberal ormai ci hanno abituato ad ogni sorta di delirio, nella loro cieca furia di sangue (altrui). Dice infatti Vecchioni: "Voi chiudete gli occhi un momento e pensate ai nomi che vi dico: io dico Socrate, Spinoza, Cartesio, Hegel, Marx, e vi dico anche Shakespeare, Cervantes, Pirandello, Manzoni, Leopardi. Ma gli altri le hanno queste cose? L’Europa è pensiero continuo, è un continuo sovrapporsi, migliorarsi, cambiarsi, con errori infiniti, perché la democrazia non nasce perfetta. Pacifisti siamo noi perché teniamo alla nostra cultura. Poi questa parola, cultura, dovrebbe finire qui perché non so come sia, a parte qualche intellettuale in America. Dovrebbe essere nostra e basta. Certamente è nostra la cultura. Loro non sanno cosa sia".
Fermiamoci e riflettiamo, senza incazzarsi o indignarsi (è dura...). Anzitutto un domandone: chi sono "gli altri" e "loro"? Si evince che siano i non Europei, ovvero quasi tutto il mondo. Come, ad esempio, i primi che mi vengono in mente: Averroè, Avicenna, Dostoevskij, Confucio, Ghandi, ecc ecc ecc... sono questi "gli altri"? Ma dico io, ma come cazzo si fa a dire una cosa del genere, che puzza da lontano di razzismo coloniale e di fascismo suprematista? Davvero, io capisco la rabbia che sprizza dai pori di questa gente di fatto morta, che oramai non ha più niente da dare all'umanità, che si vede disintegrare un proprio mondo di privilegi, ma arrivare a questi punti è veramente intollerabile.
Vecchioni, hai fatto incazzare anche la Lucarelli! No dico, la Lucarelli... Andando a debordare nel plurisecolare razzismo congenito nella mentalità europea e occidentale, mal celata dietro a una superiorità morale sul resto del mondo, tipico della sinistra da salotto che ormai fa vomitare sempre più persone (finalmente). Fa onco e sorpresa l'arretratezza culturale degli intellettuali organici al potere neoliberale, che non leggono, non si documentano, semplificano la realtà da fascisti quali intimamente sono.
Si chiede la Lucarelli - incredibilmente in modo giusto - cosa sarebbe successo se siffatte parole le avesse pronunciate un Trumpete o un nostro politico di destra. La cultura deve essere nostra? Beh oddio, anche perché quella di altre civiltà la abbiamo spazzata via, fra fiumi di sangue (si pensi al colonialismo in Africa o in Sudamerica). E dato che ci siamo, citiamo il giornalista Delgado per chiudere con una serie di esempi virtuosi di esportazione della cultura di qualche Stato europeo nel passato.
"L'Inghilterra di Shakespeare e John Milton, ad esempio, che si è distinta per aver costruito il più grande impero della Storia. Per le guerre coloniali, i genocidi, le carestie provocate (India e Kenya), per la tratta degli schiavi atlantica, lo sfruttamento brutale di risorse e popolazioni (India, Africa, Australia) e per essere stata responsabile di milioni di morti per circa 500 anni. La Spagna di Cervantes invece, la ricordiamo per la conquista delle Americhe, per lo sterminio e riduzione in schiavitù di milioni di indigeni (Aztechi, Maya, Inca), per lo sfruttamento delle risorse dell'America Latina con il sistema delle encomiendas, per le violente repressioni coloniali nelle Filippine, in Nord Africa e  Caraibi.
Che dire della très chic Francia di Cartesio, il secondo impero coloniale per grandezza, distintasi per conquiste brutali (Algeria, Indocina, Africa occidentale), per i massacri coloniali, il genocidio in Algeria (1,5 milioni di morti nella guerra d'indipendenza), le repressioni in Madagascar e Camerun, la tratta degli schiavi nelle colonie caraibiche e lo sfruttamento della forza lavoro indigena.
E il tenero Belgio di Magritte, con quella simpatica canaglia di Leopoldo, che in Congo condannò a morte 10 milioni di persone, impose i lavori forzati a tutta la popolazione infliggendo mutilazioni e repressioni perché aveva quella illuminata passione per l'avorio. Senza contare la manipolazione delle divisioni etniche in Ruanda-Burundi, con effetti devastanti nel XX secolo (genocidio del Ruanda).
E veniamo all'illuminato Portogallo, il primo impero coloniale europeo, famoso per lo sfruttamento di Angola e Mozambico e le colonie in Brasile.
E che dire dei Paesi Bassi di Spinoza con il loro dominio in Indonesia, i massacri e lo sfruttamento della popolazione indigena per le piantagioni coloniali, le guerre nelle Americhe (Suriname, Guyana) e nel Sudafrica (sistema di apartheid iniziato dai coloni olandesi).
E l'immancabile Germania di Marx e Hegel, responsabile del primo genocidio del XX secolo (Herero e Nama in Namibia), le brutali repressioni nelle colonie africane (Tanzania, Camerun, Togo), un onestissimo olocausto e crimini di guerra durante la Seconda Guerra Mondiale.
E last, but not least, la nostra Italia di Pirandello e Manzoni, che nell'immaginario collettivo offrì dell'ottimo tiramisù in Libia, Etiopia, Somalia, Eritrea, anche se poi passarono all'uso di gas chimici, massacri (stragi della Cirenaica), deportazioni, repressioni, stupri e stermini nei Balcani durante la Seconda Guerra Mondiale. Qualcuno dirà che sono cattiverie degli invidiosi".

11 commenti:

  1. “Pace, pace!” Certo, bellissimo slogan. Lo scriviamo su un cartellone e lo mostriamo a Putin, magari si commuove e torna a casa. Magari funziona anche con i rapinatori: la prossima volta che uno ti entra in casa con un coltello, tu sorridi e digli che credi nella pace. Sono sicuro che poserà l’arma e vi farete una bella chiacchierata. Vedi, il problema è che la pace non è solo un desiderio, è una condizione che va difesa. Se tutti fossimo buoni e gentili, basterebbe dirlo. Ma nel mondo reale, purtroppo, c’è gente che capisce solo una lingua: quella della forza. E se vuoi evitare che la guerra entri in casa tua, devi essere pronto a impedirglielo. Quindi sì, tutti vogliamo la pace. Solo che alcuni di noi hanno capito che per mantenerla, a volte, bisogna essere armati abbastanza da far passare la voglia a chi la vuole distruggere.

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    1. Dio stramaledica gli Inglesi ed i mezzi inglesi e i mezzi uomini, accidenti a chi ce l'ha portati ed a chi gli ha venduto casa.

      Non c'è rabbia che non esploderà

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    2. “Stai parlando con me? Stai parlando con me?! Stai parlando con me?!

      E allora con chi diavolo stai parlando? Stai parlando con me? Beh, io sono l’unico qui…

      A chi pensavi di parlare? Ah sì? Ok…” Taxi Driver

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  2. Si davvero un esempio calzante. In italia se ti difendi da un ladro con la forza vai in galera te. Detto questo, le propabilita' che la Russia bombardi l'Italia sono millesimali. Non ha una sola ragione per farlo. Al contrario noi gli siamo entrati dentro diverse volte, tre per l'esattezza.

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    1. Esatto. E con quale risultati? Di solito il ciuco dove batte la testa una volta, la seconda ci sta attento. Noi peggio del ciuco. Ma tanto ora ci si riarma, vedrai che culo gli si fa.!!!! Chiaramente gli va chiesto di invaderci a comodo nostro è....

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    2. Ah, certo, perché la strategia migliore per difendersi è sperare che non succeda mai nulla. Geniale. Del resto, perché mai dovremmo avere un esercito o delle alleanze di sicurezza? Tanto la Russia non ha nessuna ragione per attaccarci… proprio come non aveva nessuna ragione per invadere l’Ucraina nel 2014 e di nuovo nel 2022, vero?
      E poi, che classe nel giustificare le invasioni con un conteggio da statistico militare improvvisato: “Noi siamo entrati tre volte!” Ah beh, allora direi che Putin ha tutto il diritto di rifarsi. D’altronde la storia si fa così, con il pallottoliere alla mano. Ma torniamo al punto: il mondo reale funziona con i rapporti di forza, non con la speranza. E chi non lo capisce finisce a farsi dettare le condizioni da chi invece l’ha capito benissimo.

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  3. Vecchioni ti voglio bene ma ti prego ripigliati, di imbecilli che pensano di essere migliori degli altri è pieno il mondo, almeno te riprendi ad azionare il cervello: chi è abituato a descrivere i sentimenti umani con tanta intensità non deve e non può farsi promotore del peggiore dei sentimenti ovvero la presunzione di essere superiore agli altri.

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  4. Più che altro se decidessero di attaccarci si dura come un gatto in tangenziale caro Frittole.

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  5. Nel 2014 è iniziata nelle repubbliche del Donbass da parte degli Ucraini verso i russofoni, giusto per dire le cose come stanno.
    Poi nel 2022 è avvenuta l'invasione da parte della Russia e mi fermo senza analizzare le "provocazioni" appena sul confine.
    Ma se uno parte dall'assioma ha stato Putin, inutile perdere tempo a scrivere altro.

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    1. Povero Totuccio. È vero che il conflitto nel Donbass è iniziato nel 2014, ma è altrettanto vero che è stato innescato dall’intervento russo. Dopo la rivoluzione di Maidan, la Russia ha annesso la Crimea con un’operazione militare non dichiarata e ha sostenuto militarmente e finanziariamente i gruppi separatisti nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk. Quindi, parlare di un’aggressione unilaterale da parte dell’Ucraina ai russofoni è una semplificazione distorta. Numerose prove indicano che la Russia ha fornito armi, addestramento e persino truppe regolari ai separatisti. L’abbattimento del volo MH17 nel 2014, attribuito a un missile Buk russo, è un chiaro esempio del coinvolgimento di Mosca. Definire il conflitto come una mera aggressione ucraina ai russofoni ignora il fatto che si tratta di una guerra ibrida orchestrata dal Cremlino. Se anche si volessero discutere le “provocazioni” citate (che spesso sono narrazioni propagandistiche), nulla giustifica l’invasione su larga scala del 2022. Nessun paese ha il diritto di attaccare un altro con il pretesto di proteggere una minoranza linguistica, altrimenti qualsiasi nazione potrebbe invadere i propri vicini con scuse simili. Chiunque analizzi il conflitto con onestà intellettuale sa che non si tratta di un semplice “ha stato Putin” ma di un processo complesso in cui la Russia ha avuto un ruolo chiave nel fomentare e poi amplificare la crisi. Dire che è inutile scrivere altro se si parte da questo “assioma” è un tentativo di chiudere il dibattito senza affrontare i fatti.

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  6. https://youtube.com/shorts/vlvtyD8nK00?si=V93RaN2pfDCv1mKx

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