La mente che sta dietro a questa altra perla ritrovata nella nostra memoria è sempre quella di Simone Taddei, che da poco, in via strettamente privata, ha festeggiato il quarantennale di una missiva che ricevette personalmente da un ultras empolese, appunto nel lontano 1983. Trattasi di vero e proprio capolavoro, di mentalità, cattiveria, ma anche di un buon eloquio in lingua italiana, di una scorrevole scrittura, di un uso appropriato della punteggiatura. Ad oggi l'anonimo scrittore della lettera non è stato rintracciato, nonostante assidue ricerche svolte in questi anni. Chi sa qualcosa, per favore ce lo comunichi. Se qualche lettore solo intuisce chi sia l'ultras empolese, ci contatti, in stile "Chi l'ha visto".
Ora lasciamo la parola a Simone Taddei, che ci inquadra il contesto storico.
"La lettera minatoria, parecchio, si riferisce alla partita al Rastrello del 17 aprile 1983. La gazzarra però era iniziata nel match di andata, quando, all'uscita, alcuni empolesi più facinorosi si avvicinarono minacciosamente al nostro pullman, lanciando alcuni oggetti e tentando di picchiare Loris Casini, di circa un'ottantina di anni e la fidanzata Amelia, di poco più grande, munita di binocolo da teatro. A Siena invece, mentre la partita stava per iniziare, con la gradinata già abbastanza piena, udimmo un coro "Empoli Empoli" indicativamente all'altezza di San Domenico. "Non verranno mica verso la gradinata?". E così fu. Quando arrivarono, spavaldamente, all'altezza del ponticino d'entrata, la situazione degenerò ed iniziò una susinatura (come diceva il prof. Colonna) a senso unico. Gli empolesi ebbero veramente la peggio e si dispersero per tutta la gradinata, in modo anonimo, senza mostrare segni di riconoscimento (come del resto successe a noi all'Ardenza). Va detto che, stranamente, eravamo più avanti, perché ad esempio il loro striscione Rangers Empoli mostrava un logo con un cerchio al cui interno era scritto "Forza Empoli", mentre noi avevamo già adottato un teschio di più belligeranti intenzioni. Fisicamente la lettera mi fu spedita perché, credo, al tempo mettevamo inserzioni nella rubrica "Mercatifo" del Guerin Sportivo, in cui veniva specificato l'indirizzo per scambiare corrispondenza con altri spastici di pari passione".
Ed ecco il testo della lettera minatoria. Un capolavoro.
"Bastardo,
come stanno i figli di puttana dei Coniglions Fighters?
Credevi che ci fossimo scordati di voi? Come vedi siamo sempre ben vivi e vegeti e anzi siamo aumentati di numero: siamo ben 300! Ora possiamo ammettere che a Siena siamo stati conigli il 17 aprile scorso, ma ti assicuriamo che se ci venissimo ora potreste essere anche 1000 ma vi romperemmo il culo lo stesso.
A Empoli gli aretini erano 1500 di cui 500 ultras e li abbiamo massacrati. I perugini sono scappati e sono tornati fuori solo quando 50 celerini li hanno scortati.
A Pistoia vi aspettavamo quasi tutti i 300 ultrà.
Abbiamo fatto il gemellaggio col Prato ma non crediate che lo abbiamo fatto perchè abbiamo paura di voi: solo per avere un'occasione in più per massacrarvi.
Pensate che a Empoli vi aspettano tutti, anche i vecchietti. E se avrete la sfortuna di tornare a giocare con noi segnatevi perchè non sappiamo davvero quanta polizia ci vorrebbe per evitare che vi massacriamo, e se non verreste voi troncheremo i giocatori. Non siamo più i soliti tifosi che si comportano sportivamente: il nostro coro consueto ora è: "E violenza sarà".
A Castelfiorentino eravamo venuti in una cinquantina sicuri che qualche leprotto fosse presente e invece c'era solo un pecorone con gli occhiali che non appena ci vide fece la faccia bianca e scappò alla fine del I° tempo. Pensate: 50 ultras per una partita amichevole e nel periodo delle feste. Pensate se doveste giocare con noi in campionato: a Empoli al solo pensiero tutti i picchiatori delle case del popolo, dei circoli, dei barrini diventano rossi di ira solo a dire Siena.
A Cremona non siamo andati perchè c'era la nebbia fino a due giorni prima e non abbiamo voluto organizzare alcun pullmann, ma a Como, Padova, Modena e Pistoia siamo stati presenti e sempre numerosi. Vi mandiamo questa foto solo per farvi vedere che quando facciamo un gemellaggio lo facciamo sul serio.
Ciao troie, buona C2!!!!!".
A leggere i contenuti di molti post del tifoso medio del Siena, verrebbe da pensare che in passato la
RispondiEliminasquadra abbia calcato per decenni i campi della Serie A e B, invece…Chissà perchè quando uno fa presente che in fondo la C è sempre stato il suo campionato e che rappresenta benissimo la sua dimensione, viene guardato biecamente come
se avesse sparato la più grossa delle ingiurie? “Ma come ti permetti, lo sai da dove siamo venuti?”
Ripeto: hai colto al volo il senso dell’articolo. Bravo. Al-Mutanabbi
EliminaL’Empoli oggi gioca in A ed il Siena rischia ancora una volta il fallimento…la verità è questa. Ride bene chi…
RispondiEliminaVedo che, come al solito, hai chiappato al volo il senso di questo articolo. Bravo. Al-Mutanabbi
EliminaLa parola “nostalgia” deriva dal greco antico. In greco, “ritorno” si dice nóstos. Álgos significa “sofferenza”. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio di ritornare. Come scriveva il grande Pessoa,
Elimina“Non c’è nostalgia più dolorosa di quella delle cose che non sono mai state!”
Bellissima testimonianza di anni eroici. Non c'entra una sega se poi la Robur è stata in A 10 anni e ci poteva rimanere alla grande, se invece la sua dimensione è la C (quanta gente ha sempre aperto la bocca per buttare fuori aria fritta) , se mamma Trofia era meglio degli Armeni, se il rottamaio condurrà i bianconeri verso il trionfo a Lastra a Signa o se le trote del Magi hanno gli occhi più sinceri di quelli di Massimo Massimo. La Robur è uno stato d'animo, senza tempo e senza categoria. E se ci fossero più Taddei a viverla, oltre che a raccontarcela, sarebbero meno uggiose anche queste giornate di merda fino al collo
RispondiEliminaCerte operazioni sanno tanto del poverello che ricorda ai nipotini i tempi del Klondike. Quanta tristezza.
RispondiEliminaCaro Dario (nome di fantasia), vedi che qui non attacca. Grazie comunque dei sempre intelligenti commenti. Al-Mutanabbi
EliminaEcco uno dei tanti folosoni che han fatto in modo che ad un certo punto questa città abbia iniziato a vergognarsi delle proprie radici e della propria natura di popolo.
EliminaChi si vergogna della sua storia semplicemente non ne fa parte. Noi invece si ricorda tutto perché non ci si deve vergogna di niente.
Vi si lascia volentieri i cenini a 100 euro, le bicchierate e i ricordi dei baciamano al potente di turno ai tempi in cui andare a vedere la Robur o la Menssana era scicche.
P.S. Quando ai tempi del mi nonno, i vaini erano pochi e ai cenini c'andava uno per famiglia, i nonni di qualchedun'altro, magari stavano altrove (forse nel Klondike) e Siena non sapevano neppure dov'è sulla mappa.
Purtroppo poi la piena ne ha portati giù parecchi...
De Mossi prevede il futuro:
RispondiElimina“Restituiamo a Siena l’eccellenza che merita”
Bei tempi, bellissime sensazioni. Nel 1983 ero ancora troppo piccino, ma ricordo. La partita forse finì 2 a 2, ero col babbo in gradinata.
RispondiEliminaFrate Asheur
Il tizio della lettera si chiamava Aldo, lavorava ad una filiale empolese del MPS. È stato uno delle venti milioni di vittime del Covid19, un novax complottista della prima ora dedito ai raduni di piazza per cercare di convincere che i vaccini contenessero chissà quali porcherie.
RispondiEliminaQuesta lettera è odiosa… non è politicamente corretta.
RispondiEliminaTrottolino Amoroso
Il problema è che oggigiorno nelle Contrade viene fatto monturare anche chi non c'è nato e,grazie alla sua "professione",riesce pure a mettersi du'spicci in tasca.
RispondiEliminaChilachiappalachiappa.
Chiunque abbia scritto quel commento, evidentemente non conosce né la storia, tantomeno gli statuti delle Contrade. Con ogni probabilità non è neanche senese. Per un ripassino consiglio vivamente la
Eliminalettura attenta del libro del Professor Balestracci.
Preciso.
EliminaE nella mia scopa di gobbo, persino Duce hanno monturato uno siciliano, che schifo.
Mario
Nella mia un nativo della Perfida Albione...pensa come siamo messi!Pora Siena,Beppe si rigira nella tomba.
EliminaNella “tua” un nativo della Perfida Albione, un certo William Heywood è stato anche capitano.
EliminaNella “mia” di solito chi crepa di gelosia e punta il dito contro tizio e caio, poi si scopre che non paga il protettorato da quel dì.
EliminaInfatti durò parecchio!forse,però,a differenza arrivati da fuori attuali,non si sarà messo soldi in tasca...chissà...seguito! tanto poi il conto arriva tutto insieme.
EliminaEssendo nato altrove, pur residente e di discendenza senese, ho appena appreso che dopo trent’anni di frequentazioni non mi potró più monturare in quanto rappresento un problema. Ne prenderó atto.
RispondiEliminaSuvvia bimbi. Bisogna accogliere tutti, specie se danarosi. I regali di natale a Giovanni un pagano mica da soli.
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