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martedì 28 marzo 2023

La fava che non sa stare al suo posto

Uno di questi giorni mi è capitato di vedere, su una tv locale maremmana, un servizio sul match di qualche giorno fa Grosseto-Livorno. Avevo sentito dire che erano successe cose turche, ma non avevo capito che c’era un colpevole. Anzi, IL colpevole


Anzitutto una premessa. Non sappiamo niente di fatti concernenti il Grosseto, che ci sta a cuore considerato il nostro amore per la Maremma. Mi scuso anzi con i tifosi biancorossi che eventualmente leggeranno questo articolo, non è assolutamente il mio fine quello di analizzare fatti inerenti le sorti calcistiche del Grifone. Questo è un pezzo che parla di comunicazione e di come la comunicazione condizioni l’animo umano. In questo caso, incidentalmente, si parla di Grosseto calcio.

Dicevamo di questo servizio televisivo, commentato da un giornalista locale. Faremo una analisi comparativa di ciò che si vede e di ciò che si sente, di immagini accompagnate da parole. E poi metteremo un nostro commento.


CAPITOLO 1 - L’INCIPIT

VIDEO: Finale della partita, arbitro e guardalinee scortati verso gli spogliatoi, il presidente Lamioni da dietro che protesta urlando.

VOCE: Si racconta che prima della partita allo stadio si esortava a combattere la violenza con la cultura, ma il labiale “inequivocabile” di Lamioni narra di un’altra realtà.

L’incipit è chiarissimo: Lamioni è un violento ed attraverso la sua violenza (sua e solo sua) si inibisce un percorso virtuoso verso lo sviluppo della cultura (termine lasciato volutamente neutro, senza alcun tipo di approfondimento, solo per evocare emozioni allo spettatore) a Grosseto.


CAPITOLO 2 - LA FAVA CHE NON SA STARE AL SUO POSTO

VIDEO: Immagini di Grosseto, gradevoli e solari. Poi manifesto sul progetto di Grosseto capitale italiana della cultura 2024 e quindi su un depliant satirico su “Non fare la fava”, riferito alla campagna per la tutela dei parcheggi per disabili.

VOCE: Lo spiacevole episodio occorso allo Zecchini è metafora della città, indecisa se puntare ad essere capitale della cultura o culla delle fave che non sanno stare al loro posto.

Si riprende, ampliandolo e circoscrivendolo, l’incipit. Il concetto di cultura è sviluppato dando ora un esempio concreto, quello del progetto di Grosseto capitale della cultura 2024. Il violento Lamioni diventa una fava che non sa stare al proprio posto. E la fava che non sa stare al proprio posto fa sì che Grosseto possa fallire nel divenire capitale della cultura 2024.


CAPITOLO 3 - LA SINDROME DELL’ACCERCHIAMENTO

VIDEO: Immagini del match contro il Livorno (immagini di episodi non sfavorevoli al Grosseto). Poi intervista all’allenatore del Grosseto, che parla dei deficit della propria squadra e non dei torti arbitrali. Quindi ancora immagini di accerchiamento della terna arbitrale a fine partita.

VOCE: L’allenatore del Grosseto è l’unico a non farsi prendere dalla “sindrome dell’accerchiamento, un disturbo paranoide che affligge i Grossetani”, alibi per non uscire dalla mediocrità. Il pensiero dei Grossetani timoroso, sospettoso, assillato da manie di persecuzione fa sì che sia inibita la crescita del territorio.

Il mite allenatore del Grosseto viene preso a modello di un atteggiamento giudizioso, contrario ad una vera e propria turba psichica che affligge il Grossetano (Lamioni), che danneggia una intera comunità. Tale atteggiamento difatti non fa sì che il territorio possa crescere (termine lasciato neutro, non si indica un parametro di crescita, una direzione di crescita, un modello di crescita).


CAPITOLO 4 - PRIMI FRA MEDIOCRI

VIDEO: Immagini di Canapone. Poi immagini dal campo di gioco.

VOCE: Si parla di leader che mostrano i muscoli, che preferiscono "essere primi fra mediocri rispetto a essere secondi fra eccellenze". Le partite vanno chiuse prima che ci possa essere un errore, senza sfociare nella rabbia, che deve essere controllata. Comportamenti come quelli visti allo Zecchini non sono giustificati in alcun caso.

Lamioni ora è un fascistoide che mostra i muscoli, un mediocre (anzi, il primo fra i mediocri) che non può essere annoverato nella cerchia delle eccellenze, all’interno della quale comunque rimarrebbe sempre secondo. Le eccellenze restano indefinite, ma evidentemente sono tutti coloro i quali si sono schierati contro Lamioni, a prescindere dalle loro effettive capacità. Lamioni non è giustificabile e non sa reprimere la propria rabbia. L’immagine che ne scaturisce è quella di un uomo fuori controllo.


CAPITOLO 5 - COMPORTAMENTI DA ULTRAS

VIDEO: Immagini della curva, poi della tribuna dello Zecchini. Poi ancora immagini dell’accerchiamento della terna arbitrale a fine partita

VOCE: Comportamenti da ultras, che occhieggiano a certe frange del tifo ma che non sono assimilabili allo sport, inteso sia come gioco sia come sostegno alla squadra, sia come cultura sportiva. Ciò che è successo è molto grave e non giova a nessuno: alla squadra, alla città, alla voglia di riscatto presente in tanti (cittadini, amministratori, imprenditori) e che inficia la vita di generazioni presenti e future. Lo sviluppo culturale ed economico necessita di essere supportato da tutti con una attenzione estrema all’immagine che ciascuno dà alla città ed al territorio.

Lamioni è un ultras, parola magica che sollecita il ribrezzo dei benpensanti. Ma il suo messaggio ultras, se può far piacere ad una minoranza (ultras) del tifo di curva, è controbattuta dal resto della tifoseria di tribuna, dei benpensanti. Il suo atteggiamento (ultras) è contrario alla cultura sportiva (ancora un rimando al concetto di cultura, totalmente indefinito). La gravità dell’atteggiamento (ultras) di Lamioni è inaudita e crea danno estremo alla squadra (allenatore compreso), alla società, alla città, alla comunità, alle generazioni presenti e future. Il tutto mentre tanti altri, contrari a Lamioni, cittadini, politici, amministratori, saprebbero invece come indirizzare il benessere di tutti. Infine, l’orrenda immagine (ultras) di Lamioni si ribadisce che crei danno allo sviluppo culturale ed economico di Grosseto.


Ora, sicuramente qualcuno penserà: ma che cazzo gliene frega a Wiatutti del Grosseto? Niente, ma ci garba e ci interessa assai decriptare la comunicazione di un certo tipo, che è la stessa identica che girella nel borgo polveroso. In questo caso, penso che il tutto sia stato chiaro. O no?

2 commenti:

  1. Ma l'assessore è un gufo diperride.
    Per me tifa pure violamerda.
    Martina J.

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  2. Grazie wiatutti. Ormai il Grosseto è una succursale violacea. Forse si retrocede, però si fa lo stadio nuovo all'inglese tutto coperto da 10000 posti e tutti zitti. W chi non si piega al villaggio denaro.
    Un abbraccio a tutti.
    Grifo65

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