E mentre il mondo è restato con testa, occhi e orecchie a vedere come andava a finire la questione di Azovstal, qualcosa è successo. Oggi vi vogliamo far capire come è stato raccontato un racconto dallo sterco giornalistico itagliano.
Ordunque, parliamo chiaramente del Corriere del Siero e della Repubblica del Vaccino. I quali ci narrano la storia della giornalista Shireen Abu Akleh, uccisa dai soldati israeliani e quindi portata a braccia dalla gente palestinese nel giorno del suo funerale.
Ci sono video chiarissimi che mostrano i soldati israeliani sfogarsi letteralmente al corteo funebre, picchiando soprattutto i portatori del feretro, in una scena di mostruosa violenza, soprattutto se riferita al contesto. Scene raccapriccianti, ma purtroppo da quelle parti ricorrenti. Ma andiamo avanti e guardiamo come i due giornali nostrani titolano l'evento.
Repubblica del Vaccino: "Scontri al funerale della giornalista uccisa". Sparisce il nome della malcapitata (giornalista è termine neutro, che non dà appiglio al lato emotivo del lettore), ma soprattutto si parla di scontri, che evidentemente, detta così, possono essere causati anche dalla parte palestinese. Ed ancora, citando fonti militari israeliane: "Intonavano canti e lanciavano pietre, costretti a intervenire". Dai video si vede assolutamente che nessuna pietra viene lanciata. Se poi non si può nemmeno cantare o mettere una bandiera palestinese, si vede che la grande democrazia sionista funziona così. Ed infine il giornalaccio ci spiega come è morta Shireen: "E' stata colpita durante uno scontro a fuoco tra esercito e miliziani". Bugia gigantesca, visto che la collega della deceduta, al suo fianco, ha riferito di un omicidio senza che fosse in corso una scaramuccia fra le due parti; e visto che esiste un video che fa chiaramente vedere come non ci fosse alcuna provocazione di parte palestinese.
Il Corriere del Siero, come spesso capita, è più mellifluo. Titolo: "Violenze ai funerali della giornalista, la bara rischia di cadere". Ancora termini neutri (violenze, giornalista) e soprattutto un dettaglio insulso della bara, che però prende in pieno l'attenzione del lettore ritardato. Ma è splendido il video che appare nel giornalaccio, tagliato ad arte per non mostrare i momenti di barbarie più alti delle milizie israeliane.
Morale. A me poco importa delle vicende palestinesi. Israele uccide, violenta e stringe sempre più all'angolo la Palestina fin dalla propria nascita (ah, in questo caso la magica dicotomia che tutto risolve "aggredito-aggressore" non si applica). Negli ultimi anni fra l'altro questi strani omicidi di giornalisti inviati in Palestina sono enormemente cresciuti, quasi a voler significare che lì in zona non sono i benvenuti. No, mi interessa mettere l'attenzione sull'operato e la funzione dei nostri giornalacci. Ci sono riuscito?
Perfettamente. Poi, qualcuno, se viene chiappato a berci o a golini, fa anche l'offeso e la vittima.
RispondiEliminaSanguebianconero