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martedì 11 gennaio 2022

Principio tattico n. 7 - Trasposizione e contropropaganda

Sto leggendo un libro. Esso è molto interessante. Si intitola "Goebbels. 11 tattiche di manipolazione oscura" ed è scritto da Gianluca Magi. Esso tratta di tecniche, riprese dal sulfureo Goebbels, di manipolazione e controllo delle masse, tratteggiando un inquietante parallelo con il nostro tempo, ove l'addomesticamento del popolaccio pare attività primaria da parte dei "padroni dell'umanità". L'argomento - lo saprete - ci garba assai.


PRINCIPIO TATTICO N. 7 - TRASPOSIZIONE E CONTROPROPAGANDA

"Scaricare costantemente sull'avversario i propri errori, difetti e responsabilità. Rispondere all'attacco con l'attacco. Surrogarsi all'avversario nelle sue vittorie. Se non è possibile negare le cattive notizie, se ne inventino di nuove per distrarre e incolpare qualcun altro"


Se non si possono negare le cattive notizie, si silenzia o si minimizza. Se non si può silenziare o minimizzare, si scredita. Se non si può screditare, si inventano notizie per distrarre.

Si fornisce una versione aggiustata, parziale, arbitraria o distorta di un evento e poi si orientano i media e la pubblica opinione. Rappresentare un evento vuol poter dire semplificarlo, ignorarne taluni aspetti, drammatizzandone altri, focalizzarsi su un singolo punto. O altrimenti si pianificano pseudo-eventi (notizie false, audio falsi, immagini fase, ecc) per togliersi d'impaccio e distrarre l'opinione pubblica.

Con la trasposizione del proprio errore sull'avversario gli si rovina la reputazione, instillando dubbi nella mente del pubblico. L'avversario a questo punto resta doppiamente legato al dubbio: se nega le voci diffuse sul suo conto, rafforza il sospetto su di lui; se ignora la situazione, i dubbi gli daranno il colpo di grazia.

Mai farsi schiacciare sulla difensiva dalle argomentazioni dell'avversario. All'attacco si risponde con l'attacco, fomentando la rabbia, ricorrendo allo sdegno, incolpando il nemico.

Per la creazione di pseudo-eventi ci si avvale di società esterne per monitorare i media, formando gigantesche banche dati che servono per gestire le risposte dell'avversario. Di solito in questo caso si scredita l'avversario servendosi di una via indiretta, mettendo in giro notizie false da fonti anonime e rilanciando le insinuazioni su canali non ufficiali, prima di farle divenire di pubblico dominio. Si installa così nella mente della pubblica opinione il discredito dell'avversario.

Le tesi dell'avversario devono essere messe in ridicolo, derise, messe in una posizione di inferiorità facendo loro perdere credibilità e valore. Le accuse di complottismo e cospirazionismo rientrano in questa tattica, appiattendo la critica sul livello screditato ed impedendo una discussione sugli argomenti trattati.

Importante è l'attacco ad hominem, che salta ogni argomentazione della tesi e prende d'assalto la persona che le sostiene. Con l'accusa detta tu quoque, l'accusatore rimanda sull'avversario gli stessi suoi errori, per mettere in mostra l'incoerenza nel sostenere tale posizione. Se la colpa è generalizzata, allora il problema è azzerato.

Le notizie si inventano per distrarre la massa, per inganno, manipolazione e controllo sociale. Mettere l'attenzione su informazioni insignificanti fa sì che il pubblico non si informi sui problemi rilevanti e sui cambiamenti decisi da politica e finanza. Questa filosofia della futilità crea cittadini illusi di partecipare, li atomizza senza coinvolgerli in una società libera e democratica.

9 commenti:

  1. Il Cannella ha dichiarato che non conosce il mercato della C. Invece che a tutto gas noi viaggeremo a Cannella aperta! Ma di dove è originario questo simpatico meridionale?
    Carlino

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  2. Al-Muta, me la levi una curiosità? Quante visualizzazioni hanno questi articoli "tattici" che proponi?

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    1. Abbastanza. Perchè? Al-Mutanabbi

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    2. Perché vedi Al-Muta... oggi, se chiedi quante visualizzazioni ha "Il Rosso e il Nero di Stendhal", alla inevitabile e triste risposta, ti fanno un rutto nnel muso.
      Non contano i significati o i temi profondi, contano le visualizzazioni se vuoi contare qualcheccousa.
      (o credi di poterti paragonare a sua Maestà Yutubero FavijTV ? Lui si che è figo... e ci guadagna anche un monte di soldi!)

      Ma non solo... è talmente aliena, a certe menti, la possibilità che si possa pensare di parlare di "altro" che se ci provi si stupiscono e vengono pure a percularti se non addirittura a sabotarti pur di riuscire a scoraggiarti.

      Oh... il mondo va così eh.

      Io sto pensando di fare un blog dove si parla solo e soltanto di "Così parlò Zarathustra"... immagino che non ci si aspetterà che si parli anche di ciclismo, basket, calcio, fica...

      Però ammetto che mi diverte un monte vedere i fallaci e miserevoli tentativi di "dare fastidio" nella insana convinzione di estorcerti una linea editoriale che parli solo e soltanto di calcio (a proposito, quanto costa abbonarsi al tuo blog?)

      Ah... in altri luoghi e lidi, io sono un appassionatissimo di calcio e non mi stupisco che in quei luoghi e lidi se ne parli; INCREDIBBILE! Pare ci siano posti dove si parla solo e soltanto di calcio. ROBA DA NON CREDERE :o)

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    3. Il blog “Così parlò Zarathustra” sarebbe interessante. Quasi quasi… Al-Mutanabbi

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  3. La mia era solo una curiosità. Capire, diciamo, a quante persone possano arrivare queste nozioni psico-tattiche. Chiedere cosa ne pensa la gente e se le vede applicabili/applicate nella situazione che viviamo oggi è forse chiedere troppo, però già che le leggano in molti è un punto di inizio e di debole speranza.

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    1. Boh, non so quante persone capiscano. A me comunque paiono concetti molto soft, basilari, comprensibili. Ti dico anche che più d’uno, proprio a proposito di questa “saga”, mi ha ingaggiato in ganze discussioni. Al-Mutanabbi

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  4. Mi dispiace che quixote abbia mal interpretato la mia domanda. Era veramente una semplice curiosità. Se dio vuole l'orario della mia risposta ad Al-Muta mi scagiona da immotivate illazioni circa la mia buona fede. Leggo comunque amarezza nella risposta di quixote che purtroppo, incomprensione a parte, condivido. Sì, perché effettivamente oggi anche io, come quixote, provo una grande amarezza per quello che leggo e sento ogni giorno. C'è un gran disagio in giro. Ce n'è per tutti anche se per motivi diversi. C'è quello che si sente a disagio perché ancora non hanno messo l'obbligo vaccinale per tutti, c'è quello che si sente a disagio perché lo stanno obbligando col ricatto a vaccinarsi, c'è quello che si sente a disagio perché deve spendere parte del suo stipendio per poter lavorare, c'è quello che si sente a disagio perché il proprio locale non è pieno come qualche mese fa e le bollette sono raddoppiate, c'è quello che si sente a disagio perché ha paura di uscire di casa, c'è quello che si sente a disagio perché tutti intorno a lui sembrano non capire quello che sta accadendo oggi sul fronte politico e sanitario. Disagio per tutti, disagio ovunque.
    Mi piacerebbe, e spero che Al-Muta si adoperi per questo, che si riuscisse a trovare qualche principio tattico di controffensiva a tutti quei principi tattici del malaffare che sono stati esposti fino ad oggi. Una soluzione, intanto teorica, a questi perversi giochi di potere volti a schiacciare la libertà di tanti in favore del completo controllo da parte di pochi eletti. Un po' ci sta pensando la natura a rimettere le cose e le persone al loro posto, ma non basta. Ci vuole qualcosa di più oggi perché la situazione che hanno creato in questi due anni sta quasi diventando la normalità per molti, si è ben radicata. Dai Al-Muta, sorpendimi! Credo in te!

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    1. Oddio, disagio diffuso ed esteso c'è perchè questi due anni sono stati affrontati al contrario totale di quanto si dovesse fare, fino a giungere ad oggi in un mondo (anziana parte di mondo, quello più ipocondriaco, psicotico e vaccinato) dove vige il caos. A mio avviso, un altro obiettivo raggiunto.
      Personalmente non posso fare niente, se non continuare a scrivere per divertimento articoli di merda su un blog di merda. Non esiste (qui) alcun tipo di obbligo di leggerli, per cui ognuno ne farà ciò che ne ritiene opportuno. Ti potrei sorprendere solo gnudandomi, ma non mi parrebbe il caso.
      Al-Mutanabbi

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