Tre premesse. 1) Si presuppone che a imbrattare la vetrina di Clet siano stati dei folosi del borgo polveroso. 2) Si stigmatizza il gesto di qualche demente, che probabilmente non ha di meglio da fare per le festività. 3) Clet non ci garba. 4) Siena è la città più bella del mondo. Bene, possiamo cominciare, così nessuno si offenderà (forse).
Dice Clet: "Sono proprio coloro che mi accusano di vandalismo a dimostrare l'atteggiamento più distruttivo e tossico. Suppongo credano nel rispetto come ad un luogo comune, una tradizione immutabile e a senso unico, rabbiosa, violenta e chiusa". Ha ragione. Ha totalmente ragione.
Il perchè del gesto (una cazzata di per sé, c'è molto di peggio) sta proprio qui, nella tumorale idea di detenere (non si sa per quale legge divina) il grimaldello unico e l'interpretazione definitiva di termini come "rispetto", "tradizione", "decoro". Nonostante, en passant, che tutto ciò che si tocchi, terminati da anni gli effluvi di denaro montepaschino, diventi merda. Tutto distrutto, enti, associazioni, aziende. Tutto rubato, soldi, titoli, futuro. Con l'appendice di gente morta in non ancora chiare circostanze. E ci si incazza perchè un artista abbellisce dei cartelli stradali, prontamente (alalà) rimossi dalle forze di pubblica sicurezza?
Dice Clet che giustamente Siena merita rispetto, ma un rispetto intelligente, non scemo, come scemo è il gesto di qualche demente, che coinvolge una città intera. E che mai "regalo" fu più opportuno per far capire che i veri vandali sono proprio i tossici che imbrattano una vetrina a Firenze chiedendo un fantomatico rispetto, presumibilmente basato su un "luogo comune", una "tradizione immutabile e a senso unico", "rabbiosa", "violenta", "chiusa". In controtendenza allo studio di Clet, sempre aperto e sempre pronto al confronto. Fra gente civile, si può anche prendere, bussare, entrare e proporre la propria visione delle cose ad un artista di strada, notoriamente gente che accetta che la propria opera sia appunto distrutta.
Continuiamo così, imperterriti, a sentirci i depositari della Verità, del Rispetto e della Tradizione. Si vedono benissimo i frutti della nostra bravura.
Non credo che chi amministra la Città e molti dei suoi abitatori abbia colto il senso di quanto ha scritto Clet e di quello su cui tu hai appena scritto interpretando il suo pensiero. Chi ha messo le mani sulla città questa ottusaggine/chiusura l'aveva colta da tempo e gli ha permesso di sbarbare lo sbarbabile senza che il popolo abbia proferito parola.
RispondiEliminaSanguebianconero
Di tutta questa orribile pantomima, a me difatti interessa il commento di Clet. Commento sul quale non è esistita nel borgo polveroso la minima capacità o intenzione di ragionare. Vuol dire che va bene così. Al-Mutanabbi
EliminaI senesi s'incazzano (giustamente eh, ci tengo a sottolinearlo) quando gli rubano una bandiera di contrada ma... non s'incazzano se gli rubano una banca o una università.
RispondiEliminaCi sarebbe TANTO da riflettere su questa strana discrasia.
Ma che palle con questo Franzoso,tanto caro ai Compagnucci della Parrocchietta che lo invitano e lo accolgono x i suoi raid notturni (con foto pubblicate su Facebook) vero EcoDem....
RispondiEliminaA me del Franzoso mi importa meno di niente. Al-Mutanabbi
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