Il mondo gira in modo strano, almeno per come l’ho sempre pensato io.
A me, in strada da piccino, hanno insegnato che chi sbaglia paga e che quando si sbaglia si deve assumere - detto con termini contemporanei - un low profile, senza tanto esporsi.
Ma la società dell’apparire, del bercio, dell’occupazione ossessiva degli spazi fisici e mediatici ci insegna altro. Ci insegna che più si è nell’occhio del ciclone e più si deve alzare la cresta, più si subisce e più si deve contrattaccare. Anche perché, oggettivamente, non c’è niente da perdere, se non il senso del pudore.
Prendiamo due esempi, vicini e lontani: Andrea Scanzi & Andrea Bellandi.
Colto probabilmente sul fatto per essersi fatto fare un vaccino non dovuto, saltando probabilmente la fila degli aventi diritto (ma lui nega ovviamente tutto) ben più anziani, Scanzi alla fine ha sbottato. Ma come, lui che ha 2 milioni di seguaci, lui che ha rischiato la vita per un vaccino chiacchierato, lui che ha dato il buon esempio, lui deve essere ringraziato! Ed in fondo, una grande ragione ce l’ha. Non conta più da tempo infatti l’atto, ciò che si fa, ciò che si produce. No, contano i followers, i seguaci, il pacchetto di laik che accompagna questi nuovi cantori e moralizzatori itagliani, poco giornalisti e tanto influenzer, gente che influenza appunto la scelta di altri deficienti. Per cui, ha ragione Scanzi quando dice che, dopo che lui ha offerto truffaldinamente il petto ad Astrazeneca, molti altri hanno seguito il suo esempio. Ci si deve o no vaccinare tutti? Ebbene, ha fatto più Scanzi di Tartina Giani, tanto per rimanere in terra toscana. Per cui: grazie Andrea.
Da un Andrea ad un altro. Mentre infuria la polemica nel borgo polveroso sulle attività forse lievemente illecite del grande imprenditore kazako, mentre molte teste sono già “cadute”, sebbene molto molto simbolicamente, Bellandi non solo non prende al balzo l’articolo di Wiatutti di qualche giorno fa di fare un bel passone indietro autosospendendosi, ma trova il tempo di rilasciare una intervista analizzando passato e futuro del Siena. Alcuni passaggi devono trovare approfondimenti (“Abbiamo un allenatore sovradimensionato”???), ma ci pare particolarmente rimarchevole l’affermazione secondo cui ci si dice che “abbiamo un dovere morale verso questa città”, ovvero il salire di categoria. Dovere morale? Ma in che senso? Una società ha il dovere di provarci, se l’obiettivo è quello. Ed abbiamo visto quanto la holding armena, della quale Bellandi è dirigente e rappresentante, ci abbia “provato”... Ma non parliamo di dovere morale verso la città. Oppure, visto che nell’argomento siamo rientrati, è vero, un grosso dovere morale esiste, ed è quello di sospendersi dalla carica in società, visto che il Siena Noe’ rischia di essere coinvolto nella tegamata proprio per la figura di Bellandi che sfortunatamente lega i poli armeno e kazako. Non essere più il DG del Siena non costa niente, ma darebbe un segnale morale alla città ed alla tifoseria. Ma anche in questo caso, visto che grosse proteste non le vedo, sosteniamo che alla fine abbia ragione anche questo Andrea, che quindi è logico non solo che rimanga al proprio posto, ma anche che continui a rilasciare interviste per conto della società bianconera. Per cui: grazie Andrea.
Grazie Andrea.
Grazie Andrea.
Costruendo fin dalle basi una società di servi dalla zucca vuota, è inevitabile che le ripercussioni siano queste. Manca spirito critico, capacità di discernere il lecito dall'illecito, e questa roba si costruisce nel tempo, negli anni, in famiglia innanzitutto. E ovviamente se la famiglia fosse poi corroborata da istituzioni scolastiche, sociali e mediatiche sarebbe ancora meglio. Ma esse vanno nella direzione opposta, tant'è che se un genitore negli anni non ha avuto la possibilità di sviluppare quello che ho detto sopra, non sarà nemmeno in grado di trasmetterlo ai figli che inevitabilmente saranno irretiti come i genitori nel calderone. Li vedi già da bambini dall'atteggiamento, da come si vestono, dalle acconciature, un bombardamento mediatico indescrivibile, basta guardare cartoni animati, pubblicità, format vari di trasmissioni o social. C'è però un'enorme differenza tra chi è fagocitato e chi no: se lo sei, probabilmente non ti accorgi di esserlo e vivi sempre alla ricerca dell'indicazione della via da seguire. Se non lo sei, sai benissimo qual'è la tua strada, sei sereno, hai una vita piena e non ti manca quasi niente indipendentemente da quello che hai.
RispondiEliminaIl vostro antipaticissimo ed ateo Sanguebianconero
La fa un po’ troppo facile, sia sul versante della trasmissione dello spirito critico che su navigazione, serenità e pienezza. Si ricordi che a ritrovarsi un figlio tossico o delinquente ci si mette un attimo, a volte senza neanche capire il perché (e spesso succede a chi ha troppe certezze) mentre a vivere nel vuoto più totale senza sapere dove andare o nella depressione più nera ci si mette ancora di meno.
EliminaCon affetto,
Sangue biancorosso (e ho detto tutto)
Condivido in toto
EliminaIl ruolo di genitore è il mestiere più difficile del mondo e di base richiede una cosa sola:
Presenza.
Si può avere la zucca piena di grandi ideali e buoni propositi e tuttavia essere genitori assenti.
Ma sei sicuro di essere ateo?
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