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mercoledì 2 settembre 2020

Il suicidio di Viviana e Gioele sotto la piramide.

Nell'ultimo articolo de L'Eretico di Siena si richiama un tragico fatto di cronaca successo in terra siciliana, le morti di Viviana e del piccolo Gioele a Caronia. Suicidio. A meno che... A meno che non ci sia, come dice l'Eretico, qualche mentecatto che possa gridare al complotto.

Noi, che mentecatti pur siamo, non gridiamo al complotto. Anzi, pensiamo che si sia trattato di un chiaro episodio di suicidio. Però vi portiamo all'attenzione qualche curiosità.
La tragedia si è consumata nei pressi della Piramide al 38º parallelo, opera dell'artista Mauro Staccioli (quello dei buchi di Volterra) facente parte della "Fiumara d'Arte", un museo all'aperto costituito da diverse sculture di artisti contemporanei ubicate lungo gli argini del fiume Tusa. Ogni anno, attorno alla scultura monumentale, nei giorni del solstizio d'estate si svolge il cosiddetto ''Rito della Luce'', un evento ideato da Antonio Presti che coinvolge poeti, filosofi, musicisti, danzatori, artisti, gruppi di diverse etnie, associazioni, studenti del territorio e l’intera cittadinanza, "con l’obiettivo di illuminare le coscienze di tutti, restituendo alle nuove generazioni messaggi positivi legati ai valori e alla speranza".
Così qualche anno fa La Stampa descriveva l'evento: "Il suono del didgeridoo, lo strumento ancestrale degli aborigeni australiani, fa vibrare il ventre della piramide. Sembra che rimbombi la terra, che tremi il cielo, che risponda il cosmo. Fuori, gli allievi di yoga del centro Rishi intonano l'Om, il danzatore algerino Gil Nedjari si muove con passi ora lenti ora convulsi, il percussionista ungherese Laios Zsivkov picchia sul suo darbouka, 20 poeti, da Elio Pecora a Miguel Angel Cuevas, declamano i propri versi, centinaia di bambini li seguono". Pare un estratto dallo psichedelico bid book del compianto prof. Sacco, ma non lo è.
Qualche demente arrivò ad insinuare che ci si trovasse di fronte ad un perfetto rituale massonico, visto anche l'evidente simbolismo (piramide, luce, sole, occhio, ecc), ma Staccioli tagliò corto: "Richiami massonici? Macché". Salvo poi dichiarare: "Quest'opera è una sorta di ritiro laico, un luogo del pensare individuale, sganciato da qualsiasi rituale codificato o religione costituita". E sentiamo anche l'organizzatore dell'evento, Antonio Presti: “In una società che ha smarrito ogni dignità e Bellezza vogliamo restituire un momento di ritualità che nella sua semplicità sia capace di parlare non solo ad artisti e intellettuali, ma al cuore della gente. Le antiche società celebravano il sole periodicamente, perché sapevano bene che la rigenerazione è ciclica. Noi invece abbiamo perso quella concezione circolare del tempo, che consente di ricominciare trasformando; noi viviamo un tempo lineare, perennemente in fuga, una successione di attimi sempre differenti che consentono una nascita ma non una rinascita. Mai come in questo momento, credo, il mondo ha bisogno di una luce rigeneratrice. Se penso poi che ogni nascita viene definita come un venire alla luce, spero che chi verrà alla Piramide possa attingere la forza per una rinascita interiore".
Vabbè dai, ma queste so' cazzate, lo sappiamo tutti. E lo ribadisce con forza l'Amministrazione comunale di Motta D'Affermo, in cui ricade l'opera, che smentisce "le notizie approssimative, imprecise e tendenziosamente volte a suscitare un interesse morboso su riti misterici, sette sataniche e raduni esoterici".

Per cui, torniamo ai fatti.

Oggettivamente, le morti di madre e figlio trovati distanti fra loro nella boscaglia paiono misteriose. Ancora oggi, l'autopsia ammette di non comprendere ancora le dinamiche della morte della madre, dipinta dai media come esaurita per via del lockdown. Eppure la famiglia, gli amici, i conoscenti hanno tutti confermato come Viviana amasse la vita e suo figlio. Non si capisce, quindi, il movente di un potenziale omicidio-suicidio.
Spunta presto un supertestimone, come capita in questi casi di morte: "La donna, che aveva un atteggiamento protettivo verso il bimbo, andava a passo spedito. Le ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa, ma ha cominciato a camminare lungo un viottolo, l’ho seguita, ma poi c’erano dei rovi, mi sono fermato". La donna si sarebbe appunto diretta verso la Piramide di Staccioli.
Una donna in auto con a bordo il figlio piccolo, dopo aver urtato un furgone si accosta dopo aver attraversato la galleria e incredibilmente scappa, scavalcando la recinzione del guard-rail, perdendosi nella boscaglia adiacente. Tutto ciò per suicidarsi e uccidere il figlio. Ma non poteva farlo in mille maniere più semplici?
Oh, la dinamica sarebbe quasi più credibile se si ipotizzasse un furgone che insegue la ragazza e lei a scappare impaurita con il bambino appresso, addirittura sfidando la fitta vegetazione e la presenza di animali selvatici. Per quale altro motivo, se non una fuga da qualcuno o qualcosa, ad esempio dopo aver ricevuto minacce, una madre con il figlio in braccio si sarebbe dovuta fermare dopo una galleria, all'improvviso, e perdersi nella foresta siciliana in pieno giorno?
Il corpo della donna, a mezzo chilometro da quello del figlio, è stato ritrovato inoltre in un punto completamente diverso da quello del ritrovamento del bambino, corpo che per 13 giorni 70 professionisti non hanno trovato nemmeno con i cani molecolari, per poi essere ritrovato da un vecchio volontario, ex CC in pensione, in un pomeriggio senza alcun problema. Qualcuno ha anche ipotizzato che, una volta raggiunte le vittime dai loro carnefici, i corpi siano stati nascosti e poi mangiati da animali selvatici.
Ma son tutte cazzate, è un suicidio. Come quello capitato nel borgo polveroso qualche annetto fa. Identico.

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