Il piano industriale dei (non più?) sedicenti Armeni

A Siena può succedere anche questo, ebbene sì. Ovvero che il medesimo giornale che per settimane, attraverso la (presunta) voce del proprio caporedattore fuori sede, abbia definito "sedicente" il gruppo armeno, faccia una paginata sui "piani degli armeni". 


Ah, per puntualizzare, perchè se no non pare cosa credibile: è tutto vero. No, perchè spesso su questo blog si scherza e non si sa mai se le notizie siano false oppure no... No, stavolta è davvero andata così.
Oh, bene eh. Per due motivi: 1) finalmente qualcuno smetterà di definire sedicenti gli Armeni; 2) la pagina de La Nazione (finalmente!) è bella densa di roba importante.
Eh già, cari lettori biliosi. L'avvocato ha scelto gli Armeni soprattutto per il loro piano industriale, apparso "strutturato, serio, articolato su più livelli, con tante prospettive di sviluppo".
"Ahahaha, ecco! Allora sei un demossiano! Anche un po' fascista".
No, sto solo riportando le dichiarazioni de La Nazione... Proseguiamo.
Insomma, si tratta di uno dei punti che questa Amministrazione aveva diramato nella ricezione delle manifestazioni di interesse, ovvero non fermarsi solo alla parte sportiva. Che questi Armeni avessero presenticchiato qualcosa anche oltre il football ce lo aveva fatto intuire bene l'Assessore Benini, quando ancora era viva Anna (se qualcuno sa qualcosa, a proposito, ci faccia sapere). E che questo qualcosa fosse interessante, evidentemente, questo blog lo stava segnalando. Ma al tempo gli Armeni erano sedicenti, per cui...
I lettori di questo blog ricorderanno la lotta feroce che qui fu svolta al tempo dell'ipotesi della riqualificazione del Rastrello, in punto di fallimento mezzaromiano. Tentammo di far capire in mille modi che, sperando nella dipartita di MassimoMassimo, noi puntavamo ad avere in tasca comunque una opzione da giocarsi per il futuro per risistemare quello che oggi è un relitto di tubi innocenti ed un ambiente circostante che non ha alcun tipo di senso. Logico che, quindi, se qualcuno oggi riprendesse in mano l'ipotesi di mettere in sesto la zona, di non far andare la gente a impregnarsi di polvere lunare dei seggiolini verdognoli, di inserire definitivamente la Fortezza nel contesto cittadino, ecc, a noi andrebbe benissimo. Che i fautori dell'idea siano Armeni, rossi, belli o alti non ce ne può importare di meno. Che ci sia l'avvocato o Capsula idem. Anche perchè "sarà il nuovo club bianconero a farsi carico della manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura e... degli interventi di restyling necessari e non più rinviabili". A casa mia, ciò vuol dire spendere soldi; tantini, come ha specificato il sindaco ad un nutrito gruppo di tifosi riuniti a colloquio.
E fin qui...
Ma ecco il problemino...
"L'idea sulla quale starebbero lavorando gli armeni è cercare una sinergia con la società Sielna, che ha rilevato il marchio Nannini".
"Ahahahahah, ecco! Allora sei un anti-demossiano! Anche un po' comunista."
No, sto solo riportando le dichiarazioni de La Nazione... Proseguiamo.
Questo blog ha già, in tempi poco sospetti, segnalato più volte il pericolo per una città come la nostra di creare un blocco pre-monopolistico, nella sezione locali di intrattenimento/ristorazione, da parte di personaggi "chiacchierati". Che altro non sono che i cugini di altri personaggi "chiacchierati" che c'erano (o ci sono?) qualche tempo fa. Che poi altro non sono che gli zii di altri personaggi "chiacchierati" che c'erano (o ci sono) qualche tempo fa. E via, via, via... In un infinito loop, già più volte segnalato da questo blog, che ci porta a rilevarne le radici qualche decennio fa.
Ciò per dire che questo blog non si scandalizza di fatti che sono all'evidenza da anni, non da 24 ore. E che questi Armeni abbiano (ri)portato all'attenzione dei benpensanti dinamiche prima taciute (quando faceva comodo...), ci fa più che piacere. Per questo, w gli Armeni.
Ovvia, ora ci sarebbe da fare una squadra intera, non appena qualcuno ci darà il via. Magari una squadra non sedicente. Ma per questo attenderemo il vaglio del caporedattore fuori sede e di tutti gli scandalizzati di oggi, muti di ieri.