In questa estate di grandi timori, durante la quale peschiamo solo accodi ma non abbiamo ancora 40 per aprire, avvertiamo l’esigenza di far sentire la nostra vicinanza alla città tutta, riassumendo in queste poche righe vergate di nostro pugno in un momento di apparente lucidità, la profonda e fredda inquietudine legata alla totale assenza di certezze, sia in relazione alla fu’ Robur Siena che alla sua amata presidentessa, la quale - è bene ribadirlo con vitale forza volta per tutte - unica, impavida e solitaria si è ersa (fiume toscano da cui prende il nome l’omonima valle, affluente di sinistra dell’Arno) a difesa e a salvaguardia della nostra passione, rimettendoci soldi e salute e vincendo - manca poco - un campionato.
Il cui trionfo fu impedito esclusivamente da un regolamento beffardo ed ingiusto, che prevedeva l’obbligo di far giocare tutte le domeniche almeno due giocatori pelati. E senza quel regolamento e le così dette quote rosa, adesso minimo minimo saremmo qua a sbeffeggiare i perugini anziché a rimpallarci le colpe in un poco produttivo e perverso scarica barile.
Come ogni comunicato che si rispetti, anche noi vogliamo iniziare il nostro ragionamento con una frase ad effetto che rapisca il lettore e lo convinca ad arrivare alla fine, pertanto: “È un’incognita la sera mia, è un’attesa pari a un’agonia. Molte volte vorrei dir ‘è D’ ma poi ci penso e rigetto tutto lì”.
Io ed il mio gruppo da sempre siamo stati tifosi della Robur, dimostrando in ogni stadio ed in ogni categoria che se quando ti portano il conto non chiedi la fattura, risparmi l’Iva e forse anche di più! Non vogliamo entrare in merito a polemiche tra altri gruppi “minori”, i quali sicuramente ci terranno a far sapere alla comunità il loro punto di vista; tuttavia vogliamo utilizzare questo mezzo arcaico della lingua scritta per esprimere massima solidarietà alla vecchia dirigenza, che ha accompagnato la nostra Robur lungo tutti questi mesi di agonia, standole vicino con la stessa disperazione di una badante bulgara che al capezzale del suo vecchietto capisce che presto sarà senza lavoro.
Anna, noi tutti siamo con te, perché in te abbiamo rivisto quelle qualità sane e sincere che imperniano la nostra società, rendendola fulcro centrale nel motore del nostro benessere. Anna, tu eri per noi importante come le gomme Uniroyal in caso di pioggia, come le giacche a vento Colmar in caso di neve e come la Leroy Merlin in caso di casa. Tu eri importante per noi come la signora Coriandoli per il Bagaglino, brava e allo stesso tempo bella come la ministra Azzolina, ed esattamente come lei ti sei trovata al posto giusto nel momento giusto. Brava, perché in una landa desolata nel buco del culo del mondo hai saputo costruire - con pazienza, lungimiranza, costanza e altre decine di parole che finiscono in “anza” - n’armata invincibile che il Milan di Sacchi in confronto pareva lo Zaire ai Mondiali del 1974. E poi bella: ma bella vera! Anche perché non è facile trovare in questo paese un’altra Diletta Leotta che sappia unire alla prestanza fisica e ai modi garbati una corretta conoscenza della regola del fuorigioco. E anche sulle ripartenze, mi dicono non ti battesse nessuno. Nemmeno Colella!
Osservandoti - anche negli ultimi giorni della tua reggenza, quando avevi capito che un destino maligno e beffardo ti avrebbe sottratto quello che era tuo per diritto di nascita - vedevamo nei tuoi occhi scuri la stessa forza della vergine di Fernando Botero dipinta in occasione del Palio di agosto del 2002 vinto dalla Tartuca. Sì, lo sappiamo Anna che il tu’ figliolo c’ha messo tre anni per capire che animale fosse la tartuca: ma te poi il disegno della bandiera gliel’hai fatto vedere? Ha capito ora? E a proposito di 2002, noi ancora ce li ricordiamo bene quei tempi la, quando qualcuno prometteva salvezze, Serie A, e poi Chiesa, Tudor e tutta la cittadinanza imbambolata pendeva dalle Sue labbra manco fossero tutti rimbecilliti. E a te invece, 17 anni dopo, in punta dei piedi e con un filo di voce non hai mai voluto fare proclami, forse per non apparire arrogante, ne’ tanto meno hai posto limiti alla tua fantasia, raccogliendo molto meno di quanto seminato. Progetto triennale dicevi e progetto triennale è stato! E hanno ragione costoro che dicono che sei stata l’unica presidente pagante dai tempi di Paganini, anche se te - a dirla tutta - un vaffanculo al microfono dello stadio non l’hai mai preso. Ma per questo, temo, ci sarà tanto tempo. A te che hai risollevato il morale di questa città, salvandola da una fine ignobile scritta a caratteri cubitali nel libro dell’Apocalisse nel momento in cui eravamo praticamente sotto un Ponte, non è stato dedicato il giusto tributo. Quando arrivasti, pagando senza comandare, niente fu più come prima. Sei stata accolta con i ramoscelli di ulivo come Gesù durante la Domenica delle Palme. Ma poi Anna, se usarono l’ulivo, perché si chiama Domenica delle Palme? E noi tutti assieme, grandi, vecchi, donne e piccini, da quel giorno ti abbiamo sostenuto e amata, festeggiando ogni 26 luglio la tua santa ricorrenza. Poi sei stata abbandonata da tutti, ma non da noi.
In un momento storico dove i prodotti tipici e il km zero vanno per la maggiore, tu hai regalato a questa comunità l’Eccellenza di primeggiare e contraddistinguersi in mezzo a cotanto grigiore, pecora nera in mezzo al gregge. Tieni duro Anna e con te anche tuo figlio Federico. Ci dovrà essere prima o poi per voi un gran bell’arcobaleno dopo tutta questa pioggia che vi hanno gettato in faccia persone gelide e senza scrupoli, che credono che gestire a cazzo una società di calcio professionistico e dilapidare oltre 4000 abbonati sia una cosa da niente. Anna, noi siamo e saremo con te. E se volessi continuare ad essere la nostra presidente, anche in Promozione o in Prima Categoria, magari assieme a Davide e Dario, noi resteremo al tuo fianco. Meglio un campionato di miniamatori a 7 con te che una Serie C con gli Armeni. E poi vuoi mettere la bontà del tuo pesto del Tigullio sopraffino contro quell’insipido Khorovadz di Erevan. Diciamolo tutti in coro e voce altissima, prima o poi gli Azeri si riprenderanno il Nagorno Karabakh e allora staremo proprio a vedere chi farà fallire chi. Ed infine, lasciaci giusto il tempo di spendere due parole sulla parola “fallito”. Tale vocabolo assume un’accezione negativa, quasi dispregiativa, soltanto nel nostro Paese. All’estero, per esempio, fallire significa “averci provato”. Come quello scemo che va in discoteca e la chiede a tutte senza successo. Magari alle 4 di notte sarà nel piazzale a mangiare un panino con due briachi che gli vomitano a fianco, ma perlomeno potrà coricarsi sereno con la consapevolezza di averci provato. Non si fallisce mai quando si prova a rincorrere un sogno (senti che cazzata!) e te, Annina nostra, il tuo sogno l’hai rincorso 4 volte e 4 volte ti è andata male. Ma magari la quinta sarà quella buona.
E quando tutti saliranno sul tuo carro, noi saremo seduti sulla serpa a farti da cocchiere, perché noi siamo ancora con te, fino alla fine! Finchè assessore non ci separi! Grazie di tutto Anna. E’ stato bello provare a sognare, è stato bello farlo assieme.
Foffino e i Garzoni Pigri.
E quando tutti saliranno sul tuo carro, noi saremo seduti sulla serpa a farti da cocchiere, perché noi siamo ancora con te, fino alla fine! Finchè assessore non ci separi! Grazie di tutto Anna. E’ stato bello provare a sognare, è stato bello farlo assieme.
Foffino e i Garzoni Pigri.

Hahaha se li merita(no) tutti questi comunicati, ehhh si si si
RispondiEliminaIl Ghianda
Bellissimo sto comunicato ! Si dice pero' che il postino non riesce a trovare il destinatario...Avvisatelo perché la signora anna di cognome non fa piu Durio !!! ora fa MORANDI. Sai quello del famoso addio
RispondiEliminaSe non vi fosse stata lei.....Ricordatelo sempre!!
RispondiEliminaOs..anna!! Più che nell alto dei cieli, da qualche altra parte.
A me il comunicato sembra piuttosto diretto ai boccaloni che hanno creduto in quella squallida figura... si perché bisogna essere proprio duri a non capire e non voler vedere con chi girava e sentire cosa diceva... ecco questi stessi boccaloni oggi già si sono scordati della zia, hanno fretta e pretendono di avere già una Società pronta per la D.
RispondiEliminaVeramente incredibili
Massimo F.
Il sole sta nuovamente tramontando e delle certezze dei "gazzettieri" (la Robur ripartirà dalla "D") ancora nessuna conferma. I pretendenti pullulano, ma chi deve parlare tace. Chi deve, se c'è,batta un colpo.
RispondiEliminaE allora fallo te il comunicato....
RispondiEliminaIo lo farei, ma ho paura d'esse messo all'arresti quantomeno domiciliari.
RispondiElimina" Questa è ormai una certezza"
RispondiEliminaLo diceva anche Franco Baresi nella pubblicità che,insieme a Costacurta detto Billy,faceva per "Intesa pour homme" (schiuma da barba e affini). Data ormai la certezza appunto della serie "D" , in attesa della certificazione che speriamo arrivi oggi (ce lo dicono i gazzettieri) e data anche la quasi certezza dell'assegnazione agli armeni,unici ad uscire allo scoperto (gli altri sette pretendenti non si sa chi siano unico forse Pianigiani che però qualcuno dice essersi tirato indietro), giochiamo a buttare là il prossimo nome della squadra della nostra città. Potrebbe essere
BN SIENA ? Dove BN starebbe per bianconeri ovviamente, tanto poi BN nessuno lo direbbe più e allora,finalmente, torneremmo ad essere il Siena.
ACR SIENA
RispondiEliminaAssociazione Calcio Robur Siena
PERCHÉ NESSUNO DIMENTICHI CHE SE NON CI FOSSE STATA LEI....
RispondiElimina“Ad integrazione di quanto già comunicato, posso confermare che è stato selezionato l’acquirente del pacchetto di maggioranza della Robur Siena. A breve saranno completate le ultime verifiche dell’operazione con successiva finalizzazione di tutte le formalità pregiudiziali al passaggio di proprietà. Confermo infine che l’iscrizione al campionato sarà regolarmente eseguita entro il termine previsto”.
Anna Durio, presidente Robur Siena S.p.A.
PUBBLICATO IL 21 LUGLIO 2020
Ma lei intendeva l‘ iscrizione al campionato di Trofie al Pesto tanto care ad alcuni tifosoni del Siena.
Elimina"Tronfie" al pesto!! E così pensava di essere immortale. Peccato che nessuno, nel momento di massimo splendore (si da per dire) abbia gridato :" MEMENTO MORI "
EliminaIo credo che lei c'entri limitatamente. Mp-S, vecchio regime, procuratori fallimentari... Loro andrebbero aspettati sotto casa. Vedi mainsponsor stra forzato, di un poggibinzese doc. Poi oh, mio pensiero personale eh. La signora se la incontravo alla Lizza girava largo anche quando s'era secondi, quindi potrebbe esse che sapeva già dove sarebbe andata a fini... Cmq tutta normalità nel borgo delle contrade dei fantini
RispondiElimina