Ma vi ricordate un annetto fa, di questi tempi, quanto la normalità vi stesse pesando? I bambini da portare a scuola, il lavoro stressante, quelle cene del fine settimana con gli amici nel ristorante pieno zipillito, i weekend dai genitori con i pargoli, la Robur che ci fa incazzare...
Quella maledetta normalità, che il mondo del marketing ci faceva detestare, ma che si rendeva necessaria per arrivare alla sudata settimana di vacanze all'Elba, a 50 gradi con l'ombrellone attaccato alla sdraio del cummenda milanese con cane lupo al seguito. Una delizia.
Oggi lo comprendiamo bene, se ci fermiamo a riflettere: la normalità altro non era che una vera e propria ideologia, un'idea ed un progetto di vita che ci seguiva costantemente, a volte gratificandoci ed a volte terrorizzandoci.
E come i problemi sul lavoro ci creano ansia ed il nostro sforzo è costantemente di standardizzarli, così ogni sfida alla normalità era da considerare un'anomalia ed un pericolo per la stabilità dell'ideologia. Ed un sistema che si auto-rappresenta, come è diventato quello occidentale nella deriva post-capitalista, l'anomalia la delegittima e la elimina. Proprio, appunto, come tenta di fare un corpo quando affronta un attacco da virus.
Terroristi, populisti, complottisti, wiatuttisti. Tutti questi mostri, che attaccano dall'interno l'ideologia della normalità, devono finire, il più rapidamente possibile. Tutto ciò che crea critica e massa critica va eliminato, costi quel che costi.
La nostra normalità va ripristinata, quindi. Ma a quale costo?
La realtà del virus ci dimostra che un vero e proprio costo non c'è. Io non so sia la causa di tutto questo sia una eccezionale emancipazione dell'individuo occidentale, ovvero un suo patologico profilo egoistico, ma sta di fatto che pur di riprendere il nostro (amato ed odiato) tran tran nel tempo più rapido possibile siamo stati disposti a tutto: una segregazione casalinga, un sequestro di persona, un congelamento di ogni traccia di libertà individuale, una guerra fra poveri disposti a delazionarsi l'un con l'altro.
Quello che ancora però non abbiamo ben compreso, mi pare, è che questa ritrovata normalità sarà una nuova normalità. Che con quella precedente avrà poco a che spartire. Perchè se prima di libertà potevamo parlarne solo a sprazzi, questi sprazzi saranno fortissimamente ridotti. Ristrettezze economiche, alienazione mentale, timore diffuso, annientamento delle più banali pratiche sociali, clamorose difficoltà nel mondo del lavoro: questa sarà la nuova normalità. Una nuova normalità totalmente conformista, che tollererà ancor meno le anomalie, che saranno eliminate non tanto dal sistema, ma dalle stesse persone che si vorranno sentire normali.
E se qualcosa non andrà per il verso giusto? No problem, il sistema ha già testato (ed anticipato) la modalità ritorno al lockdown. Chi ci controlla è già pronto a rinchiuderci, fino a quando non ci saremo rimessi in riga. E poi ci lamenteremo per un po', forse qualcuno canterà dal balcone, molti chiederanno l'ora d'aria a disposizione. L'importante sarà non rompere più i coglioni. Al sistema, in nome della normalità.
(F. Dostoevskij, "L'idiota", 1869)

Lombardia, Piemonte, Liguria, non vanno riaperte dal 3 giugno.
RispondiEliminaTutto molto semplice.
Qui il virus è in esaurimento, vive solo nelle menti della gente ancora terrorizzata.
Appena i numeri di quelle regioni saranno migliorati, si riapre i confini regionali anche per quelle.
Ove possibile serve ora, adesso, una vera riapertura.
Grazie
Beppe S.
Non disperiamo , il virus resiste e lotta insieme a noi, se sparisse , come faremmo a progettare e testare un vaccino contro di lui?
Eliminahttps://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/05/25/news/calano_i_contagi_vaccino_a_rischio_lo_scienziato_di_oxford_se_l_epidemia_svanisce_non_riusciremo_a_testarlo_-257559518/
E' la logica simbolizzata dall uroborus, chi non sa' s informi.
Oxford docet patria della cultura, piu'e meglio di loro non le sa' nemmeno ab.
Il quale potrebbe in nomine scientia, anche offrirsi volontario per la sperimentazione.
Tanto , se passa la motione 349 Gelmini, comunque gli tocchera' chiappassi la vaccinatura obbligata, in quanto medico e cerusico.
Sicche' a sto punto potrebbe anche decidere di far l eroe.
Ci farebbe un figurone,
Melchidesecco extra brut
Chi ha il sistema android, vada sulle impostazioni, clicchi su' impostazioni google
EliminaE veda la prima voce sulla videata, sorpresa, dal 20/3/2020 in regalo per tutti.
Aggratisse per chi ha gli aggiornamenti in automatico.
Puzur amurri e jurgen
https://rep.repubblica.it/pwa/salute/2020/05/26/news/la_corsa_contro_il_tempo_per_il_vaccino-257288252/
RispondiEliminaArticolo illuminante, si evoca la piegatura della curva del tempo, come conditio sine qua non, per riuscir nella titanica impresa vaccinale anti cov2.
Creare testare produrre(e somministrare)
Chronos aion kairos
Che minkowski ci aiuti e planck ci sostenga in tal titanica impresa.
Che einstein rosen e podolsky c' assistano.
Gli oxoniani son in testa alla gara contro il tempo, che verra' vinta, poiche' esso
sara' piegato.
Memori della figuretta fatta ai tempi del grande Nolano quando difendean le tolemaiche teorie, gli oxoniani oggi si emendano e si fanno fiera avanguardia della e per l' umana speme .
Il kairos e' giunto, guai a lasciarlo scorrer via, perder il kairos vuol dir lasciar
L uroborus disgiunto, il cerchio va' chiuso
F.to il G.M. Melchidesecco brut
Ps. Bisi suca ,sai na sega te d esoterismo, io vorrei capi' chi ti c ha fatto gran maestro.
Cheddi' vedrai di questi tempi il GM lo pole fa' anche un senese.
Mala tempora currunt sed pejora ...
....parantur
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