Il progetto sportivo di prospettiva feat il gap comunicativo

Eravamo rimasti a mezzo, per cui, onde non esser tacciati di anti-durismo, riprendiamo le fila del discorso Robur.

Ah no scusate... Ora non saremmo tacciati più di anti-durismo, visto che, come da copione, contro la povera Anna si sono rivoltati un po' tutti, anche quelli che fino a ieri erano i suoi più strenui difensori, che tenevano a bada i "detrattori" più accaniti (in fin dei conti gente che non faceva che chiedere spiegazioni degli accadimenti del mondo reale). Anna, ci scommettiamo, di certe voltate di giubba ne avrà anche sofferto: siamo con lei, perché almeno noi pensiamo di aver parlato chiaro fin dall'inizio.
Chiuso questo insulso cappelletto introduttivo, passiamo alla notizia: la Robur è stata deferita, insieme a Trapani e Catania, al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare (oh che è?) per non aver pagato in tempo gli stipendi di gennaio e febbraio. Stipendi che comunque, con ritardo, la presidentessa ha versato qualche giorno fa.
Vabbè, cose che capitano anche nelle migliori famiglie. Il danno c'è stato, ma poi è stato rimediato; non ne facciamo un dramma.
Però ora un domandone ci sovviene: e ora?
Cioè, ci sarebbe da versare ancora una bella pacchettata di soldi da qui a fine anno (sempre che non si moia tutti e che a calcio non si rigiochi più), poi da buttar giù un altro progetto (va bene anche non triennale), ecc.
Bene ha fatto, a nostro avviso, a intervenire l'assessore Benini, nel punto in cui chiede "un progetto sportivo di prospettiva, al di là di ciò che verrà deciso dagli organi federali". Che poi è ciò che chiede questo blog fin dal primo giorno di insediamento di Anna e via via tutti gli anni a seguire, con il tormentone dell'obiettivo mai dichiarato. Si chiede cioè quanto di più logico esista, ovvero che ci si dica cosa si intenda fare, ma no a giugno e no in attesa delle decisioni di altri.
Perchè, cara Anna, "il tifoso è il fruitore finale ed è lui che compra il biglietto per andare allo stadio". Cara Anna... e cari tifosi del "allora fallo te il presidente". Già, ci è voluto un assessore allo sport per ribadire un altro concetto basilare, ovvero che il tifoso alla fine è colui che paga il biglietto per usufruire (magari!) di uno spettacolo e che per questo (e non solo) non solo non va sfanculato, ma ha anche il "diritto" di alzare la voce, se proprio si necessita.
Sono già passati alcuni giorni dall'intervento di Benini, poi il nulla, il silenzio. Non sappiamo cosa stia succedendo, se la Durio abbia intenzione di vendere, se di continuare. Boh, staremo a vedere.
Ed intanto tre postille.
1. Grandi Nano e Michele, che con l'iniziativa delle mascherine "Tifo Siena" hanno portato circa 1.000 euro all'Azienda Ospedaliera Senese: un piccolo contributo è anche il mio, che sfodero orgoglioso (soprattutto in trasferta) la mascherina con su stampata una splendida curva Robur.
2. Un unico appunto al comunicato dell'assessore Benini. L'episodio increscioso (???) di cui si parla si è ridotto ad un atto di vita vera, ad uno striscione, a due fumogeni, a qualche coro: robetta.
3. E mentre tutto il mondo crolla; e mentre i tifosi si incazzano; e mentre un assessore mette le cose in chiaro... resta l'ultimo cecchino giapponese, solitario, avulso dal contesto, fuori tempo massimo. Lui, il giornalista fuori sede, ci avverte di una "chiara consapevolezza che più di qualcosa non va nel rapporto tifosi-presidente. Il gap è comunicativo".
Già, il gap è comunicativo. Chapeau!