Il canale youtube di wiatutti!

martedì 7 aprile 2020

A spasso per i secoli infetti

Piccolo excursus sulle più documentate pandemie storiche che sono arrivate fino a noi nella memoria comune.
La prima di cui ho trovato traccia è la Peste Antonina (Antonine Plague), nota anche come Peste di Galeno, medico filosofo della antica Grecia, che fu colui che la descrisse in maniera abbastanza precisa. Si narra che essa imperversasse per tutto l’impero per più di 30 anni, dal 165 al 180 D.C., distruggendo tutti i villaggi che incontrava e scompaginando definitivamente la potenza militare romana, che da qui cominciò a presentare delle belle crepe. Alcune fonti parlano di 5 milioni di morti, altre oscillano dai 5 ai 30; considerando che la suo massimo l’Impero Romano si pensa contasse 60 milioni di persone, si può ben capire che razza di impatto ebbe.
Dopo pochi secoli ritonfa tra capo e collo; l’umanità del Mediterraneo si becca un’altra pandemia tremenda, la Peste di Giustiniano (Plague of Jiustinian), chiamata così perché si scatenò sotto il regno di Giustiniano I. Sostanzialmente una peste bubbonica che ritroveremo successivamente in Europa con lo stesso ceppo di quella del 1347, la Peste Nera. Il batterio era lo Yersinia Pestis. Questa pandemia imperversò nell’Impero Bizantino, pare partendo dal Corno d’Africa (Etiopia o alto Egitto a seguito delle rotte del grano che venivano da quei luoghi), ma in particolare a Costantinopoli, l’odierna Istanbul, dal 541 al 542, facendo un visibilio di morti. Procopio di Cesarea riporta che fu così terribile da uccidere fino a 10000 persone al giorno nella sola capitale del regno (sebbene fonti moderne abbassino la stima alla pur tremenda cifra di 5000 morti giornalieri), mentre varie fonti parlano di un totale di 30-50 milioni di morti, altre di 50-100 milioni. Comunque fu investito circa il 40% della popolazione di Costantinopoli in pochi mesi ed il 25% dei territori imperiali, Italia compresa. L’impero Bizantino, pur vincendo la guerra contro gli Ostrogoti, dovette abbandonare lo stivale perché non era più in grado di controllarlo per motivi sanitari.
Altro salto ed arriviamo addirittura nell’antico Cipango - come definiva il Giappone Marco Polo - devastato nel 735 per due anni da un’epidemia di Vaiolo Giapponese (Japanese Smallpox Epidemic). Abbiamo ampia documentazione di questa epidemia perché era da poco in uso nell’Impero del Sol Levante la regola di documentare tutti i focolai di malattie infettive, che gli accresciuti scambi con il continente portavano nelle isole. Si narra di una mortalità pari al 30-35% della popolazione, sebbene stime più ottimistiche parlino di 1 milione di morti. Per molto tempo L’Impero Giapponese ebbe una forte crisi produttiva più che altro a livello alimentare, tanto da portare una tremenda carestia.
Si arriva al 1347 con la ricomparsa di una nostra vecchia conoscenza, la Peste Bubbonica, meglio conosciuta come Peste Nera (Black Death, Bubonic Plague). Si pensa che sia partita nel 1346 dal Nord della Cina - mira che coincidenza! - per poi seguire le vecchie e sedimentate rotte commerciali, che passavano da Iran, Siria, Turchia fino ad arrivare in Italia, poi da qui nel corso del 1348 passò in Francia e Spagna, fino ad arrivare in Inghilterra, Scozia ed Irlanda nell’anno successivo, senza risparmiare la Penisola Scandinava e la Russia. Un’altra fonte attribuisce l’arrivo della Peste in Europa ad un atto di vera e propria guerra batteriologica, per mano dei soldati tartari al seguito del Khan Ganibek che stava assediando la città genovese di Caffa posta in Crimea. Vista la forte resistenza dei Genovesi, il Khan (figliol di un can!) decise di lanciare oltre le mura i corpi di alcuni suoi soldati che erano morti di peste, epidemia che da un paio di anni affliggeva il continente asiatico; la città cadde, ed i Genovesi in fuga a loro insaputa si portarono il morbo dietro e lo sparsero per bene in molti porti del Mediterraneo. La pandemia piano piano si estinse nel 1353 dopo aver ucciso almeno 20 milioni di Europei o comunque il 30 % della popolazione, e si pensa ad un totale di 200 milioni di persone su base planetaria, comunque con una mortalità pari al 50% degli infettati, anche perché la scienza medica dell’epoca era andata in involuzione rispetto a quella dei Romani nel 165-180 D.C. Ricche le testimonianze che ci delineano un nitido quadro della situazione, dal più famoso Boccaccio con il suo "Decamerone" ai pittori anche del secolo successivo, che rappresentarono in numerose opere la “Danza Macabra” con scene di disperazione e morte. La conseguenza più frequente fu la nascita di ferventi moti religiosi che, convinti assertori del castigo divino, non mancarono di attribuire colpe varie alle minoranze di turno, con particolare riguardo per quella di religione ebraica. Disgregazione del tessuto produttivo e conseguenti carestie scombussolarono tutto il continente.
La Grande Epidemia di Vaiolo (Small Poi) arrivò nel 1520. Il vaiolo ormai endemico in Europa, con le sue variazioni varicella e morbillo, sbarcò al seguito dei Conquistadores nelle Nuove Indie, facendo strage della popolazione autoctona che non era abituata ad aver a che fare con tali malattie. E' difficile avere una cifra attendibile sulle morti che essa provocò, ma si parla di 56 milioni di decessi in un ampio arco di tempo. Si pensi solo che in Messico il vaiolo è stata una delle cause maggiori di morte sino al secolo XX. Le conseguenze devastanti portarono alla scomparsa delle Civiltà Precolombiane, per cui i Conquistadores in poche centinaia di uomini riuscirono a conquistare un continente intero.

Nel corso del diciassettesimo secolo abbiamo un’ondata di Peste (17th Century Great Plagues) che si abbatte su tutto il continente europeo, in particolar modo Germania, Francia e Nord Italia. Si pensa che la malattia fu portata in Italia attraverso il Ducato di Milano dai Lanzichenecchi, soldati al soldo dei regnanti tedeschi degli Asburgo, che arrivarono dalle Alpi per combattere nella Guerra dei trent'anni, più specificatamente nella guerra di successione di Mantova e Monferrato. Dei 3 milioni di morti che causò questa pandemia ben 1 milione e 100.000 furono italiani, anche perché essa fu preceduta da una carestia che indebolì notevolmente la popolazione. Questa epidemia è passata anche alla storia con il nome di Peste Manzoniana, perché fu ben descritta nel romanzo “I promessi sposi” ed anche nel saggio storico “Storia della colonna infame”, in cui si fa riferimento ai famosi untori.
Puntuale come un orologio svizzero ecco che arriva la Pandemia di Peste del 18° secolo (18th Century Great Plagues). Si hanno molte notizie sparse, ma le informazioni più importanti giungono dalla fase che colpì la città di Marsiglia. La peste arrivò dalla Siria il 25 maggio 1720, al seguito della nave Grand-Saint-Antoine. Una serie di errori e di gravi negligenze nella gestione dei tempi di quarantena, che già erano regolati e di uso comune nei principali porti europei, fecero sì che si scatenasse in città e nella Provenza, uccidendo un quarto dei suoi abitanti. In totale si ipotizza che nel continente ci furono circa 600.000 morti, di cui 120.000 solo in Provenza.
Il miglioramento delle conoscenze mediche, una nuova coscienza della classe medica, portarono a conoscere nuovi morbi, a studiarli ed a combatterli, ma anche nel 19° secolo le cronache parlano di altre pandemie. Addirittura, nel periodo che va dal 1817 al 1923, si sono avvicendate ben 6 epidemie di Colera, che hanno causato oltre un 1 milione di morti. 
A metà del secolo si presenta con precisione elvetica la cosiddetta Terza Pandemia di Peste (The Third Plague). Esattamente nel 1855 nella provincia cinese dello Yunnan parte una pandemia che colpirà duramente la Cina, ma molto di più l’India, con un totale di circa 13 milioni di morti totali. Secondo l’Organizzazione Mondiale di Sanità tale pandemia è arrivata a colpire fino al 1960. 
Verso la fine del secolo abbiamo due grandi pandemie che colpiscono il globo. Una è l’epidemia di Febbre Gialla che colpì il continente americano, in particolare il sub continente settentrionale. La malattia era originaria dell’Africa e si spostò nelle Americhe a seguito della tratta degli schiavi. In totale si calcola che abbia causato un numero di decessi che si aggira tra i 100.000 ed i 150.000.
Nel 1889 compare per la prima volta nei documenti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nel paragrafo delle pandemie mortali, la prima influenza, l’Influenza Russa, così chiamata perché la pandemia partì da San Pietroburgo, per poi infestare tutto l’emisfero settentrionale. La nuova scienza medica ha permesso di documentare con perfezione l’andamento della pandemia e la tipizzazione del virus: Influenza A virus sottotipo H3N8 e Influenza A virus sottotipo H2N2, che ha avuto fasi altalenanti e recidive, esattamente da ottobre 1889 a dicembre 1890, con recidive marzo - giugno 1891, da novembre 1891 a giugno 1892, inverno 1893-1894 e inizio 1895. Le fonti non sono concordi nello stilare un bilancio preciso, si va da 360.000 a 1 milione di morti. 
Nel ventesimo secolo si registra una delle più grandi pandemie della storia, complice anche la carestia che colpì l’Europa a seguito del primo conflitto mondiale, la famigerata Spagnola o Grande Influenza, Virus dell’Influenza A sottotipo H1N1, che gli storiografi definiscono la più grande Pandemia della storia, ancor più della Peste Nera. Su una popolazione di circa 2 miliardi di persone, essa ne infettò circa 500 milioni di persone uccidendone tra i 50 e i 100 milioni. Fu denominata Spagnola perché i primi giornali che ne parlarono furono quelli iberici, i quali, non partecipando al conflitto mondiale, non erano soggetti a censura, mentre quelli dei paesi belligeranti non furono autorizzati a parlarne. (un pò forse come sta succedendo ora in Europa, ma prima o poi sapremo la verità, specie quando le persone cominceranno ad ammalarsi come mosche).
Stranamente abbiamo poi 50 anni di buco. Oddio... buco buco proprio no, perché nel mondo, in questo periodo, serpeggiano dei residui di epidemie ben consistenti, specie nelle zone del cosiddetto terzo mondo, fino ad arrivare agli anni '50.
Nel 1957 scoppia l’Asiatica, altro virus influenzale tipizzato come Influenza di tipo A H2N2, una sorta di Aviaria ante litteram, che a più riprese scorrazzò per il continente, uccidendo più che altro i soggetti indeboliti da altre patologie importanti, causando tra 1 milione e 120.000 ed i 2 milioni di morti. Il virus fu isolato molto velocemente e fu prodotto un vaccino (in Cina) che ne limitò molto la diffusione.
Nel 1968 il virus mutò e si ripresentò come Influenza di Hong Kong, trasformandosi nel Virus tipizzazione A H3N2, che durò un paio di anni uccidendo circa 1 milione di persone.
L’ultima piaga del millennio fu - ed è tuttora - il tremendo virus che spaventa più di tutti, H.I.V. meglio conosciuto come A.I.D.S. Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita, poco resistente all’ambiente esterno che si trasmette tramite scambio di fluidi diretti, trasfusioni, sangue, emoderivati in genere. Isolato per la prima volta nel 1981, ma riconosciuto con certezza nel 1983, per anni non ne furono conosciute bene le caratteristiche e ciò permise una diffusione a macchia d’olio a livello planetario, infettando milioni di persone ed uccidendone moltissime. Tuttora diffuso, si crede abbia ucciso dai 25 ai 35 milioni di persone, ma fare un calcolo è estremamente difficile, sebbene a mio modesto parere possano essere di più. Attualmente è una malattia che non uccide più come una volta, esistono farmaci che danno una buona aspettativa di vita quasi normale, senza infettare le persone vicine, parenti ed amici.
Il nuovo millennio parte subito a spron battuto. Correva il 2002 e nella provincia del Canton (Cina, no Svizzera), nasce e si diffonde una nuova forma virale, una sorta di polmonite acuta, la SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), Sindrome Respiratoria Acuta Grave. La malattia fu isolata per la prima volta da un medico italiano, Dott. Carlo Urbani, che ne morì. Imperversò per due anni uccidendo 770 persone, pari a quasi il 10% degli infettati. Trattasi del primo contagio della famiglia dei Coronavirus, malattia caratteristica degli animali che in qualche modo è passata agli uomini, molto probabilmente per via alimentare (beh, in fin dei conti in Cina mangiano qualsiasi cosa si muova!).
Nel 2009 scoppia una nuova epidemia influenzale, la Suina (Swine Flu) Inflenza del tipo A H1N1 (tra le altre cose me la sono beccata anche io a San Francisco in agosto, per cui dice: "O si more o si diventa strulli", io ‘un so' morto, che segno sarà?", che nasce in Messico passando dai suini all’uomo diventando così specifica umana, e si diffonde in più di 80 paesi. Non è preciso il numero degli infettati, perché molti la scambiarono per una normale influenza, e per altri fu asintomatica, ma si parla di circa 200.000 vittime.
Siamo nel 2012 ed in Medioriente si scopre un nuovo Coronavirus, la MERS, Sindrome Respiratoria Mediorientale da Coronavirus, (Middle East Respiratory Syndrome), il cui primo caso fu segnalato in Arabia Saudita, dove fece il 41% dei morti. Molto più mortale della Sars, fu però meno aggressiva. E' ancora in giro, non esiste un vaccino, ma rimane pur sempre sotto controllo; pare abbia portato a 850 decessi.
Nel 2014 (ma da altre fonti si apprende che il virus era già stato riconosciuto negli anni '70 in Africa Centrale sia su animali che su pazienti umani) è l’ora di una nuova terribile malattia, Ebola.
Radio Scarpa (???) narra che in Italia si sia rischiata l’epidemia per l’arrivo di primati infetti da ricerca dall’Africa a metà degli anni '80. Il virus fu prontamente identificato, gli animali eliminati e le attrezzature e gli ambienti distrutti; si pensa che morì solo l’eroe che si accorse della questione, poi rimasto nascosto dalla censura, come la località, l’azienda coinvolta, l’aeroporto di transito, e tutto ciò che era legato all’evento. Virus tremendo che lascia poche vie di fuga se non diagnosticato in tempo, non ha cure specifiche, non esistono vaccini, per fortuna per noi rimane confinato in una zona ben precisa del continente africano, anche perché essendo immediatamente invalidante rimane difficile la diffusione su largo raggio. Pare sia stato debellato molto recentemente, ma è difficile fare un calcolo dei decessi ad esso legato, per cui si va da un minimo di 12.000 ad un massimo di 50.000. Rimane il fatto che ancora non siano state trovate le riserve naturali del virus, forse dei tipi di topi, ma non sono state escluse anche delle particolari piante.
Ed eccoci qua, l’oggi, con sua maestà il Coronavirus Covid-19, ancora dalla Cina, ancora un Coronavirus.


Il resto è cronaca quotidiana, fatta di EROI, i nostri SANTI delle corsie, che a MANI NUDE combattono contro il mostro, sì il MOSTRO, perché ancora non sappiamo con chi abbiamo a che fare, non sappiamo come difenderci, SAPPIAMO SOLO LOTTARE.
Queste ultime righe sono per loro, per i loro ed i NOSTRI CADUTI, sappiamone trarre insegnamento.
Il tutto MENTRE L’EUROPA CI VOLTA LE SPALLE!


L’Irlandese Volante

Nessun commento:

Posta un commento