Veloce ed imprevista come era arrivata, la striscia di vittorie e punti messi in saccoccia termina di fronte alla lastra di plexiglass eretta davanti alla propria porta dalla Pro Vercelli, riportandoci indietro nel tempo di qualche settimana. Anche perché se pensiamo che con Arezzo e Pistoiese l’avevamo ripresa per i capelli dopo che i volontari del 118 avevano gridato più volte "la stiamo perdendo" e che con la Pianese (squadra di gran lunga più bella e più simpatica della Pro Vercelli) ci aveva salvato la traversa, più che una convalescenza questa degenza casalinga assomiglia ogni giorno di più ad un’agonia.
A questo giro, nonostante la ridda di occasioni sprecate, dopo l’effimero vantaggio iniziale, la palla non ha più voluto sentir ragioni di entrare. Ma d’altra parte allestire deliberatamente una squadra senza dotarla di centravanti può portare a questo. Come infatti certificato dal raddoppio vercellese, eseguito da quel Comi che schifo schifo non ci avrebbe fatto, attaccante grosso e cattivo, che le prende tutte di testa, tocca una palla in area e fa goal. Dopo di che a niente sono valsi i nostri arzigogolati tentativi successivi, arruffati, imbastiti con ansia, a tratti cervellotici, spesso sterili e quasi sempre poco produttivi.
Eppure eravamo partiti forte forte, con almeno tre belle occasioni nei primi 9 minuti, da una delle quali è scaturita la rete. Arrembanti forse era il termine giusto, per la miglior Robur della stagione, sotto un cielo candidamente azzurro, privo di una qualsiasi traccia di nuvole.
Sono proprio giornate come queste che fanno dimenticare il rumore della pioggia. Nell’aria calda, l’odore della crema doposole aveva ancora la meglio sull’aroma delle caldarroste, decisamente fuori luogo nonostante la stagione. Praticamente eravamo vestiti come per il palio di agosto, e ciò non so se sia proprio un bene. "A novembre la città prese fuoco in secondo", recitava un fugace successo musicale di una decina d’anni fa. Beh, se continua di questo passo va a finire che da canzone pop diventerà una profezia sinistra: Giusy Ferreri come Nostradamus; e poi non ci meravigliamo se il mondo va a scatafascio.
Che qualcosa potesse non andare per il verso giusto l’ho percepito all’ennesima occasione buttata alle ortiche dalla Robur, quando, ancora sullo 0 a 0, il difensore avversario ha svirgolato la palla sulla riga di porta, imprimendole una traiettoria assurda, che l’ha portata ad impennarsi sopra la traversa, per poi ricadere nel famoso campo per destinazione, definizione da prima repubblica radiofonica da me mai troppo capita. Un po’ come l’attualissimo giocare a piedi invertiti del resto, che dalle mie parti significa provare a far calciare la palla ad un tizio con le zampe montate al contrario, con gli alluci al posto dei mignolini. Sai che male al mattino, sbattere il ditone nel comodino?
Col passare dei minuti, poi, è apparso chiaro che la somma di tutti gli sforzi fatti non sarebbe arrivata a niente più che un risicato vantaggio, puntualmente annullato dalla loro prima vera sortita in avanti, sviluppatasi nonostante uno dei nostri fosse steso a terra, sotto allo sguardo omertoso e connivente dell’arbitro: 1 a 1 e palla al centro. O impariamo anche noi per le prossime volte, invece di buttare sempre il pallone fuori, stringere mani e dare pacche sulle spalle! Dentro al campo verde non siamo tutti amici per Dio! A me della coppa disciplina e del premio fair play interessa parecchio pochino. Soprattutto quando a vincere sono sempre gli altri, che la buttano in caciara, brigano, perdono tempo, recitano, giocano sporco e alla fine ottengono ciò che vogliono. E il tifoso sugli spalti giustamente si arrabbia, ma a pensarci bene, al posto loro, non avrebbe forse fatto la stessa cosa?
Con la testa bassa abbiamo riportato la palla al centro, anche se francamente un minimo di proteste in più me le sarei aspettate, soprattutto dal capitano non capitano, troppo leggero per sopportare il peso di quella fascia. Al danno del pareggio si è aggiunta anche la beffa di dover perdere forse il miglior giocatore in campo, perché logicamente, durante un pomeriggio all’incontrario, è evidente che non possa capitare a D’Ambrosio di dover uscire per infortunio. Mai una gioia, in tutti i sensi!
Nemmeno il tempo di fallire un altro paio di reti e con tre passaggi i risaioli c’hanno infilato per la seconda volta. Parto gemellare di frittate e risultato ribaltato: lancio, cross e colpo di testa a incrociare sul secondo palo. Tutto molto bello, tutto molto amaro.
Il calcio è uno sport semplice, che va giocato per lungo e non per largo. Domanda: quanti anni sono che non facciamo un goal come quello della Pro Vercelli? Risposta: non lo so. E d’altra parte, dove un c’è, 'un ci si mette, diceva mia nonna ed infatti laddove manca un ariete vero, non bastano a sopperire tre o quattro mezzi giocatori, che magari ti possono anche risolvere occasionalmente una partita, ma alla lunga scoppiano, proprio come quei cavallini veloci veloci, ma che non hanno il terzo giro. Ma poi scusate, si mette quelli grossi e si toglie chi crossa?
Dopo lo svantaggio, tutto ha assunto i contorni di una lenta ma schizofrenica eutanasia. Miracoli, errori, salvataggi sulla linea e guardalinee mezzi moribondi. Di tutto un po’, in un pupurry di moccoli e accidenti. E idiozia per idiozia, perché allora non provare da centroavanti il badarighe di sinistra, quello che normalmente pascola sotto alla gradinata? Tanto, scarso per scarso... Già, perché non farlo? Ma perché tale giudice di linea anzichè rilevare falli, fuorigiochi e scorrettezze varie ha visto bene di stramazzare al suolo al quarantesimo minuto del secondo tempo come un sacco di biada (tanto per rimanere in tema di cavalli) e restarsene immobile in attesa del rigor mortis. Ma sarà forse parente di quello che fece uguale qualche anno fa? O magari sarà addirittura lo stesso? Plin Plon, comunicazione di servizio (e anche se avremmo di gran lunga preferito sentire un bel "Paganini vaffanculo"): se c’è tra il pubblico qualche associato AIA (se c’è Aia c’è gioia!) scenda nell’agone ed impugni la bandiera! No davvero, ma siamo seri? Ma è ridicola 'sta cosa. E poi da queste parti l’unica bandiera che sventoliamo è quella bianconera con il volto disegnato di Arturo, quindi le altre le lasciamo volentieri a voi. Ma poi mi fate leggere per piacere il comma del regolamento dove dice che in caso di annientamento di uno dei due guardalinee, si potrà procedere con lo sceglierne uno tra il pubblico? Perché allora non richiamare i cittini vestiti da arbitro che accompagnano le squadre in campo? Dai, facciamo una cosa: chiudiamo la Serie C e non ne parliamo più, tanto, come cantava tutto lo stadio unito (locali e ospiti assieme), fate ridere! Esattamente come noi, che in questa serie ci faremo la fondata.
Robur Siena - Pro Vercelli 1 a 2: al di là della sconfitta, rispetto alla quale mi girano parecchio le scatole, perché sull’episodio del primo goal e successivo infortunio potrebbe esserci girato non solo una partita ma forse un campionato intero, resta davanti agli occhi un’incredibile coincidenza: da quando mamma e figlio sono a Siena, oltre a rallegrarsi e autoincensurarsi per un secondo posto (ma dai!), le loro squadre hanno stabilito un triste e malinconico primato: in quattro anni sono state capaci di padellare tutte tutte tutte le partite che avrebbero potuto riaccendere quel minimo di entusiasmo per riportare la gente allo stadio. E quella di domenica scorsa purtroppo è soltanto l’ultima di una lungo rosario di inciamponi ammazza tifo, partito da Livorno, proseguito per Arezzo, etc etc. Ma guai a dirvi qualcosa, d’altre parte senza di voi avremmo fatto l’Eccellenza. La cosa bella però è che nel male o nel bene noi fra qualche anno saremo ancora qua, voi per fortuna no.
Che bello è, quando esco di casa…
Mirko
Sempre un piacere leggerla signor Mirko ( “la stiamo perdendo” dei volontari del 118 è troppo bella). I miei pensieri sulla famiglia, la squadra, il ds e il tecnico (sul quale Almu continuerà a non condividere), li ho già espressi. Dal suo scritto prendo spunto per dirle che “il campo per destinazione” (ma mi pare strano che non lo sappia) è quella porzione di terreno, una volta doveva essere obbligatoriamente di un metro un metro e mezzo almeno, ora di preciso non ricordo, al di là delle linee perimetrali del campo. Una zona di sicurezza, diciamo così, che non deve prevedere ostacoli e dalla quale, se usciti involontariamente dal campo si può rientrare senza chiedere l’autorizzazione del direttore di gara. Visti gli scienziati che governano le regole del calcio non so se è sempre così, una volta lo era. Altra cosa e poi la lascio è il gol del pareggio. Io sono per il “Capello pensiero” e mi spiego: Mister “mascella” dice: “Chi va in terra, a meno che le capocce non si scontrino, ci rimane”. Vale per noi e vale per gli altri. Quando uno si fa veramente male ce se ne accorge…e poi è stato codificato: ad interrompere il gioco deve essere l’arbitro. Chiarito questo, si dovrebbe riguardare la posizione dei nostri difensori: quando parte il cross, uno di loro in mezzo a tre dei nostri e l’autore del gol tre metri dietro, solo soletto, sulla linea dell’area piccola. Niente da dire sul secondo gol, a mio avviso molto bello per costruzione e finalizzazione. Non sto a ripetere la chiusura del suo pezzo che è la mia grande speranza: fuori dalle scatole questi arroganti!!
RispondiEliminaTotalmente concorde sulla questione giocatore a terra, il regolamento parla chiaro. Il problema nasce e si sviluppa in quel caso su questioni tecniche. Ovvero: 1) Baroni si fa male perché vuol stoppare e giocare una palla sotto pressione (ci si è già presa rete in casa...), invece di avventare un sano pedatone e ripartire organizzati dietro. 2) il portinaio non butta la palla fuori, probabilmente perché non capisce che Baroni si è fatto male, ma anche per il diktat contemporaneo che il portiere deve giocar palla sempre. Ed infine, giusta notazione tattica su quanto siamo mal posizionati dietro nello sviluppo dell’azione, nonostante ci fosse stato tempo di riordinarsi. Sull’allenatore, come si starà evincendo, Wiatutti è ancora lontano per tirare una riga generalista di giudizio, per ora si va all’analisi di volta in volta. Domenica ha preso 5 (generoso) in pagella.
Elimina4 (quattro) anni di C.... intanto Pisa e Livorno (tanto per citarne due) sono andati di sopra ... eh ma quelli hanno i soldi...
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