Era il 28 settembre 2003 e decisi di andare a Roma, a vedere la prima notte bianca itagliana.
Due i motivi principali: 1) vedere lo splendore di Roma di notte (non sapevo che di lì a poco ci avrei vissuto per tre anni e che tante serate piacevoli vi avrei passato). 2) capire cosa fosse questa notte bianca, che per la prima volta approdava nel nostro Belpaese.
Già, perché il primo esperimento in tal senso fu svolto a Berlino nel 1997, poi a Parigi nel 2002 e quindi a Roma, appunto, un anno dopo.
La notte bianca romana fu ricordata soprattutto per il clamoroso blackout che dalle 3 di notte colpì in pratica tutta la penisola, con ragioni ancora oggi poco chiare (andatevi a vedere le teorie complottiste che parlano di un esperimento HAARP) e molto dibattute. Ma quella notte fu splendida, un caos organizzato che coinvolse una delle città più incasinate e belle del mondo, fra timori di attentati e gente divertita.
Si sta parlando di 16 annoni fa. Nel frattempo, tutta Itaglia ha sperimentato la sua notte bianca, grandi città, piccoli paesi, frazioni. Una settimana fa si è svolta l'edizione della notte bianca di San Rocco a Pilli, tanto per dirne una, con bella soddisfazione dei residenti e dei visitatori. Insomma, possiamo dire che l'evento non è caratterizzato da estrema novità.
Sabato scorso, ex abrupto, è toccata anche a Siena. Dopo la scoperta del fuoco, della ruota e dell'avvicendamento di governo cittadino, il borgo polveroso ha potuto apprezzare anche la sua notte bianca: le novità paiono essere finite, a parte il carcere per quelli che hanno rubato tutto, misura che mai e poi mai dalle nostre parti sarà attuata.
Chi vi scrive, da ex gggiovane fescion, è stato uno di quelli che ha apprezzato assai la notte di svago. Ci sta, una tantum, che anche noi Senesoni si possa divagare dal solito tour del sabato sera: vasca per corso, giro di Piazza del Campo, appoggio al colonnino, birra a 10 euro, saluto e letto. Per una (1) notte, Siena è stata un po' più viva, con i pro ed i contro che la vita comporta. Già, ci sta che qualcuno butti a terra una carta, ci sta che un altro sia caldo, ci sta che l'altro ancora berci. Ma ce la faremo a sopportare.
Chi vi scrive, uomo ormai al tramonto ed in totale tono minore, alle ore 23 ha lasciato la notte alla gioventù. Ma fino a quel momento, ho potuto notare un monte di gente a giro, famiglie con cittini piccini, tanti ragazzi, installazioni di divertimento diffuse, posti dove far casino e posti dove rilassarsi.
E' la vita normale, guys...
Ha ragione l'Avvocato: Siena si deve collocare su altre posizioni ed altri livelli. E deve farlo con metodo, senza strafare e ben conscia dei propri limiti, al di là di una notte all'anno. Niente movida - chi usa questo termine non capisce quanto male possa fare alla nostra città - niente caos generalizzato in stile Pantaneto, controllo discreto dei rompicazzo.
La notte bianca senese, arrivata dopo quasi venti anni dal resto del mondo, simbolicamente spezza uno dei piccoli ed incomprensibili tabù cittadini, ovvero quello che impone che in estate ci si possa divertire solo in contrada: ci sta, ma il mondo intanto va avanti, mentre noi perpetuiamo antiche abitudini.
Ora, proprio a partire da questo piccolo esempio, la città deve cambiare, in ambito culturale. E mentre una notte bianca all'anno basta e avanza, impelle intanto la nomina del nuovo direttore del Santa Maria della Scala, che ancora, dopo un anno di nuova Amministrazione, è lì senza un padrone e senza una precisa idea di sviluppo. E' il momento di spingere sull'acceleratore, visto che si è capito che certe cose si possono fare, a partire dalla scintilla di una notte diversa.
Nessun commento:
Posta un commento