Poi ci sarebbe il tunnel del polpaccio di Guberti e l’ostinazione del Mister, ma di questo non parlerò mai... Giuro, anzi no!
Sì, ci sono rimasto male, non lo nascondo: la prossima volta vo all’outlet a spendere anche i debiti. Dopo l’ennesimo sabato sera che puzza di birra e occasioni perse, mi ritrovo da solo a camminare in faccia al tramonto, con le mani in tasca e i pensieri fra le stelle, che altro non sono che puntini di speranza nel buio dell’ignoto. Bene, scritta anche questa ennesima cazzata, posso cominciare a scrivere della partita. Ma siccome il Siena ha perso non mi va affatto di ripetere le cose che hanno già detto tutti, lascio perdere il calcio e vo fuori tema.
Abbiamo perso contro una squadra che ha fatto il 20% dei propri punto contro la Robur, piena zeppa di riserve e con una fava tonka al posto del portiere, grasso come uno stradino con la bandiera arancione. Per protesta a questo giro vi racconterò soltanto di Lena, conscio che se la Robur Siena continuerà a regalarci altre prestazioni del genere, oltre che con il Costa Smeralda perderemo persino col Costafabbri! Se volevate farci un pesce d’aprile in anticipo, sappiate che non ci è piaciuto! Il tempo passa, le mamme invecchiano e i soldi... mah, non vorrei finissero.
Storia (di un sabato da schifo). La primavera sembra entrare nel vivo ed il mondo finalmente rifiorisce. Nemmeno il tempo di festeggiare Sant' Apollinare, protettore delle allergie e degli starnuti (...), che una piccola zanzara mi è entrata in auto, decidendo di accamparsi nel vano portaoggetti vicino al cambio. E come Bell per Sabastien, Mirko e Licia (con buona pace di Satomi) e Fantozzi con la Signorina Silvani, è stato amore a prima vista, anche se non sono certo che le zanzare abbiano gli occhi. Immediatamente ho pensato che potrebbe restare con me fino all’autunno e senza un vero motivo mi sono sentito euforico come al terzo limoncello. Ho sempre desiderato ricevere un cucciolo di qualcosa tutto per me, da allevare, coccolare e viziare e finalmente, a 40 anni suonati - quasi 41 - il vento del fato ha deciso di soffiare su di me, per esaudire il mio piccolo desiderio e colmarmi il cuore di felicità. In men che non si dica ho deciso di chiamarla Lena: Lena la Zanzara mi è parso (pArso, non pErso, almeno per adesso) suonare bene anche se il mio sogno sarebbe stato chiamarla Emmausso. Guardarla incantato svolazzare per tutto l’abitacolo prima di posarsi con grazia sul mio braccio destro per nutrirsi e farsi sempre più forte, mi ha ricordato che l’inverno è finito e presto si cambierà anche l’ora. Fermo al semaforo di Pescaia, ho aspettato con la stessa enfasi di chi aspetta la Serie B, ascoltando il suo goffo ronzio simile al respiro di un bambino. Per non disturbare il suo pasto sono rimasto immobile d’innanzi al verde, fra le proteste degli automobilisti in coda dietro di me, troppo persi nel turbine materialistico di questa caotica vita piena zeppa di cose inutili e rapporti superficiali per non accorgersi della mia gioia. Il semaforo è ritornato rosso e i rumori si sono placati. Finalmente mi sono sentito in pace con il mondo ed il suo buco nell’ozono. Avrei tanto voluto accarezzarla, ma il vegano nascosto dentro di me mi ha ricordato che anche una carezza potrebbe essere interpretata come una violenza contro gli animali, soprattutto se quest’ultimi non sono consenzienti, quindi ho desistito, reprimendo il mio impulso. Per il suo complimese gli regalerò un'ampollina di sangue invecchiato, prelevato da un tizio all’USL di Montalcino e mi delizierò gli occhi guardando la sua espressione. Ripartendo un grosso bombo bicolore mi si è schiantato sul vetro mentre un brivido mi ha percorso la schiena. Ti difenderò da questo mondo brutto, triste e cattivo, le ho promesso, dopo averla osservata infilare il suo bellissimo ago nella mia pelle e succhiare con grazia senza pensare al dopo, ai bubboni rossi ed al loro prurito. Non mi importa, ho pensato, se fra dieci mi minuti assomiglierò al negativo del fungo velenoso delle favole (quello rosso a pallini bianchi visto al contrario), perché sarà soltanto il prezzo della felicità. Chiudendo la portiera, l’ho vista mezza addormentata sul sedile posteriore a crogiolarsi al sole come un cane randagio sdraiato in mezzo ai sacchetti della spazzatura ed il cuore ha avuto un sussulto. Per festeggiare al meglio la giornata della famiglia, sono arrivato allo stadio da solo, dopo aver lasciato tutti a casa, perché l’unico modo per far durare le famiglie è starne lontano. Sopra al Franchi (Artemio, non Franco, l’amico di Ciccio) c’era un bel sole giallo color maglia dell’Arzachena ad illuminare questo spensierato sabato di primavera, caldo e corto come quei giorni di marzo dove l’orologio non è ancora stato rimesso indietro e le ombre si allungano velocemente sul campo verde. Ho trovato un’amica speciale, penso, adesso mi occorrerebbe soltanto trovare i tre punti. Ma invece...
Epilogo. Ed invece tutto va storto. Il Siena sbanda, annaspa, affonda sotto i colpi di corazzata Potëmkin, esprimendo un gioco triste e sciatto da cagata pazzesca. Esco dallo stadio deluso, parlando da solo come i matti. Un solo pensiero mi rende felice: Lena mi starà sicuramente aspettando col suo carico di gioia e la sua fame da vampiro. Pensa e rimugina realizzo che restare tutto il pomeriggio a farsi pizzicare da una zanzara è assai più interessante che seguire la Robur. Nemmeno il tempo di formulare questo pensiero che il mondo mi crolla addosso. Salgo in auto triste e deluso: da me, dal Siena e da tutti i mali dell’universo. Ingrano la retromarcia e gratto il paraurti contro il muricciolo di un giardino. Di riflesso sbatto la mano sul cruscotto, ricordando agli dei il mio punto di vista. Sul polpastrello del medio sento qualcosa di molliccio. Chiudo gli occhi, con il cuore che batte all’impazzata. Giro la mano e guardo: Lena giace tutta spiaccicata immersa nel mio sangue, vittima di una guerra silenziosa che ogni estate fa migliaia di vittime innocenti. Morta come la speranza di arrivare l’Entella; o il Piacenza. Di lei mi resteranno soltanto un paio di bollicini grossi come dadi da cucina e il ricordo di un sabato da schifo, nel quale schiacciai Lena e l’Arzachena vinse a Siena rompendoci la schiena maremma iena, portandosi via tre punti e un bel pezzo del nostro futuro. Ma Guberti poi, dicevamo? A Guberti boh... Ma tanto per me è meglio Sbrissa!
Siena - Arzachena Costa Smeralda 1-3: se non aggiungessi Costa Smeralda anche google maps andrebbe in difficoltà per trovare Arzachena. Senti un pochino con chi abbiamo perso. Senza mai lottare e senza mai tirare in porta. Mi voglio soltanto augurare che la partita sia stata combinata, almeno con i soldini guadagnati ci potete comprare un paio di terzini, cambiare allenatore e provare seriamente a vincere un campionataccio di Serie C. Mi diverto sempre meno e non mi piace!
Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!
Storia (di un sabato da schifo). La primavera sembra entrare nel vivo ed il mondo finalmente rifiorisce. Nemmeno il tempo di festeggiare Sant' Apollinare, protettore delle allergie e degli starnuti (...), che una piccola zanzara mi è entrata in auto, decidendo di accamparsi nel vano portaoggetti vicino al cambio. E come Bell per Sabastien, Mirko e Licia (con buona pace di Satomi) e Fantozzi con la Signorina Silvani, è stato amore a prima vista, anche se non sono certo che le zanzare abbiano gli occhi. Immediatamente ho pensato che potrebbe restare con me fino all’autunno e senza un vero motivo mi sono sentito euforico come al terzo limoncello. Ho sempre desiderato ricevere un cucciolo di qualcosa tutto per me, da allevare, coccolare e viziare e finalmente, a 40 anni suonati - quasi 41 - il vento del fato ha deciso di soffiare su di me, per esaudire il mio piccolo desiderio e colmarmi il cuore di felicità. In men che non si dica ho deciso di chiamarla Lena: Lena la Zanzara mi è parso (pArso, non pErso, almeno per adesso) suonare bene anche se il mio sogno sarebbe stato chiamarla Emmausso. Guardarla incantato svolazzare per tutto l’abitacolo prima di posarsi con grazia sul mio braccio destro per nutrirsi e farsi sempre più forte, mi ha ricordato che l’inverno è finito e presto si cambierà anche l’ora. Fermo al semaforo di Pescaia, ho aspettato con la stessa enfasi di chi aspetta la Serie B, ascoltando il suo goffo ronzio simile al respiro di un bambino. Per non disturbare il suo pasto sono rimasto immobile d’innanzi al verde, fra le proteste degli automobilisti in coda dietro di me, troppo persi nel turbine materialistico di questa caotica vita piena zeppa di cose inutili e rapporti superficiali per non accorgersi della mia gioia. Il semaforo è ritornato rosso e i rumori si sono placati. Finalmente mi sono sentito in pace con il mondo ed il suo buco nell’ozono. Avrei tanto voluto accarezzarla, ma il vegano nascosto dentro di me mi ha ricordato che anche una carezza potrebbe essere interpretata come una violenza contro gli animali, soprattutto se quest’ultimi non sono consenzienti, quindi ho desistito, reprimendo il mio impulso. Per il suo complimese gli regalerò un'ampollina di sangue invecchiato, prelevato da un tizio all’USL di Montalcino e mi delizierò gli occhi guardando la sua espressione. Ripartendo un grosso bombo bicolore mi si è schiantato sul vetro mentre un brivido mi ha percorso la schiena. Ti difenderò da questo mondo brutto, triste e cattivo, le ho promesso, dopo averla osservata infilare il suo bellissimo ago nella mia pelle e succhiare con grazia senza pensare al dopo, ai bubboni rossi ed al loro prurito. Non mi importa, ho pensato, se fra dieci mi minuti assomiglierò al negativo del fungo velenoso delle favole (quello rosso a pallini bianchi visto al contrario), perché sarà soltanto il prezzo della felicità. Chiudendo la portiera, l’ho vista mezza addormentata sul sedile posteriore a crogiolarsi al sole come un cane randagio sdraiato in mezzo ai sacchetti della spazzatura ed il cuore ha avuto un sussulto. Per festeggiare al meglio la giornata della famiglia, sono arrivato allo stadio da solo, dopo aver lasciato tutti a casa, perché l’unico modo per far durare le famiglie è starne lontano. Sopra al Franchi (Artemio, non Franco, l’amico di Ciccio) c’era un bel sole giallo color maglia dell’Arzachena ad illuminare questo spensierato sabato di primavera, caldo e corto come quei giorni di marzo dove l’orologio non è ancora stato rimesso indietro e le ombre si allungano velocemente sul campo verde. Ho trovato un’amica speciale, penso, adesso mi occorrerebbe soltanto trovare i tre punti. Ma invece...
Epilogo. Ed invece tutto va storto. Il Siena sbanda, annaspa, affonda sotto i colpi di corazzata Potëmkin, esprimendo un gioco triste e sciatto da cagata pazzesca. Esco dallo stadio deluso, parlando da solo come i matti. Un solo pensiero mi rende felice: Lena mi starà sicuramente aspettando col suo carico di gioia e la sua fame da vampiro. Pensa e rimugina realizzo che restare tutto il pomeriggio a farsi pizzicare da una zanzara è assai più interessante che seguire la Robur. Nemmeno il tempo di formulare questo pensiero che il mondo mi crolla addosso. Salgo in auto triste e deluso: da me, dal Siena e da tutti i mali dell’universo. Ingrano la retromarcia e gratto il paraurti contro il muricciolo di un giardino. Di riflesso sbatto la mano sul cruscotto, ricordando agli dei il mio punto di vista. Sul polpastrello del medio sento qualcosa di molliccio. Chiudo gli occhi, con il cuore che batte all’impazzata. Giro la mano e guardo: Lena giace tutta spiaccicata immersa nel mio sangue, vittima di una guerra silenziosa che ogni estate fa migliaia di vittime innocenti. Morta come la speranza di arrivare l’Entella; o il Piacenza. Di lei mi resteranno soltanto un paio di bollicini grossi come dadi da cucina e il ricordo di un sabato da schifo, nel quale schiacciai Lena e l’Arzachena vinse a Siena rompendoci la schiena maremma iena, portandosi via tre punti e un bel pezzo del nostro futuro. Ma Guberti poi, dicevamo? A Guberti boh... Ma tanto per me è meglio Sbrissa!
Siena - Arzachena Costa Smeralda 1-3: se non aggiungessi Costa Smeralda anche google maps andrebbe in difficoltà per trovare Arzachena. Senti un pochino con chi abbiamo perso. Senza mai lottare e senza mai tirare in porta. Mi voglio soltanto augurare che la partita sia stata combinata, almeno con i soldini guadagnati ci potete comprare un paio di terzini, cambiare allenatore e provare seriamente a vincere un campionataccio di Serie C. Mi diverto sempre meno e non mi piace!
Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!
Mirko

Ma se la presidentissima si diverte a spendere, spendere , spendere a voi cosa ve ne frega.I risultati non sono importanti , l'importante è che tutti i tifosi imparino lo stile british della famiglia reale.
RispondiEliminaRampollo principino reale......ahahahah
RispondiEliminaCon mister british in panchina poi... Non avere fretta! Politicamente corretto! Vestito in doppio petto! Ciuffo sempre tinto all ultima moda! Giuoco spumeggiante! Cosa volete voi rozzi tifosi?
RispondiEliminale palle non le hanno mai avute,nemmeno quando giocavano ed i leaders erano i vari Colasante,D'Aversa,Orocini,Tudor e uomini simili.
Eliminaaltro problema la tifoseria,con un clebbino di pensionati con qualcuno che ogni tanto alza la voce,senza minimamente rendersi conto in che pezze è ridotto da anni...in curva citti giovani,andranno misurati in un periodo storico dove anche le contrade si so ridotte a bambinili,ginecei e centri di recupero per vecchi rincoglioniti.la generazione anni 70,che le mani le muoveva davvero e no a chiacchiere,intanto si è levata dai coglioni...bel colpo,si!
Dai ragazzi, secondo me la Presidentessa e il su figliolo so du fenomeni! Lui tira dei bestemmioni clamorosi... Io in tribuna gli sono a pochi metri e vi posso garantire che vale il prezzo del biglietto... Mi fo delle risate clamorose... La famiglia british è folosissima
RispondiEliminaChi scommette che entro 2 anni sgombrano?
EliminaIo spero prima..cosi' al rastrello ci si fanno tanti orti per cipolle e ravanelli..biologici naturalmente.
RispondiEliminaGuai a chi tocca la famigliola e il clebbino!
RispondiEliminaRoby di Tressa