Franco Cardini nasce a Firenze, il 5 agosto 1940.
Già, potremmo anche fermarci qua, per certi versi. Notata en passant la sfortunata località di nascita (che non ripetiamo per pudore e perché porta male), soffermiamoci un momento su quel 1940: ecco, son passati quasi 80 anni.
Del Prof. Cardini ho letto parecchio, soprattutto ai tempi dell'università. Non sempre l'ho trovato gradevole, non sempre mi sono trovato concorde con quanto da lui vergato sulla carta stampata; ma indubbiamente ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte ad una mente non comune.
Leggetevi la biografia di Cardini: nasce storico dell'epoca medievale, ma ad un certo punto "esonda", trattando di tutto un po', non solo in ambito scientifico. Si parla di Oriente? Lui c'è. Si discetta di politica? Lui interviene. Si analizza l'economia internazionale? Oh, Lui sa. Insomma, il livello è eccelso, questo è stato ed è uno Bravo. Uno di quelli - leggete ad esempio il suo blog - che non perde mai occasione per impartire qualche lezioncina a quelli dementi, che non sanno ad esempio coniugare bene i congiuntivi.
Amante di Siena, presente pochi mesi fa in Consiglio Comunale a tenere una dotta lectio storica, profondo conoscitore degli usi del borgo polveroso.
Ma poi, tutto d'un tratto...
Girava qualche giorno fa un video con una sua intervista sul Palio, edito addirittura (rullo di tamburi!) dalla Fondazione Treccani - oh, my God, Bravo + Bravi - che ci ha lasciato di stucco. Uno strafalcione dietro all'altro, un po' come sarà capitato anche a voi, lettori mostruosi di un blog di quelli non Bravi, al termine di una impegnativa cena fra amici semi-alcolisti. Cosa sarà mai successo per giustificare questo scivolone?
Sul blog francocardini.it, domenica 7 aprile 2019 (V Domenica di Quaresima), alla MINIMA CARDINIANA 241/1 (sticaz!), il professore scrive una lunghissima lettera di scuse a tutti noi, cittadini di Siena, amici e contradaioli. Lettera umile, financo auto-afflittiva in qualche passo ("L’indulgenza va riservata agli altri, non a se stessi. Per questo, amici senesi, non voglio indulgenza e mi associo alle vostre contumelie" - diobonino, anche meno, dai), che lascia in stato di suspance per larghi tratti ("Che gli è successo? Si sentiva male? Era distratto per qualche motivo? Aveva fretta? Avevano fretta i suoi intervistatori? Il video è stato in qualche maniera manipolato?"), oppure che denota un'ipotesi di sdoppiamento di personalità ("Alcuni dei miei interlocutori, dicendosi delusi e indignati, si sono chiesti come possa essere io la stessa persona che ha scritto I giorni del sacro"), per terminare in zone di perculazione border-line ("Un articolo di enciclopedia o una mediocre guida cittadina rispondono correttamente alle domande alle quali io ho replicato in modo tanto scorretto"). E poi qualche errorino, anche nella lettera di scusa, ci scappa: contrade "morte" e non soppresse, "gara" (???) e non carriera... Ma sì, dai, "Purtroppo, evidentemente quello non era uno dei miei giorni migliori", chiosa Cardini. E vabbè, ci sta. Uno scivolone capita, anche a quelli Bravi.
Wiatutti lo perdona, mandandogli un grande abbraccio a distanza. Ma un piccolo appunto finale ci sentiamo di apporlo. Cardini ha molti amici a Siena, alcuni dei quali colleghi di rilevanza internazionale, come lui; magari meno Bravi, per carità, ma probabilmente più "sul pezzo", quando si parla di Palio. Ecco, forse sarebbe stato ganzo, prima di fare il Bravo per i Bravi e discettare di una cosa che non si padroneggia, alzare il telefono e chiamare questi amici e/o colleghi, anche soltanto per chiedere un consiglio, fare qualche domanda, sottoporsi ad un confronto.
Perché poi, alla fine, si rischia che abbiano ragione gli altri, quelli dementi.

Oooh se l avete tanto a cuore , chiappatevelo ,vi si da' gratisse e un si vole nemmeno
RispondiEliminaquarcosa/uno in cambio , nun ti meraviglia' se un fosse uno che fa' quarche papera
un l arebban preso in fontebranda.
manunta
Ma dopo bada pe' ribadi' i concetto
RispondiEliminavi garba sventolare l adozioni
vi garba tanto di ciuccia' i confetto
di ' grande nome ai quale tutti proni
fate l inchino e poi i salamelecco
sicche bene vi sta' cari cittoni
chi porta n casa un bizzoso becco
non si lamenti di cacate e puzzo
l aete battezzato e ora ecco
che v accorgete che l e' un pavonazzo
e non un papero o altra bestiola
sicche' l e' inutil fa' come lo struzzo
chi a sien ci nasce o cresce, quella sola
l'e gente c' ha da sta' nelle contrade
e chi co' grandi nomi si consola
e gl' offre cene onori ed altre biade
nel servilismo e nel vano scade
manunta fiorentino onesto... e non leccaculo ruffiano gattamorta pappagallo maneggione , storico ( di che? di' palio par di no) pompato da chi un intende nemmen a chiamallo pe' nome.
A noi i Bravi ci garbano, caro Manunta.
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