Prosegue l'onda lunga degli episodi inquietanti che si susseguono ultimamente in città, fra rapine a mano armata in pieno giorno, vandalismi su opere pubbliche, grotteschi provvedimenti di pubblica sicurezza.
Cosa sta succedendo? Quali sono le ragioni per cui Siena pare rovinosamente rotolata verso uno stato di decadenza?
C'era una volta Siena. Una città dove non succedeva mai niente, dove la finzione la faceva da padrona, dove i soldi davvero potevano mandare l'acqua all'insù, dove pubblicamente il senso del pudore sfociava nella retorica del lusso.
Storia di pochissimi anni fa, non di secoli fa. Secoli che paiono passare ogni giorno che passa, riducendo ad un'eco la vita artefatta ma decorosa del borgo polveroso.
Non vorrei dare giudizi in ciò che sto scrivendo, dato che davvero non ne ho; non sto cioè dicendo che si stava meglio quando si stava peggio, nè il contrario.
Sto solo verificando uno stato dei fatti: cioè che, dopo una fase di trapasso, da poco tempo a questa parte Siena sta sprofondando nelle sabbie mobili della decadenza.
Tutti gli Imperi, prima o poi, sono storicamente destinati a tale sorte, dopo lunghi periodi di auto-referenzialità malata. Ed anche l'Impero di Siena (costruito a tavolino ed a tavolino distrutto) sta inesorabilmente seguendo questa tendenza.
Parliamoci chiaro, ancora non siamo pronti a vivere in questa condizione. La decadenza, una volta affermatasi, si palpa nell'aria, stagna, produce negatività. Inevitabilmente conduce alla morte. Ma prima della morte, la decadenza dà segni di esistere.
L'imbrattamento di monumenti, la distruzione di simboli contradaioli, la scarsa cura del territorio civico sono reati che fino a pochi anni fa nessuno di noi vecchierelli si sarebbe sognato di vedere o di fare; anche perché con tutta probabilità sarebbe arrivato il rimbrotto o la mano del muso di persone amiche.
Il limite oggi pare invece che sia stato passato. La perdita di identità cittadina è palese, il tessuto sociale si è evidentemente sfilacciato, le politiche estranianti del Potere ci ha resi disorientati e slegati da una minima morale di base.
Doveva accadere, forse è accaduto troppo rapidamente. I fasti di anni di "Siena da bere" hanno prodotto danni incalcolabili nella testa delle persone, hanno fatto credere che tutto fosse fattibile, il senso dell'impunità ha dato la mano di coppale.
Ora ci ritroviamo così, esposti alle intemperie. Spero soltanto che esista una reazione, che va pescata nel nostro DNA, nelle metodologie che gli avi ci hanno insegnato, anche a costo di ricorrere a pratiche non politically correct. Abbiamo sempre avuto cura del nostro territorio, perché il nostro territorio siamo noi, forse come nessun'altra città italiana. Quando qualcuno sfregia il territorio, sfregia noi. Reagiamo.
Siena, come tutte le altre città italiane ed europee, è destinata a non esistere più come noi la conoscevamo. La civiltà europea ormai è alla frutta:tempo 10 anni massimo e nelle scuole la prima lingua ufficiale non sarà più l italiano ma L ARABO. e per chi non la sa...cazzi sua.
RispondiEliminaMah, a me della civiltà europea importa poco... Non mi sento per niente simile a un Finlandese o a un Tedesco, ad esempio. Penso invece che bisognerebbe tentare il prima possibile di tutelare i metodi di vita locali, le usanze, le abitudini. E difenderle dall'onda distruttiva dell'omologazione culturale e mondialista.
EliminaHai ragione, ma le usanze, le abitudini, i metodi di vita conosciuti, si fanno quando una comunità è sempre la stessa.
EliminaCoi tempi che corrono, con la nostra comunità che è in via di estinzione, è ovvio che le abitudini, i metodi di vita conosciuti, le usanze, vengono stravolte da chi appunto, venendo da altri mondi, porta invece le sue abitudini, le sue usanze....sia come aspetti positivi(pochi) sia come aspetti negativi. Non è che le città non sono più sicure così, senza un perché. Esiste, eccome se esiste il perché.
Penso che una comunità possa difendere il proprio senso di identità (perché di questo mi pare stiamo parlando) anche attraverso questi periodi di forte fluidità. Non vedo una comunità a rischio di estinzione, vedo piuttosto una comunità che deliberatamente sceglie di aderire a nuove forme di pensiero e di aggregazione. Il che non è mai un male, anzi, soprattutto se riferito ai gruppi chiusi come storicamente siamo stati noi. Ma il drammone che io vedo è che, una volta aperte (spesso obtorto collo) le porte del borgo, non c'è nè stata una strategia di chi ci dovrebbero amministrare (sì, ciao...), nè una forma di auto-tutela della comunità stessa. Cioè, mi pare si facciano due ragionamenti opposti: il pericolo io lo vedo in noi, non nell'altro. Lo vedo nella maniera idiota e supina in cui abbiamo accettato logiche di vita e di consumo che appartengono ad altri, che è "normale" che gliela tentino... Certo, se nessuno reagisce, allora diventa tutto più facile. PS: a scanso di equivoci, io non sto parlando di reazioni sconsiderate contro il singolo individuo che rompe il cazzo.
EliminaNon sono io che dico che la nostra comunità è a rischio di estinzione, sono i dati ufficiali anche del nostro governo che lo dicono.
EliminaOgni giorno che passa la nostra comunità cala di numero, i vecchi che muoiono non vengono più rimpiazzati dai loro nipoti, ma da altre persone appartenenti ad altre comunità di paesi con storie, tradizioni e usanze completamente diversi.
In più, aggiungo io, la religione è interpretata in maniera diversa da questi altri popoli.
Darwin parlava nella sua teoria della evoluzione, che nel mondo ci sono 2 caratteri, in tutte le cose : un carattere recessivo e un carattere dominante. In tutte le cose.
Ebbene, noi in confronto ad altre religioni che interpretano la stessa in maniera molto più aggressiva, siamo il carattere recessivo, e per questo siamo destinati all estinzione. È chiaro, è logico, è lampante.
È sicuro.
Sì, diciamo la stessa cosa, riguardo alla tendenza aggressiva di chi magari fino a ieri l'altro è stato colonizzato, di chi fino a ieri è stato bombardato e di chi invece è aggressivo per cazzi suoi. Certo, fa parte della decadenza di cui sto parlando, che può essere estesa a tutto il sistema di pensiero e anche produttivo occidentale. Che lo scontro di civiltà-religione-usi-leggi fosse improcrastinabile lo vedeva anche un cieco. Allora chiedo: per tutelarsi, non sarebbe meglio riappropriarsi dei propri costumi, oppure è più utile delegare ad altri che (non) applicano misure idonee? Noi abbiamo deciso di delegare la nostra difesa da anni a chi ce lo ha tirato in culo, questa è la verità. Magari facendoci anche credere che se non si passasse la delega saremmo stati dei dementi. E siamo andati ad inseguire dei sogni che non ci sono mai appartenuti (vedi la chimera dello stile di vita "all'americana").
EliminaSul rischio estinzione: Ok, non avevo capito su quali cifre ti stavi misurando. Certo, c'è un mondo all'esterno che ti pressa e ti presserà sempre di più. Come fare a gestire questa pressione è compito della politica, che a mio avviso sta sfruttando il tutto per fare soldi ed ottenere consenso. Della sorte dei poveracci (noi e quelli che vorrebbero passare da noi... non venire... perché forse si sta meglio in Germania che in Itaglia) a questi politici non gliene importa una sega. Il trend per me è solo agli inizi. Non so prevedere il futuro, ma il problema esiste.
Sulla questione religiosa: se inizio, non finisco più. In generale, a me le religioni non stanno troppo simpatiche, diciamo così...
Ma i bombardamenti in quelle zone non è che sono stati fatti così a caso senza un motivo, se in quelle zone si è instaurato addirittura uno STATO islamico che ha come scopo quello di imporre la propria religione su quella delle altre, la comunità internazionale che doveva fare, lasciarli crescere senza battere ciglio?
EliminaPiuttosto qui i confini vanno difesi con le unghie e con i denti, non come stanno facendo ora, in pochi anni stanno distruggendo secoli di civiltà, che sono stati faticosamente conquistati dai nostri avi.
Per rimanere ai giorni nostri, la Libia è stata decapitata con l'uccisione di Gheddafi, grande pezzo di merda, grande dittatore, ma reale freno a: 1) le tendenze alla creazione di entità religiose (vedi stato islamico). 2) flussi sfrenati di immigrazione selvaggia. Saltato lui, saltati i tappi. Domando: ma mica l'avranno fatto a posta???
EliminaSu Gheddafi hai pienamente ragione e difatti quella è stata una gran bella cazzata. Però le primavere arabe in generale sarebbero esplose lo stesso anche senza cazzate dell Occidente. La più grande cazzata dell Occidente è stata quella di sottovalutare la questione non adottando per tempo politiche drastiche a questi esodi biblici, trovandosi del tutto impreparata. Decenni e decenni di rilassamento e rincoglionimento hanno portato a questo.
EliminaL'immigrazione è un business. Enorme, pazzesco. L'impreparazione può essere riferita ai primi tempi, poi non regge più. L'immigrazione è stimolata dalla politica e da chi ci guadagna. Poi noi ci accapigliamo a parlarne in termini ideologici ed umanitari. Ma la sostanza è un'altra. Ci scriverò su
EliminaDiciamocelo chiaramente: se in Italia governa il PD e se in Europa governa la Merkel insieme ai sinistroidi di Bruxelles, che ci dovevamo aspettare? È logico che andava a finire così questi sono talmente incapaci che non ci arrivano proprio....addirittura li vanno a prendere direttamente dalla Libia appena salpatì per portarli nei porti italiani.
EliminaLa verità è che in occidente la questione immigrati è stata totalmente sottovalutata anche fino a 2-3 anni fa cioè quando questi hanno vinto le elezioni.
E qui però ti do ragione poiché è vero gli immigrati sono un business per la sinistra, in quanto, venendo naturalizzati italiani con lo ius soli, alle prossime elezioni si presenteranno ai seggi per votare centinaia di migliaia se non milioni di simpatici neri o affini che appunto voteranno chi li ha portati in Italia e per cui è facilmente capibile che l Italia come la conoscevamo non esisterà più, appena lo ius soli sarà approvato sarà LA FINE DELL ITALIA E DELLA NOSTRA CIVILTÀ. sempre più immigrati arriveranno che avranno i nostri stessi diritti e per cui cambieranno drasticamente il modo di vivere nostro, le nostre abitudini, tutto quello che abbiamo faticosamente costruito in secoli e secoli di a volte anche dure battaglie.
Penso che l'immigrazione non sia un business SOLO della sinistra... Comunque c'ho scritto qualcosa oggi
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