Mea culpa, mea culpa, mea máxima culpa. Oh, ho sbagliato, che vi devo di'...
E non solo io, eh. Anche tutti quei rompicoglioni bofonchianti che stanno da mane a sera a ripetere quanto sia peggiorata la qualità della vita nel borgo polveroso.
Prova provata della mia asserzione: il documento stilato da "Il Sole 24 Ore" denominato "La mappa della ripresa", che aggiorna un analogo studio condotto nel 2103 relativamente agli effetti della crisi a partire dal 2009. Stavolta si valutavano gli anni 2013-2016, quelli della (leggera) ripresa, non dappertutto.
Dieci indicatori a comporre una griglia interpretativa, 103 provincie itagliane scannerizzate.
Ebbene, cari lettori anche voi sicuramente infastiditi & amareggiati dalla vostra corrucciata esistenza (altrimenti non sareste qui), ascoltate bene ciò che ho da rivelarvi: a Siena ora va tutto bene, siamo decimi in classifica!
Come dite, non ci credete?
Ma sì, ma sì; è davvero così.
Ci dicono che abbiamo saputo reagire alla grande in questi ultimi quattro anni, come il Partito ci sta ricordando a ogni pie sospinto. Per cui, ora bisogna crederci.
Ed andiamo ad analizzare nel dettaglio i motivi di questa performance.
Sui dieci indicatori considerati, ce la cavicchiamo benino in quasi tutti, quando più quando meno. Ma uno in particolare è strabiliante ed è proprio merito suo se balziamo al decimo posto in classifica nazionale: i depositi bancari. Il record itagliano dell'aumento dei denari lasciati in banca ci appartiene, addirittura con un + 47,6% rispetto al precedente dato.
Ma... + 47,6%?
Cioè, mi volete dire che, in questo triennio, avete deciso di depositare per il doppio i vostri risparmi nelle banche?
Domande:
1) Questo sarebbe un segnale di ripresa economica?
2) Quali sono i motivi per cui questo dato balza agli occhi con un incremento così clamorosamente sostenuto?
3) Ma soprattutto, di quali banche si parla?
4) Non sarà mica che non si parli soprattutto di MPSI, dato che i dati dei depositi di quest'ultimo, nel triennio considerato, paiono rivolti fortemente verso il basso?
Ordunque, interpretare questo dato (che a nostro avviso è ampiamente opinabile come indicatore positivo) non è semplice. Ma normalmente, le ragioni per le quali si lasciano i soldi in banca senza molto reimpiegarli nell'economia sono due: il timore di nuove e crescenti tasse e l'assenza di certezze nel futuro. Con la conseguente preferenza marcata verso il risparmio. Il tutto aggravato anche dai tassi molto bassi, che non inducono certo all'animosità finanziaria.
Fenomeno generalizzato in tutta Itaglia, certo. Ma a Siena elevato all'ennesima potenza (+ 47,6%).
Siamo cattivi - come sempre - ma vi facciamo una domanda: non sarà che nel borgo polveroso l'incertezza e la paura regnino sovrane?
Mah... intanto siamo decimi. E solo questo è ciò che conta.
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