Nel petto il rombo sordo di un cuore impazzito si propaga fino al cervello, martellando le tempie con insopportabile costanza. Un battito, un passo.
In poco tempo copro la distanza che mi separa dalla meta. Di fronte ad un noto locale del centro mi fermo un secondo per riprendere fiato: non voglio certo dare l’impressione di uno che ha mollato tutto per correre qui. Metto il telefono in modalità silenzioso, faccio un respiro e spingo la porta con passo deciso. Il cartello ‘tirare’ appeso al vetro smentisce immediatamente il mio incedere. Mosso qualche passo in direzione del bancone, le note accoglienti di "Life on Mars" di David Bowie mi avvolgono, mentre le luci chiare dei faretti mi regalano una strana sensazione da red carpet. Mi guardo intorno incerto. Una cameriera mi chiede qualcosa che ha a che fare con una prenotazione. Inebetito, le sorrido senza rispondere. Improvvisamente la vedo, riconoscendola all’istante. Sta parlando al cellulare, quindi aspetto educatamente che termini la conversazione prima di salutarla.
Conclusa la telefonata, mi guarda con aria vagamente annoiata e mi fa: "E’ lei Mirko?".
"Sì", rispondo incerto, accompagnando un "Molto piacere’" con il movimento dell’avambraccio destro proteso verso il mio interlocutore, nella vana attesa di una stretta di mano. Ripenso alla lunga lista di domande che vorrei farle, ma mille pensieri intasano la mente, impedendomi di ragionare lucidamente. La telefonata è arrivata improvvisa poco prima di mezzogiorno. Poche parole, decise e dirette: "Le offro finalmente la possibilità di scrivere qualcosa di decente in quella ridicola rubrica. Il Siena è in silenzio stampa, ma questa sera ho voglia di parlare. Venga al xxxx - e per motivi commerciali non posso rivelare il nome - verso le 19,30. E non mi faccia aspettare".
Ed eccomi qua.
Ritraggo la mano e sposto il peso del corpo da un piede all’altro, in attesa che la signora mi dica cosa fare. Mica vorrà lasciarmi in piedi tutto il pomeriggio? Vorrei tanto avere io il comando della situazione, ma in verità non so cosa fare. Stizzita, mi ordina di sedermi con un gesto della mano, prima di rimanere in attesa, con i sui occhi scuri ben piantati dentro ai miei.
Conclusa la telefonata, mi guarda con aria vagamente annoiata e mi fa: "E’ lei Mirko?".
"Sì", rispondo incerto, accompagnando un "Molto piacere’" con il movimento dell’avambraccio destro proteso verso il mio interlocutore, nella vana attesa di una stretta di mano. Ripenso alla lunga lista di domande che vorrei farle, ma mille pensieri intasano la mente, impedendomi di ragionare lucidamente. La telefonata è arrivata improvvisa poco prima di mezzogiorno. Poche parole, decise e dirette: "Le offro finalmente la possibilità di scrivere qualcosa di decente in quella ridicola rubrica. Il Siena è in silenzio stampa, ma questa sera ho voglia di parlare. Venga al xxxx - e per motivi commerciali non posso rivelare il nome - verso le 19,30. E non mi faccia aspettare".
Ed eccomi qua.
Ritraggo la mano e sposto il peso del corpo da un piede all’altro, in attesa che la signora mi dica cosa fare. Mica vorrà lasciarmi in piedi tutto il pomeriggio? Vorrei tanto avere io il comando della situazione, ma in verità non so cosa fare. Stizzita, mi ordina di sedermi con un gesto della mano, prima di rimanere in attesa, con i sui occhi scuri ben piantati dentro ai miei.
Per rompere il ghiaccio domando: "Prende qualcosa?".
"Ho preso un caffè mentre l’aspettavo. Non si dimentichi di pagarlo andando via. Cominciamo? Non ho tutta la sera e poi sabato arriva la Pro Piacenza, quindi devo correre in ufficio per organizzare le ultime cose".
Con un filo di voce chiedo: "Perché Wiatutti?".
Mi guarda come se fossi sceso dalla luna e senza nascondere un velo di irritazione mi rimbrotta: "Ma che razza di domanda è? Vada a chiederlo a chi ha deciso di chiamarlo così. Cosa vuole che ne sappia io?".
Stordito dall’inutilità della risposta, provo a chiarirmi: "No no, mi scusi. Forse mi sono espresso male. Intendevo: perché ha deciso di concedere un’intervista proprio a Wiatutti e non a qualcun altro?".
Mi guarda a lungo prima di rispondere, giocherellando nervosamente con la fibbia della borsa: "Perché i suoi articoli fanno schifo e adesso almeno avrà qualcosa di serio da pubblicare. E poi, io fo un piacere a lei e lei ne farà uno a me".
"Cioè? Si spieghi meglio".
"Io le concedo l’intervista e lei inizierà ad utilizzare i suoi spazi nel blog per convincere tutti gli scettici che ancora non hanno capito cosa è e dove potrà arrivare questa società. Ci sta, vero?".
Mentendo spudoratamente, accetto l’accordo.
"Ho preso un caffè mentre l’aspettavo. Non si dimentichi di pagarlo andando via. Cominciamo? Non ho tutta la sera e poi sabato arriva la Pro Piacenza, quindi devo correre in ufficio per organizzare le ultime cose".
Con un filo di voce chiedo: "Perché Wiatutti?".
Mi guarda come se fossi sceso dalla luna e senza nascondere un velo di irritazione mi rimbrotta: "Ma che razza di domanda è? Vada a chiederlo a chi ha deciso di chiamarlo così. Cosa vuole che ne sappia io?".
Stordito dall’inutilità della risposta, provo a chiarirmi: "No no, mi scusi. Forse mi sono espresso male. Intendevo: perché ha deciso di concedere un’intervista proprio a Wiatutti e non a qualcun altro?".
Mi guarda a lungo prima di rispondere, giocherellando nervosamente con la fibbia della borsa: "Perché i suoi articoli fanno schifo e adesso almeno avrà qualcosa di serio da pubblicare. E poi, io fo un piacere a lei e lei ne farà uno a me".
"Cioè? Si spieghi meglio".
"Io le concedo l’intervista e lei inizierà ad utilizzare i suoi spazi nel blog per convincere tutti gli scettici che ancora non hanno capito cosa è e dove potrà arrivare questa società. Ci sta, vero?".
Mentendo spudoratamente, accetto l’accordo.
La signora continua: "Bene. E un altro è sistemato. La prego, inizi con le domande".
"Allora signora... A proposito, come vuole che la chiami?".
"Ninetta va benissimo".
"Ninetta, come la ragazza della "Guerra di Piero" di De André? Ligure come lei".
"No. Macché De André. Sa che anni fa fui ad un passo dall’acquistare la Sampdoria?".
"Veramente?".
"Certo che no! Sto scherzando. No, niente De André. Mi chiami Ninetta e basta. E poi a me piacciono i Meganoidi. Ha presente "Supereroi contro la municipale"?.
"Allora signora... A proposito, come vuole che la chiami?".
"Ninetta va benissimo".
"Ninetta, come la ragazza della "Guerra di Piero" di De André? Ligure come lei".
"No. Macché De André. Sa che anni fa fui ad un passo dall’acquistare la Sampdoria?".
"Veramente?".
"Certo che no! Sto scherzando. No, niente De André. Mi chiami Ninetta e basta. E poi a me piacciono i Meganoidi. Ha presente "Supereroi contro la municipale"?.
"Sì. La ricordo vagamente".
"Ecco. È la mia canzone preferita. Pensi che volevo farla diventare l’inno della Robur e mandarla dopo ogni goal. Fu Colella a mettersi di traverso. E la fine che ha fatto lo sappiamo tutti. Nessuno si deve mettere contro di me. Quando voglio sono proprio testarda: carico a testa bassa e vado dritta all’obiettivo".
"Parlando di municipale, Le chiedo: qual è il suo rapporto con il Sindaco?".
"Ottimo. Pensi che il Consiglio Comunale ha appena deliberato di devolvere tutte le multe della nuova autovelox di Colle Malamerenda a favore della prossima campagna acquisti. Anzi, a tal proposito vorrei fare un appello a tutti i tifosi bianconeri: se davvero tenete alla Robur, non frenate prima della macchinetta, ma schiacciate a tavoletta perché la serie B vi aspetta".
"Mah... Come si è inserita nel tessuto sociale cittadino? Ha visitato qualche contrada?".
"Sì, recentemente sono stata ospite della contrada dei Fedelissimi. Fu una serata piac...".
"No mi scusi Ninetta, non vorrei passare da maleducato, ma sono costretto ad interromperla: i Fedelissimi non sono una contrada".
"Ah no? Ma non sono quelli bianco e neri che hanno vinto due palii la scorsa estate?".
"Ehm... No, quella è la Lupa".
"Beh, allora diciamo che sto conoscendo Siena un poco alla volta. Per il momento ho scoperto che non c’è il mare ed il mercoledì vicino allo stadio fanno il mercato. Inoltre mi ha molto incuriosito la totale carenza di passaggi a livello di questa città. Pensi che per trovarne uno decente sono dovuta arrivare addirittura a Isola d’Arbia. Ne ho parlato anche con il Sindaco. Mi ha promesso che fará qualcosa al riguardo. Mi fido di lui. Sembra un uomo molto competente".
"Già... Cambiamo argomento. Come giudica l’attuale stagione?".
"Che dire? Speravo facesse piú freddo durante l’inverno e che magari i giorni di pioggia fossero un po’ di piú. Nel complesso comunque la giudicavo positiva, poi è arrivata quella gelata, vaffanculo, e ha rovinato tutto. Ghigo aveva appena tirato fori i vasi dei limoni dalla cantina. Zan... Tutti bruciati".
"No, ma io intendevo la stagione della Robur. Come valuta la classifica? Diciannove sconfitte non sono poche. Che ne pensano gli sponsor?".
"Gli sponsor sono felicissimi di poter abbinare il loro marchio ad una compagine famosa come la nostra. E poi domenica abbiamo l’occasione di fare venti".
"Senti bene! Ma non trova un po’assurdo essere contenti di sponsorizzare una squadra che ha perso le metá delle partite che ha giocato?".
"Perché scusi? L’altra metà le abbiamo vinte o pareggiate. Anche mister Scazzola ci dice che siamo sulla strada buona. Poverino, questo silenzio stampa l’ha proprio distrutto. Questa mattina l’ho sentito mentre organizzava una conferenza stampa da solo. Sono molto soddisfatta del suo operato. È un brav’uomo e merita una chance in una piazza importante. Non capisco perché gli squadroni della Serie A non se lo siano già portato via. Meglio per noi. Da subito ha dimostrato idee chiare e un ottima capacitá di interpretare le partite. Lo considero una mia invenzione".
"Nessun rimpianto per Colella?".
"Nessuno. Lo avevano voluto i miei collaboratori, non io".
"Quindi adesso sono loro in discussione?".
"Secondo lei una mamma può licenziare il proprio figlio?".
"Boh...!?".
"Certo che no. Questo ho e questo vi tenete".
"Ninetta, quale sarebbe il giocatore dell’attuale Lega Pro che vorrebbe in bianconero?".
"Guardi, secondo me abbiamo già una rosa molto competitiva. E le doppie vittorie con Livorno e Viterbese lo testimoniano. Pensi che sono due squadre che affronteranno i play off ma che con noi non hanno fatto nemmeno un punto".
"E che c’entra? Anche la Lupa Roma ci ha lasciato un solo punto su sei e adesso si giocherá la permanenza nella categoria ai play out".
"Le sue domande cominciano a essere fastidiose".
"Ma la mia era un’affermazione".
"Anche le sue affermazioni cominciano ad essere fastidiose".
"Insomma, chi vedrebbe bene con la maglia della Robur?".
"Abbiamo nel mirino diversi giocatori, ma da vicino seguiamo Sfasciacarrozze del Renate".
"Intende forse Jacopo Scaccabarozzi?".
"Sì certo, lui. Ci ha fatto un’ottima impressione quando lo abbiamo affrontato".
"E anche un paio di pere...".
"Ma la vuole smettere di fare il simpatico, che non le riesce? Altro che scrivere, lei non è capace nemmeno di parlare".
"Come spiega lo stadio vuoto? Dove sono andati a finire i 4000 abbonati della Serie D?".
"E che ne so perché è vuoto? E poi non è certo colpa mia se il senese mediocre si diverte piú in D che in C! Diciamo che non riesce a sognare in grande".
"Ok. Allora dove sono i 7000 della Serie B?".
"Bello mio, i tempi del Monte sono finiti. E poi che è colpa mia se il Senese è abituato a sognare troppo in grande e a fare il passo piú lungo della gamba?".
"Ma scusi, non ha appena detto il contrario?".
Il trillo del cellulare interrompe la conversazione. Ninetta abbassa la voce e portandosi la mano davanti alla bocca comincia ad impartire istruzioni: "Sì, se l’acqua bolle metti la pasta... Ma l’hai salata vero? Come quanta? Vedrai, siamo io e te... Mah, fai tre etti... Sì, il sugo lo porto io".
Poi, coprendo l’apparecchio con la mano destra, mi congeda:"E' stato un piacere. Scriva una bella intervista. Parli del Siena in maniera trionfale. E si ricordi: abbiamo un accordo".
Poi si volta dall’altra parte e ricomincia a parlare di sughi precotti, mentre io me ne rimango lì, con la mia intervista interrotta, una mano a mezz’aria e un caffè da pagare.
Siena – Pro Piacenza: per quanto lunga sia, la notte prima o poi finisce e la luce del sole disperde le ombre e allontana gli incubi. Siamo solo alla fine o siamo già alla frutta?
Tutti uniti insieme avanzeremo
"Ecco. È la mia canzone preferita. Pensi che volevo farla diventare l’inno della Robur e mandarla dopo ogni goal. Fu Colella a mettersi di traverso. E la fine che ha fatto lo sappiamo tutti. Nessuno si deve mettere contro di me. Quando voglio sono proprio testarda: carico a testa bassa e vado dritta all’obiettivo".
"Parlando di municipale, Le chiedo: qual è il suo rapporto con il Sindaco?".
"Ottimo. Pensi che il Consiglio Comunale ha appena deliberato di devolvere tutte le multe della nuova autovelox di Colle Malamerenda a favore della prossima campagna acquisti. Anzi, a tal proposito vorrei fare un appello a tutti i tifosi bianconeri: se davvero tenete alla Robur, non frenate prima della macchinetta, ma schiacciate a tavoletta perché la serie B vi aspetta".
"Mah... Come si è inserita nel tessuto sociale cittadino? Ha visitato qualche contrada?".
"Sì, recentemente sono stata ospite della contrada dei Fedelissimi. Fu una serata piac...".
"No mi scusi Ninetta, non vorrei passare da maleducato, ma sono costretto ad interromperla: i Fedelissimi non sono una contrada".
"Ah no? Ma non sono quelli bianco e neri che hanno vinto due palii la scorsa estate?".
"Ehm... No, quella è la Lupa".
"Beh, allora diciamo che sto conoscendo Siena un poco alla volta. Per il momento ho scoperto che non c’è il mare ed il mercoledì vicino allo stadio fanno il mercato. Inoltre mi ha molto incuriosito la totale carenza di passaggi a livello di questa città. Pensi che per trovarne uno decente sono dovuta arrivare addirittura a Isola d’Arbia. Ne ho parlato anche con il Sindaco. Mi ha promesso che fará qualcosa al riguardo. Mi fido di lui. Sembra un uomo molto competente".
"Già... Cambiamo argomento. Come giudica l’attuale stagione?".
"Che dire? Speravo facesse piú freddo durante l’inverno e che magari i giorni di pioggia fossero un po’ di piú. Nel complesso comunque la giudicavo positiva, poi è arrivata quella gelata, vaffanculo, e ha rovinato tutto. Ghigo aveva appena tirato fori i vasi dei limoni dalla cantina. Zan... Tutti bruciati".
"No, ma io intendevo la stagione della Robur. Come valuta la classifica? Diciannove sconfitte non sono poche. Che ne pensano gli sponsor?".
"Gli sponsor sono felicissimi di poter abbinare il loro marchio ad una compagine famosa come la nostra. E poi domenica abbiamo l’occasione di fare venti".
"Senti bene! Ma non trova un po’assurdo essere contenti di sponsorizzare una squadra che ha perso le metá delle partite che ha giocato?".
"Perché scusi? L’altra metà le abbiamo vinte o pareggiate. Anche mister Scazzola ci dice che siamo sulla strada buona. Poverino, questo silenzio stampa l’ha proprio distrutto. Questa mattina l’ho sentito mentre organizzava una conferenza stampa da solo. Sono molto soddisfatta del suo operato. È un brav’uomo e merita una chance in una piazza importante. Non capisco perché gli squadroni della Serie A non se lo siano già portato via. Meglio per noi. Da subito ha dimostrato idee chiare e un ottima capacitá di interpretare le partite. Lo considero una mia invenzione".
"Nessun rimpianto per Colella?".
"Nessuno. Lo avevano voluto i miei collaboratori, non io".
"Quindi adesso sono loro in discussione?".
"Secondo lei una mamma può licenziare il proprio figlio?".
"Boh...!?".
"Certo che no. Questo ho e questo vi tenete".
"Ninetta, quale sarebbe il giocatore dell’attuale Lega Pro che vorrebbe in bianconero?".
"Guardi, secondo me abbiamo già una rosa molto competitiva. E le doppie vittorie con Livorno e Viterbese lo testimoniano. Pensi che sono due squadre che affronteranno i play off ma che con noi non hanno fatto nemmeno un punto".
"E che c’entra? Anche la Lupa Roma ci ha lasciato un solo punto su sei e adesso si giocherá la permanenza nella categoria ai play out".
"Le sue domande cominciano a essere fastidiose".
"Ma la mia era un’affermazione".
"Anche le sue affermazioni cominciano ad essere fastidiose".
"Insomma, chi vedrebbe bene con la maglia della Robur?".
"Abbiamo nel mirino diversi giocatori, ma da vicino seguiamo Sfasciacarrozze del Renate".
"Intende forse Jacopo Scaccabarozzi?".
"Sì certo, lui. Ci ha fatto un’ottima impressione quando lo abbiamo affrontato".
"E anche un paio di pere...".
"Ma la vuole smettere di fare il simpatico, che non le riesce? Altro che scrivere, lei non è capace nemmeno di parlare".
"Come spiega lo stadio vuoto? Dove sono andati a finire i 4000 abbonati della Serie D?".
"E che ne so perché è vuoto? E poi non è certo colpa mia se il senese mediocre si diverte piú in D che in C! Diciamo che non riesce a sognare in grande".
"Ok. Allora dove sono i 7000 della Serie B?".
"Bello mio, i tempi del Monte sono finiti. E poi che è colpa mia se il Senese è abituato a sognare troppo in grande e a fare il passo piú lungo della gamba?".
"Ma scusi, non ha appena detto il contrario?".
Il trillo del cellulare interrompe la conversazione. Ninetta abbassa la voce e portandosi la mano davanti alla bocca comincia ad impartire istruzioni: "Sì, se l’acqua bolle metti la pasta... Ma l’hai salata vero? Come quanta? Vedrai, siamo io e te... Mah, fai tre etti... Sì, il sugo lo porto io".
Poi, coprendo l’apparecchio con la mano destra, mi congeda:"E' stato un piacere. Scriva una bella intervista. Parli del Siena in maniera trionfale. E si ricordi: abbiamo un accordo".
Poi si volta dall’altra parte e ricomincia a parlare di sughi precotti, mentre io me ne rimango lì, con la mia intervista interrotta, una mano a mezz’aria e un caffè da pagare.
Siena – Pro Piacenza: per quanto lunga sia, la notte prima o poi finisce e la luce del sole disperde le ombre e allontana gli incubi. Siamo solo alla fine o siamo già alla frutta?
Tutti uniti insieme avanzeremo
Mirko
Il culo di Tesser
RispondiEliminaIl blasone dello stadio della Cremonese (oh alla fine è stato veramente l elemento più determinante del campionato!)
Egisto infortunato
Chiambretti
Gonzalez, Cappotto T. e l Alessandria