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giovedì 27 aprile 2017

Le elezioni in Francia e quelle a Foloso City

Tiene fortemente (ed anche giustamente) banco in questi giorni il racconto sull'esito - scontato, mi permetto di dire - delle elezioni presidenziali francesi, in attesa del ballottaggio decisivo.
Sì, vabbuò... e che c'entra tutto ciò con la tornata elettorale del 2018 a Foloso City?


Niente, non vi preoccupate e non state a tormentarvi, soprattutto voi grandi Intellettualissimi. Trattasi di due eventi lontani, nella sostanza e nella forma. Di due popoli divergenti. Di due esperienze non paragonabili.
Eppure...
Eppure un dato a me (e non solo) balza agli occhi: il crollo in Francia dei partiti "istituzionali" e "storici" e l'avvento di nuove formazioni, più o meno legate strettamente al popolaccio zozzo ed orripilante.
Insomma, questi partiti "storici" (che magari hanno governato, derubandola, una comunità per decine di anni) hanno veramente iniziato a fare schifo un po' a tutti; anche la mi' nonna ha cioè intuito che tali formazioni hanno il solo scopo di incamerare personaggi di basso profilo culturale e forse anche morale, che amministrano poco o male la società e rappresentano invece di sicuro delle postazioni sicure di rendita parassitaria e non produttiva.
Il mondo occidentale, esportatore del modello democratico in tutto il mondo, financo a suon di bombardamenti coatti, attraverso l'odierna forma dei partiti ha cioè ben capito come inculare noi poveri cristi, esportando cioè come giusto un governo dittatoriale, nascondendolo sotto la forma ed il linguaggio della neolingua dei Potenti: "democrazia rappresentativa", "elezioni democratiche", Istituzioni democraticamente elette", ecc sono cioè tutti termini vuoti o svuotati di significato dai cosiddetti partiti tradizionali. Che hanno capito quindi come applicare una vera e propria dittatura, fra censure, tasse grevissime, politiche imposte da gente che non conosciamo e che non conosceremo mai, come i tecnocrati dell'Europa dei ricchi.
Ecco, di tutto ciò la gente normale, il popolo (quello che fa così tanto paura/schifo alle elite soprattutto di sinistra) ne ha pienissimi i coglioni.
Pensate ora alla realtà folosa e capirete di chi stia parlando.
Alternative francesi: un bamboccio prodotto in laboratorio che si è presentato come fuori da ogni tipo di schieramento tipico ma evidentemente legato a quella falsa sinistra dei grandi finanzieri internazionali da una parte ed una pariah di destra dichiarata che sta conquistando il voto delle fasce più povere della società dall'altra. Prodotti diretti della evidentissima sconfitta della sinistra transalpina, divisa (come quella senesota) fra coloro i quali non sanno evidentemente distinguere un simbolo nazista pur dichiarandosi apertamente antifascisti e quelli che hanno studiato troppo e che con il popolo non ci si mischiano proprio più.
La Le Pen che parla agli operai e Mèlenchon che auspica politiche di "sinistra populista", insieme, hanno circa il 40% dei consensi. Il 40% cioè di voti diretti alla pancia ed alle necessità del popolo. Quello zozzo, quello che la sinistra intellettualoide e la destra liberista (cioè di quelli che co-gestiscono da anni il Potere) non vogliono fra i coglioni.
Il popolo invece esiste. Ha bisogni. Ha coscienza, se ben direzionato. Ha velleità di vittoria. Vuole contare.
Per questo, al netto dei soloni che utilizzano la neo-lingua e che non sanno o vogliono rapportarsi con la massa, plaudo ad un'idea progettuale (perché di questo mi pare che si tratti, al momento) che si sta verificando a Siena: il tentativo di alcuni "visionari" di uscire dalle dinamiche destra-sinistra / progressisti-conservatori / folosi-terroni / ecc e di puntare all'ascolto ed al coinvolgimento della parte popolare e popolana della città. Quella bella delle foto degli anni '70, quella brutta dei mostri gentili, quella in bianco e nero, quella viva che non va per forza su una bici che costa migliaia di euro, quella che bestemmia, quella che vive la contrada e le sue contraddizioni, quella che ha il coraggio di mandare affanculo chi governa male, quella che non segue la moda dei risvoltini al ginocchio, quella che non agisce per rancori personali. Ma anche e soprattutto quella che, bene o male, ci ha donato una città che la mia generazione e quelle immediatamente precedenti ha distrutto, nel silenzio colpevole di (quasi) tutti.
Wiatutti sosterrà questo progetto, se davvero indirizzato verso lo scopo di risolvere problemi della gente "normale" attraverso gente "normale", pescando fra la gente "normale".
Se tutto ciò vi pare populista, non leggeteci più. E andate affanculo.



"This ain't no party, this ain't no disco,
this ain't no fooling around
No time for dancing, or lovey dovey,
I ain't got time for that now"
("Life during wartime", Talking Heads, 1979)

1 commento:

  1. Quello che sta accadendo (ovvero il risveglio movimentato della coscienza civica in occidente) è il giusto contrappasso per aver promosso e santificato l'apatia come bene da tutelare all'interno della famigerata teoria elitista della democrazia che tanto "pene" ha fatto a tutti i paesi evoluti e smartuosi negli ultimi ottanta anni.

    W Wiatutti

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