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venerdì 28 ottobre 2016

Alessandria: fra fisica e geografia

Domenica prossima giocheremo ad Alessandria contro la prima in classifica: e forse non è proprio una bella notizia. Tuttavia, prima di parlare a sproposito della partita, è opportuno chiarire una cosa: Alessandria è una città e non un derivato tossico.
Quindi se pensate anche solo per un istante che possa entrarci qualcosa con i titoli marci che hanno affossato il Ponte dei Maschi… ehm pardon maledetto correttore automatico... il Monte dei Paschi, vi sbagliate di grosso.

 
Essa sonnecchia spalmata sulla bassa piemontese nel punto in cui il Tanaro - che sarebbe un fiume, e anche bello lungo, anzi il più lungo d’Italia, se i geografi non avessero fatto casino - incontra il Bormida - che è un altro fiume, un po’ più corto - ed è abitata da centomila (come il numero di volte in cui Siena è meglio di Roma) abitanti. Su internet si trovano un monte di cose noiose sulla città, che non vale la pena di star qui a ribadire. Per chi volesse approfondire, può digitare Alessandria sulla striscia di ricerca di Google e acculturarsi senza limiti al modico costo della ADLS o addirittura a gratis se riuscisse a scroccare il wifi del vicino. Almeno impara qualcosa, anziché rimanere tutta la notte alzato per guardare i video zozzi a luci rosse (mai capito che cosa significhi “luci rosse”).
La locale squadra di calcio è famosa in tutta la repubblica italiana per il colore sociale, che come scrisse tempo fa qualcuno di molto importante è da sempre il grigio, forse per via della tinta del cielo, che molto probabilmente da quelle parti è azzurro tre giorni l’anno; diciamo che sembra di stare a Seattle, ma senza Nirvana e Pearl Jam. Disputa le partite casalinghe al Giuseppe Moccagatta, stadio che evoca atmosfere da ventennio, fotografie sbiadite ed il quarto d’ora granata di Valentino Mazzola (quello del campo di Cerchiaia). Quarto d’ora granata che – seppur nemmeno quarantenne – ho avuto il personalissimo piacere di vedere spesso da piccolo, ogni qualvolta facevo imbufalire la mi’ mamma. La santa donna in questione, esasperata dal mio comportamento a dir poco naif, tutti i giorni verso le 16, puntuale come "Bim Bum Bam" su Italia 1, esplodeva come il reattore di Chernobyl: smetteva di riordinare casa, si arrotolava le maniche della maglietta fino a sopra i gomiti e mentre il colore della faccia passava dal rubizzo granata al paonazzo incazzato a seconda del livello di arrabbiatura, mi scaricava addosso una mezza valigia di scapaccioni che nemmeno i Cavalieri dello Zodiaco avrebbero sopportato. Sarà per questo che il giorno del mio diciottesimo compleanno ebbi la sensazione di sentirmi un po’ come un tifoso del grande Torino dopo Superga. 
Per gli amanti della dietrologia cromatica, la maglia dell’Alessandria sta a quella del Siena esattamente come l’I-Phone sta al telefono a gettoni: in poche parole ne è l’esatta evoluzione, visto che si passa dal bianconero al grigio. Per i più piccini: provate un po’ a mischiare i colori del Siena (bellissimi anche nelle in foto in bianco e nero) e guardate che scappa fuori. E poi si sa: tra il bianco e il nero ci sta sempre il grigio. Esattamente come la mia vita da studente, sospesa in bilico fra la fisica e la geografia.
Osservando la cartina fluviale dell’Italia ai tempi delle elementari, Alessandria mi ha sempre incuriosito per una particolarità: il fiume che l’attraversa procede spedito all’insù, da sud a nord. Per anni mi sono domandato come facesse a farlo, visto che ho sempre considerato salita tutto ciò che c’è sopra a Poggibonsi e discesa le terre emerse sotto il Monte Amiata. Poi di fronte al dilemma dei Cinesi costretti a vivere a capo di sotto, realizzai di non possedere i requisiti adatti per diventare un fisico. A dir la verità m’iscrissi anche in palestra, ma i costi sostenuti non raggiunsero mai il conforto dei risultati raggiunti. Meglio la geografia mi dissi allora, durante un bel mattino di maggio di fronte ad un mappamondo colorato, utilizzato da sempre come pallone. E geografia fu. Almeno per le successive quattro ore, alla fine delle quali arrivai a scoprire delle cose che non mi piacquero affatto. Perché, e ve lo dico in un orecchio tenendo con le mani a coppa intorno alla bocca, la geografia inganna, prende per il culo e ci porta a fare figuracce.
Volete un esempio? Ce n’ho a vassoi; e scusatemi se non affronto l’argomento dei precedenti fra Alessandria e Robur, ma per quello c’è già il sito dei Fedelissimi. Anche perché i precedenti sono un po’ come i “preliminari”: se ne parla solo al terzo limoncello, ma di preciso non se li ricorda mai nessuno. Il primo esempio è proprio della provincia di Alessandria: Novi Ligure, nota alle cronaca per via di quei due scellerati che trucidarono la famiglia e poi piansero al funerale. Se qualcuno ha sentito l’esigenza di definire Ligure quel posto, perché non s’è preso anche la briga di cambiargli regione? Per il secondo occorre spostarsi verso est: inutile cercare l’uscita Milano Marittima (MM come la Magneti Marelli ed i cioccolatini colorati con la nocciolina in mezzo) sull’autostrada A4, tanto non si trova nè prima nè dopo Brescia, ma parecchio più giù. Ancora più a est troviamo il Friuli Venezia Giulia che è una regione e non i primi tre giocatori della formazione dell’Udinese. Non bastava chiamarlo soltanto Friuli? Anche perché Venezia sarebbe una città: veneta. Mah… Ma poi, perché Fiorenzuola è vicino Piacenza e Reggello sta in provincia di Firenze? Avete mai provato a cercare Fossombrone tra Buonconvento e Campagnatico? Io sì, ma non l’ho trovato. Per forza, l’hanno costruito vicino Pesaro. E se a nord la geografia confonde, nel meridione non è che migliori. Rotolando verso sud, come cantavano i Negrita, scopriamo che San Giuliano di Puglia, piccola località tristemente famosa per il terremoto che la colpì una quindicina di anni fa, è arroccata sulle colline della Basilicata. Chissà, forse chi l’ha edificata veniva da Novi Ligure? Per finire è opportuno citare anche Scansano Jonico, paese nel quale ogni ragazzo scuro di pelle viene chiamato “morellino”.

Alessandria – Siena: se la vittoria col Livorno c’ha fatto male, la sconfitta col Piacenza che effetti produrrà? Avanti Roburrone: che un lampo bianconero possa squarciare il grigio alessandrino!

Tutti uniti insieme avanzeremo. 



Mirko

5 commenti:

  1. Alessandria è piena di neri/pakistani/marocchini. attenzione per chi va, sopratutto per chi va in treno zona stazione nel parco adiacente alla stazione di Alessandria.

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    1. e chi vuoi che vada,a parte i pastalfornari pensionati?

      El Cinico.

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  2. Mirko, S. Giuliano di Puglia è in Molise!!

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  3. Esatto! Vedi perchè lasciai perdere la geografia quasi subito? Non faceva per me. Troppe cose da ricordare... Tanto poi tutte le strade portano a Roma, no?
    Mirko (dietro alla lavagna col cappella da asino.

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  4. ... su Novi Ligure... No no, è tutto a posto, è in Piemonte! Tranquillo Mirko :-)
    Dicevo, Novi Ligure ha anche degli illustri trascorsi calcistici: Campione d'Italia nella stagione 1921-22... Una delle poche squadre di località non capoluogo di provincia che hanno vinto lo scudetto.
    Lo so non c'entra niente... comunque AVANTI ROBUR!

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