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martedì 17 maggio 2016

Il caso Narni sotterranea

Nel contesto dell'annuale attività di svago eno-cultural-gastronomico-zingaresco combinata coi miei grandi amici di (beata) gioventù, quest'anno ho passato un bel fine settimana a Rieti.

"A Rieti? Ma che ci vai a fa' a Rieti?".
Alzi la mano chi non si è fatta la domanda... Ah, avete tutti le mani alzate?
Allora, anzitutto si sappia che Rieti è ubicata nell'alto Lazio, a circa un'oretta da Roma. L'economia è formalmente depressa, sebbene la cittadina (gradevolissima) appaia sorretta da un diffuso benessere tipico dei salotti piccolo borghesi. Il piatto forte - in tutti i sensi - della zona riguarda comunque l'attività concernente la cucina tipica, in special modo tutto ciò che tange la gricia o la amatriciana (w). Di particolare attenzione anche il business religioso, ricavato dalla rete di conventi francescani che circondano l'intera provincia.
Risparmiandovi i particolari culinari ed una tendenza alla critica verso la gestione affaristica di chi detiene la gestione del potere sulle nostre anime, vorrei rendicontarvi sulla tappa finale del viaggio di ritorno, ormai sconfinati in terra umbra, nella bella cittadina di Narni.
Per centinaia di anni, Narni ha potuto interessare migliaia di visitatori in virtù dello splendore che si ritrova in superficie, fra abbazie, vicoli incantati e poderose fortezze difensive, tanto da evocare, nell'immaginario collettivo massificato, la genesi delle famose "Cronache di Narnia", che hanno appassionato qualche generazione di cultori del fantasy.
Una cinquantina di anni fa, per caso totalmente fortuito, un gruppo di sei ragazzotti che giocavano a fare gli speologici scoprì questo tesoro nascosto al di sotto di una splendida chiesa benedettina, nell'orto di un omino degli orti nostrale, che introduceva ad un convento sotterraneo, con annessa una sala dell'inquisizione con due celle, una delle quali ricchissima di iscrizioni di chiari rimandi massonici, che ci fanno capire appunto i pensieri esoterici del condannato. L'invito è certo di andare a visitare questa Itaglia curiosa e segreta, ma questo articolo non vuol essere una propaganda di viaggio. Mi interessa piuttosto farvi intendere come si sia mossa la gente di Narni per andare ad intercettare un flusso turistico che non esisteva, ma che ad oggi si sta rivelando sempre più importante.
Il gruppo di quindicenni speleologici, alla fine, è cresciuto, ma la passione per l'archeologia, l'amore della propria terra e la predisposizione alla ricerca hanno fatto sì che i medesimi abbiano formato una associazione di volontari, che ha coinvolto via via gente più giovane, ha trovato contatti con l'esterno (saprete ormai che esiste una rete di associazioni che gestiscono l'architettura dell'Itaglia ipogea), ha studiato, si è fortemente preparata per la comunicazione verso i visitatori.
A Narni non esiste una banca, nè una fondazione, che abbia erogato di propria sponte un euro per mettere il cappello su una attività promossa dalla società civile. A Narni, almeno all'inizio e crediamo anche ora, non esiste un partito (o un sistema di partiti) che abbia imposto chi far lavorare su questo progetto. Eppure la cosa va avanti; e sta divenendo sempre più importante, se è vero che alcune ardite guide turistiche - gloria a loro - stanno sdoganando il sito anche verso il turismo estero.
Il giorno in cui sono stato a visitare i sotterranei, quasi duecento persone si erano godute il tour, al prezzo di 6 euro a biglietto: i soldi saranno in gran parte reinvestiti per finanziare la ricerca dei volontari, che si muovono negli archivi storici non solo italiani, ma anche europei.
Vi ricapitolo allora le caratteristiche dei volontari di Narni; prendete carta e penna, poiché vi parranno fattori impossibile da perseguire, nel vostro borgo polveroso dominato da burocrazia, lotte di potere, grandiosità, parassitismo:
1) passione per il proprio lavoro.
2) volontariato.
3) forza di volontà.
4) competenza.
5) ricerca.
6) capacità di comunicazione.
7) marketing.
8) cortesia.
Ripeto: NO partito, NO banca.
Come dite... "Ma noi a Siena non abbiamo niente di tutto ciò".
Ah no?
E i bottini (ad esempio)?

Ma tanto finirà, prima o poi...

PS: questo articolo è dedicato in particolar modo alle giovani generazioni, dai 20 ai 35 anni, l'età della ragazza che ha condotto il mio tour. Rimboccatevi le maniche, studiate e mettete passione in ciò che fate. E se trovate un ostacolo davanti a voi, personificato in gente anziana che non vuol cedere il passo, prendete una tanica di benzina ed appiccate il fuoco.

5 commenti:

  1. ecco un altro luogo che nasconde un qualcosa di mistico esoterico...tutti te li trovi :)

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    1. So che sembrerà strano, ma il "mistico esoterico" ci circonda. Invito a guardare la realtà con altri occhi

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  2. Il punto che spirito di iniziativa, virtuosità, creatività, emergono proprio laddove non c'è il becco di un quattrino perché altrimenti non faresti una beata minchia.
    Da noi partito+banca hanno completamente anestetizzato una città tarpando le ali a quelle caratteristiche che a Narni sono venuti fuori spontanemanete.
    W tutti

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  3. Piccolo appunto:se la posizione di Rieti me la definisci "Alto Lazio"allora il Viterbese cos'è?
    "ATTICO" Lazio?
    -)
    Per il resto tutto molto bello,specie i tours ipogei(io,nella Napoli Sotterranea,sono riuscito a toccare il culo dell'avvenente guida facendo prendere la colpa ad un'altra persona).

    Cuorenero.

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    1. Confermo la bellezza dei tours ipogei, nonchè le grandi possibilità offerte per cosacce che altrove sarebbero impensabili, o non verrebbero benissimo. Io sotto Narni sotterranea ad esempio mi sono prodotto in una flautolenza importantissima, dando la colpa ad un mio amico di fianco.

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