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venerdì 22 maggio 2015

Le Winx di Macerata

Se camminando per Macerata vi imbatteste casualmente in un gruppetto di vecchiette poco vestite, con stivali di vernice e capelli colorati, non scappate. Piuttosto fate un sorriso, porgete un saluto e scattate qualche foto. E magari, ringraziate! 




Ringraziate perché se avete potuto fare le faccende di casa indisturbati mentre i bimbi guardavano la TV, senza picchiarsi, colorare il muro o tirare le orecchie al barboncino, il merito è anche loro. Perché quelle simpatiche nonnine dall'aria vagamente sconvolta, con le cataratte tenute su a moccoli e il vizio delle caramelle al rabarbaro, una volta erano le Winx. E se non sai chi sono, ma hai una figlia adolescente, fattelo spiegare da lei.
Ogni posto ha una leggenda e ogni leggenda ha un mito. Il mito di Macerata si chiama Bloom Iolanda Leopardi - al secolo Bloom - che nasce a Recanati alla fine di un lungo inverno di un po' di tempo fa, da una relazione clandestina tra sor Giacomo e donna Silvia. Ripudiata da entrambe le famiglie - anche perché il padre passava le giornate pensando alla madre e la madre era morta dal rimorso di esserci stata al letto - trascorre i primi anni d'infanzia alla casa famiglia Infinito (via Ermo Colle, 123), dalla quale è costretta a scappare raggiunti i 12 anni, poiché impossibilitata a pagarsi la retta (d'altra parte è risaputo: sempre caro LE fu quest'Ermo Colle).
Sola, sconfitta e disperata trova asilo presso una casa popolare occupata e riconvertita a centro di prima accoglienza per i profughi africani respinti dalla Francia, dove conosce Aisha, immigrata egiziana dalle ciglia finte e l'alito clandestino, con la quale getta le basi per la creazione del loro Club (un’esclusiva profumeria dal nome Gardenia). Tuttavia capiscono in breve tempo che quel posto non offre nulla più di vitto, alloggio e 30 euro al giorno e decidono di trasferirsi in città, dove fanno la conoscenza di Stella, ballerina zoppa di origine rumena, che le ospiterà nel sotto scala di un night, svelando loro tutti i segreti dall'arte del burlesque, della lap dance e del vino di visciole. 

Durante una delle tante scorribande nei locali della costa adriatica, nel parcheggio di una discoteca di Loreto incontrano Musa - simpatica tuttofare dai capelli metallizzati, robusta come una Lancia ma affidabile come una Simca - e Flora, sorella di Fauna e titolare dell'omonima Rosticceria a Senigallia, famosa per il pollice verde e la passione per il gioco del tressette. Divenute in breve amiche inseparabili, di ritorno da una vacanza a Mykonos conoscono Tekna, un'operaia di Monteroni, scappata nelle Marche per inseguire l'uomo della sua vita e rimasta miseramente sola dopo aver scoperto che oltre a lei, era l'uomo della vita di almeno altre sei donne.
Belle, bone e disponibili, le sei ragazze si guadagnano velocemente il soprannome di Fate. Amate dagli uomini e odiate dalle donne, per pochi spiccioli (esentasse) regalano a grandi (di notte) e piccini (di giorno) momenti di spensierata follia. 

In pochi mesi la loro fama raggiunge picchi da Grande Fratello. In loro onore sul muro del municipio in piazza della Libertà viene apposta la scritta: "Fate, che fate?", mentre sulle scale del Duomo il vescovo fa dipingere: "Fate bene come fate!". Tifosissime della Maceratese, scendono spesso negli spogliatoi del Helvia Recina a fine partita, per consolare i loro beniamini in caso di sconfitta o ringraziarli per la vittoria. Innamorate degli shatush e da sempre impegnate nella lotta contro il pezzo di sopra del costume, vivono un lungo periodo di splendore durante il quale arrivano perfino a togliersi lo sfizio di fotografare Fabrizio Corona in un momento di tenerezza con Raul Casadei from Gatteo (l'amico di Aceto all'Isola dei Famosi), per poi ricattarlo senza pietà.
Nemiche giurate delle Trinx, accusate da Bloom di spacciare per veri i profumi di Equivalenza, si distinguono per anni nel panorama dell’intrattenimento a pagamento marchigiano, arrivando persino a contare 5000 mi piace sulla pagina Facebook.
Purtroppo tutte le cose belle hanno una fine e così, dopo la chiusura di "Non è la Rai” e lo scioglimento delle “Spiace girl”, un brutto giorno di marzo arrivano anche per le Winx i titoli di coda.
Il viaggio delle sei ragazze, partito per scherzo da Macerata tanto tempo prima, dopo anni di eccessi, sogni, smaltite e ritiri della patente, arriva mestamente al capolinea in seguito al coming out di Bloom, che in una lunga intervista a "Chi” dichiara di essere dipendente dalle olive all'ascolana. La notizia fa rapidamente il giro della Regione. Il Sindaco si dimette, il mare scappa in montagna e la Maceratese retrocede dopo un drammatico spareggio con la Vis Pesaro.
Cadute fragorosamente nel momento più luminoso, della loro spensieratezza e frenetica gioia di vivere rimangono adesso soltanto dei pupazzetti polverosi, buttati a casaccio nella vetrina dell'edicola chiusa per turno, semi nascosti dallo zaino di Violetta. Miti che vanno, miti che vengono.
Come un segreto da custodire o un'antica religione da tramandare, le loro gesta saranno raccontate da padre a figlio, nella certezza che, dopo le fate, nulla sarà più come prima.
E allora popolo bianconero, per onorare al meglio il ricordo delle Winx, conoscere nuove terre e guadagnarci la finale, in attesa della Lega Pro, godiamoci la trasferta.






"Le Winx sono state il meglio che la cultura marchigiana abbia saputo creare negli ultimi 30 anni"
Iginio Straffi - luglio 2007

"Io so che sei una donna, onesta, non lo so; soprattutto con se stessa, con se stessa, forse no!"
Vasco Rossi - C’è chi dice no - 1987

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