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domenica 16 marzo 2014

Il contributo dell'ex assessore

Fioccano i commenti a margine della presentazione dello studio di fattibilità sulla riqualificazione dell'area Rastrello-Lizza.
Tutti molto interessanti. Ognuno, se si legge a fondo, dà spunti di riflessione.
Oggi parliamo dell'intervento di un uomo non nuovo della politica senese, Vigni Alessandro.





Il commento di Vigni non è propriamente volto ad una grande positività.
Ma, a nostro parere, ha, di fondo, un vizio di origine, che presentiamo alla vostra attenzione.
Non voglio stare qui a discutere nel merito delle dichiarazioni del Sig. Vigni, non essendo io un architetto, un ingegnere, un progettista. Penso che alcuni riferimenti da lui riportati non collimino totalmente con quanto lo studio prevede, ma, vi ripeto, non sono io la persona adatta ad una critica "tecnica".
Come battuta, mi verrebbe solo da dire che fra la salvaguardia di una decina di pini e la potenzialità di posti di lavoro per tanti giovani che non hanno avuto la fortuna di "lavorare" sempre dentro ad un partito politico, preferisco di gran lunga la seconda opzione. Ma la finisco qui, perché non è questo il motivo del contendere.
Vi dicevo del vizio di fondo, che basta però a smontare tutto ciò che afferma il Vigni. Riportiamo le sue parole, che fanno quasi da incipit di tutto il ragionamento: "Ora è stato presentato il progetto di edificazione dell’area del Rastrello".
Eh no... non è così.
Ciò che è stato depositato è uno STUDIO DI FATTIBILITA', non un PROGETTO.
Un progetto è un fatto assodato, approvato, concreto, su cui lavorare. Uno studio è una intenzione, un'idea, modificabile in quanto tale. Punto.
Strano che lo scrivente - che nella firma ricorda la sua carica come Assessore all'urbanistica dall'83 all'87 - si sia perso in un bicchier d'acqua, nonostante abbia ricoperto un ruolo di rilievo, sia politico, sia tecnico.
Altra questione-base, che scaturisce, lo ripetiamo, sempre da questo vizio di forma: non è che si possa accusare il Sindaco di valutare in questo momento lo studio. Penso anzi che, se Valentini potesse, probabilmente questa evenienza non la vorrebbe prendere in esame, ma, secondo la legge - quindi, non per un suo schiribizzo - dopo la presentazione dello studio, il Comune DEVE dare un proprio parere entro 90 giorni. Punto.
Strano che lo scrivente - che nella firma ricorda la sua carica come Assessore all'urbanistica dall'83 all'87 - si sia perso in un bicchier d'acqua, nonostante abbia ricoperto un ruolo di rilievo, sia politico, sia tecnico.
Prendo tuttavia il meglio di ciò che scrive l'ex assessore.
1) Finalmente qualcuno rileva che lo stadio è la parte minore di un progetto ben più ampio.
Per il resto, mi paiono inutili allarmismi, con tanto di evocazioni poco comprensibili con altri eco-mostri cittadini.
Mi sembrano lontani anni luce due interventi che, al volo, ho trovato su internet, entrambi del 2011, dello stesso Vigni.
Il primo riportato sul FOL: "Ricordo a tutti che per lo stadio c'è un progetto per la realizzazione di una tribuna con posteggio interrato, lato viale dei Mille. Tutt'ora è nel bilancio del Comune ed è difficile capire perché non venga attuato".
Il secondo sul Cittadinonline, a firma Alessandro Vigni. Circolo Città Domani - Sinistra per Siena, ove, criticando l'operato di Ceccuzzi, si invoca di non spostare lo stadio a Borgovecchio, per non rischiare "un ulteriore impoverimento della vitalità del centro storico". Ma soprattutto, viste le varie problematiche legate alle migliorie eventuali da apportare al vecchio Rastrello ed alla sua gestione, si sentenzia: "è una riflessione urbanistica a cui il Comune non può sottrarsi".
Cioè proprio ciò che la legge, con i 90 giorni di cui sopra, consente di fare. Cosa è cambiato dal 2011, se qualcosa è cambiato? Le due dichiarazioni, Sig, Vigni, non tanto nei contenuti, quanto nel tono, sembrano distanti anni luce.
Ma forse posso sbagliarmi io, sarà una mia impressione.

3 commenti:

  1. il Vigni del 2011 non è sicuramente lo stesso Vigni del 2014. a Siena di Vigni ce ne sono parecchi,sarà indubbiamente un' omonimia. no? :-))))) Bozzon

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  2. ai dottorati del pd
    Siete sempre i soliti, anche per dire cose discutibili montate in cattedra. Dopo che avete rovinato e imbruttito tutta Siena ora l'assessore si scalda. Niente deve essere fatto fuori dal padronato del pd; nonostante quel cimitero in marmo di mps attaccato alle mura cittadine, alle case costruite in mezzo a v.le Sclavo, il ponte che porta all'ospedale così stretto che un'ambulanza non passa in doppia fila ecc. ecc. Il progetto è bellissimo ma non vostro e quindi è da infangare. Cittadini quando finirà questo principato del pd?

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  3. Il vero strazio non è il progetto del Rastrello, ma il curriculum che segue, emblematico del fatto che la politica in Italia non ha nulla che vedere con il bene comune, ma solo con la carriera personale di personaggi privi nella maggior parte dei casi di una seria formazione professionale e messi a comandare laureati quando per loro stessi la laurea non è neppure un lontano miraggio.

    Vigni, Alessandro, politico, (Siena 1948 -)
    Nato a Siena il 16 novembre 1948 ha conseguito il diploma di avviamento commerciale. Ha coperto varie cariche all’interno del PCI: funzionario e poi segretario provinciale della Federazione giovanile comunisti italiani (FGCI) (1966-1970), responsabile della stampa e propaganda, giornalista presso il «Nuovo Corriere Senese» (1970-1971), funzionario e segretario del Consiglio federale di Enna fino al 1976, poi membro del Comitato regionale siciliano, membro della Segreteria provinciale di Siena come responsabile economico (1976), membro del Consiglio federale, segretario del Comitato cittadino, consigliere (1977) e assessore comunale (1984). Ha ricoperto numerose cariche in ambito cittadino: presidente dell’Associazione intercomunale dell’Area senese, presidente del Comitato di gestione per il diritto allo studio universitario, presidente dell’Associazione intercomunale dell’Area senese. Nel 1991 ha aderito ai Democratici di Sinistra (DS). È stato presidente dell’Ente comunale di consumo, amministratore dell’Ente vini, consigliere del TRA.IN, presidente del GAS.INT poi Intesa s.p.a., presidente di Confservizi International. Tra i suoi scritti ricordiamo: "La politica del credito e la presenza dei comunisti nelle banche. Relazione al Comitato federale del 2 ottobre 1976", Siena 1976; "La questione delle nomine al Monte dei Paschi di Siena", in "L’altro potere in economia. La questione delle nomine negli enti pubblici", Bari 1978, pp. 167-182.

    Resta da dire che negli anni ottanta, in virtù dei geniali interventi al traffico, il chicchero seppe guadagnarsi l'appellativo di "volpe" e che dalle sue parole recenti sembrano trasparire innanzitutto invidia e paura del futuro: caratteri poco consoni alle cariche ricoperte; suggeriamo dunque al miracolato un pellegrinaggio alla tomba di Lenin, per ringraziare delle grazie ricevute.

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