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martedì 17 dicembre 2013

Siena città di cani e di chimere

Pensavo fra me e me...
Pensavo a come 'sta storia dello stadio sia ammantata di grottesco.
E pensavo ai proverbi sui cani.


Di proverbi sui cani ne esistono tantissimi. Lo sapete quello del "can che guarda l'aglio"? Certo che sì. Ve lo scrivo anche in umbro, che fa più simpatia: "'I can che bada l'aijo 'nnel magna e 'nnel fà magnà'".
A Siena per dieci anni l'aglio è stato lì, davanti agli occhi di tutti.
Una conca che oggi fa quasi orrore guardarla, con un posteggio arrocchettato dove non ci passa una macchina, uno stadio di tubi innocenti, alcune scarpate poco curate, ma cuore pulsante e obbligata porta d'ingresso della città dalle potenzialità immense. In altra realtà, la politica "buona" avrebbe immediatamente messo mano a lavori di adeguamento ed ammodernamento della zona e dello stadio, permettendo a posteriori a Siena e all'AC Siena di vivere un presente diverso, sicuramente migliore, con progetti seri di sviluppo commerciale e di servizio per la comunità, invece di tante storie e tante seghe di auditorium o cazzate similari. Di questa opportunità si è scientificamente scelto di fare a meno, preferendo iper-speculare su un campo incolto immerso nella nebbia. E neppure si è permesso ad altri - vedi Paolo De Luca - di mangiarlo, l'aglio.
E sì che nel sottobosco della dirigenza del Siena qualche "imprenditore" rampante c'e' sempre stato.
E sì che il PD - partito unico cittadino nel passato, nel presente e sicuramente anche nel futuro - annoverava fra gli amici molte cooperative di servizi e costruzioni.
E sì che, soprattutto negli ultimi anni, grandi lavori in edilizia non ce ne sono stati.
Eppure niente, nemmeno l'evidenza dei fatti, l'avere già collocato lì un abbozzo di stadio, ha fatto scoccare la scintilla.
Oggi, tuttavia, i tempi sembran maturi.
La crisi ha dato un bel colpo alla "Siena da bere" degli anni mussariani, soldi a giro ce ne sono pochi, grosse opportunità si sono palesate. Il contesto, pertanto, gioca molto a nostro favore.
Il progetto nelle premesse pare di ampio respiro, ben più articolato di quello solo abbozzato anni fa da De Luca, fino a prova contraria si parla di investitori stranieri, la candidatura a capitale europea presuppone la presentazione di progetti ambiziosi.
Eppure, a ben guardare - ed ecco la parte grottesca del tutto - a fronte di cotanta positività, gli interlocutori sono forse il peggio che ci potesse capitare.
Io amo Mezzaroma e Valentini dal punto di vista personale, ma non vi so spiegare bene il perché. Non è che mi fanno pena, ci mancherebbe altro (sto parecchio peggio io...), ma forse tenerezza sì.
Uno, più furbo di un serpe, che rischia di passare alla storia come il presidente di calcio non pagante (per teorema, a priori, per dogma) più osannato dalla tifoseria, l'altro, homo ridens, che come primo commento "tecnico" della proposta si preoccupa in primis dell'aumento della capienza del parcheggio dello stadio, "con anche il traffico che sarebbe destinato ad aumentare e diverrebbe il punto centrale di approdo alla città", dimostrando evidentemente di non essere mai stato a Siena, soprattutto di mercoledì.
Mi ci scappa da ride', eppure su questi due personaggi punto molto a livello empatico, soprattutto perché hanno la compiacenza almeno di ascoltarci; o di far finta.
Che vi devo dire? Speriamo solo, a questo punto della storia, di non fare come il can di Betto...

1 commento:

  1. Ecco...........mentre leggevo pensavo proprio al can di Betto che punta punta..........
    Certo anche a quello del Salvini non gli andò proprio bene!

    Tdf

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