Eravamo
rimasti all’estate del 1982, al termine del campionato vittorioso
di C2, ed in attesa di presentarsi alla nuova C1, nuova in tutti i
sensi perché la serie C unica abbandonata nel 1978 era di tre gironi
(nord, centro e sud), mentre la nuova C1 è ora formata da due
gironi, ed il Siena, con Livorno ed Empoli, è nel raggruppamento
meridionale, assieme ad illustri partecipanti come Pescara, Taranto,
Reggina, Salernitana ed altre compagini di grandi città.
In
estate intanto, tramite l’allora sindaco Prof. Barni ed il capo
della sua segreteria Geom. Ennio Regoli, Presidente formale della
Robur (il dr. Danilo Nannini figurava come Presidente Onorario, pur
essendo in effetti il “deus ex machina”), si faceva vivo un
gruppo di investitori interessati ad acquistare almeno la maggioranza
dell’A.C. Siena, che nei mesi successivi, in applicazione alla
Legge 91 del 1981 sul professionismo sportivo, sarebbe divenuta
Società per Azioni. Era il cosiddetto gruppo dei “Milanesi”,
presentato da Giuseppe Ferrari, osservatore della società, che
sarebbe divenuto il direttore sportivo. Sì perché nel luglio al
Gallia vi fu una furibonda lite fra il patron Nannini e il d.s. Efrem
Dotti. Quest’ultimo si era impegnato ad acquistare tre calciatori
dalla primavera del Torino (Zennaro e Panero attaccanti, Colapietro
centrocampista), accordandosi con Luciano Moggi, all’epoca d.s. dei
granata. Ma Nannini, che non voleva prendere impegni economici,
rinnegò l’impegno preso da Dotti, provocandone la reazione e le
dimissioni. Intanto Dotti aveva anche presentato a Nannini un certo
Cavallo, già presidente di altre società professionistiche,
interessato al Siena, personaggio che non convinse il patron.Tornando a Ferrari, il di lui fratello era il portavoce del gruppo “Ideal Standard”, interessato al Siena, con ramificazioni a Milano e Roma. Curiosi ed improvvidi personaggi, come poi vedremo, si stavano avvicinando alla Robur, mettendo a repentaglio la prosecuzione del campionato.
Quindi, uscito di scena Efrem Dotti, prende le redini della direzione sportiva Giuseppe Ferrari che, preso atto di un preliminare di vendita sottoscritto dal fratello con il dr. Danilo Nannini, inizia il calciomercato con acquisti dai nomi altisonanti.
Arrivarono Piero Bencini dalla Reggiana, Gigi Del Neri dal Lanerossi Vicenza, Rocca dalla primavera dell’Inter, Giulio Pelati dalla Casertana, fu confermato il portiere Busi dal Pisa, fu acquistata dal Piacenza la metà del cartellino di Coppola (che ora si trovava al 50% fra Siena e Fiorentina), rimase Bruno Beatrice. Purtroppo non si riuscì a trattenere Ciccio Esposito, che andò a Empoli. L’allenatore Guido Mammi, che sembrava destinato al Prato assieme a Paolo Tognarelli, restò in bianconero in extremis, convinto dai programmi della futura nuova dirigenza.
La squadra, fra alti e bassi, soprattutto bassi, si barcamenava nella zona retrocessione, mentre intorno alla squadra tutti i dirigenti, piano piano, se la davano a gambe. Restavano solo Ennio Regoli e Mario Bellini. Danilo Nannini viveva da separato in casa in attesa che i nuovi acquirenti si decidessero finalmente a mettere nero su bianco. Nell’attesa si viveva di espedienti. Soldi non ce n’erano, gli incassi del parcheggio, allora di totale beneficio della società, non si potevano toccare in quanto dovevano servire per la gestione del personale della struttura e per il pagamento delle rate di acquisto del materiale (casottini di ingressi e di uscita, sbarre elettroniche di ingresso ed uscita, e quant’altro di competenza). C’erano gli incassi della domenica, i contributi della Lega e qualche altro introito pubblicitario. Dall’alto di Via del Paradiso (secondo piano…) il patron tuttavia scrutava la situazione, facendo finta di niente, ma di nascosto mi chiamava quasi ogni sera per sapere come stavano le cose. La sua presenza, anche se aleatoria, mi tranquillizzava.
Intanto non si riusciva a pagare gli stipendi ai calciatori, ai tecnici ed al personale, non si riusciva a far fronte alle spese di gestione ordinarie, dal materiale sportivo, ai ristoranti, agli affitti delle abitazioni dei calciatori e dell’allenatore. Alle trasferte della squadra, oltretutto molto dispendiose, con molte squadre avversarie del sud.
Con l’incasso della partita in casa, messi da parte i soldi per le ritenute erariali sui biglietti (che allora andavano pagate entro cinque giorni dall’evento), preparavo le cosiddette “merendine”: qualche acconto sugli stipendi a chi ne aveva bisogno, soprattutto chi aveva famiglia, qualche acconto ai due ristoranti che ospitavano i calciatori, qualche acconto ai proprietari degli appartamenti. Poi c’era il materiale sportivo, e quante volte ero costretto ad anticipare soldi miei alla “Fusi & Fusi”, già allora martire della Robur, per poter avere a disposizione il materiale per la domenica. Lasciamo stare gli allenamenti, veniva utilizzato materiale di vecchia data, proveniente da divise vecchissime con sottomaglie di cotone o di lana giacenti nel magazzino dello stadio da chissà quanto tempo. Per l’accoglienza agli arbitri riuscivo ad avere di nascosto da Luciano Pianigiani, il noto Pennellone, tre panforti. La frutta, assieme ai limoni per il the, la regalava regolarmente Terzilio Moscadelli, presso la cui bottega all’antiporto si recava ogni venerdì mattina prima della partita in casa il buon Lido Mancini, factotum della sede, in cambio di un paio di biglietti omaggio. Oltretutto il buon Terzilio affittava ogni anno un appartamento alle Due Porte ai calciatori. Ho la sensazione che nel tempo abbia regalato diversi mesi di pigione.
Ma tant’è.
Poi c’era da andare in trasferta. Ci servivamo dalla Sena, quella che è praticamente oggi la Ricci Bus, di proprietà di Radames Ricci e Renzo Ricci, nonno e padre di Stefano Ricci. Il venerdì capitava che l’ormai anziano Radames mi chiamava preannunciandomi che il mattino dopo non mi avrebbe fatto avere il pullman, al che ero costretto a correre a piangere per avere ancora credito. Ma talvolta ero costretto a lasciare un assegno mio personale a garanzia per poter andare in trasferta.
E i ristoranti e gli alberghi ? Qua c’è una storia, che dico, una letteratura, tutta spettacolare. Un esempio, andiamo a giocare a Salerno. Prenoto l’albergo a Cava dei Tirreni, alla badia di Cava, Hotel Scapolatiello, l’albergo più economico e nel contempo più adatto alle squadre di calcio. La squadra fa allenamento al sabato mattina allo stadio, quindi partenza. Pranzo (Ristorante Sabina, uscita Magliano Sabina), quindi Hotel, trasferimento a Salerno, dopo la partita rientro a Siena con cena in strada a Frosinone (Ristorante Hotel Cesari). Questo il programma, come quello di tante altre trasferte. C’è un particolare: non c’è una lira. Per la cronaca quella partita la vinse il Siena 2-1 con gol di Pecchi all’85’, invasione di campo, ed assedio agli spogliatoi fino a notte. Andò a fuoco l’auto di Guido Parigi Bini, all’epoca capo redattore de La Nazione di Siena.
Quindi questo il programma di autofinanziamento: io pago il pranzo all’andata più l’hotel, Mauro Fanetti, il massaggiatore, paga la cena al ritorno. Oltre a non riscuotere mai lo stipendio mettiamo anche i soldi. Bel programma vero ? Mauro Fanetti, anch’egli vero factotum dell’epoca, è stato un grande, mi aiutava sempre in certi momenti e appena possibile cercavo, a piccole rate, di restituirgli i prestiti prima possibile. Però restavo sempre fuori io.
Piccola memoria su Mauro Fanetti. Memore del suo passato di dipendente della Rosticceria Vitti, dove aveva fatto di tutto, dal cuoco alla preparazione di tartine e crostini, ogni volta che dal bordo panchina balzava in campo per soccorrere un calciatore gli gridavo “Mauro, e ‘un so’ salciccioli….!”. Ilarità generale a bordo campo.
Ma a Cava dei Tirreni succede l’inverosimile. Al mattino della domenica arriva il Presidente Ennio Regoli, accompagnato da Emo Biliorsi, che stava tentando di far rientrare in società, ed altri suoi due amici. Che colpo, penso io, l’hotel è pagato. Vado da Mauro il massaggiatore e gli annuncio che la sera non c’è bisogno di niente perché la cena l’avrei anticipata io. Colpo di scena. Al termine del pranzo il Pres mi chiama e, candidamente, mi dice “Stefano, mi raccomando, questi quattro pasti mettili nel conto”. Ma quale conto, non c’è un soldo !?! Richiamo Mauro. Falso allarme, gli dico, stasera paghi la cena, il Presidente è ospite nostro. Roba da matti.
Mi dicono che queste vicende si stanno ripetendo anche oggi, il personale di sede e stadio non riscuote da mesi lo stipendio e con qualche denaro, rimanenza di non si sa cosa, si viaggia in lungo e largo. E anche oggi il Presidente è ospite nostro…
Intanto in quelle settimane si era svolto il calciomercato di novembre ed il Siena si era rinforzato con l’acquisto del centrocampista Testa dall’Inter, che l’anno prima aveva giocato in serie B nel Catania. Prestito di £. 5.000.000. Tuttavia avevamo fatto il mercato estivo in passivo e quindi non potevamo attingere da nessun fondo. Quel fine settimana, 15 giorni prima della trasferta di Salerno, la squadra andava in trasferta a Barletta. Rientrai da Milano la notte di venerdì, ma al mattino di sabato mi recai a Firenze alla Lega Calcio per tentare di far avere il visto di esecutività per Testa fin dal giorno dopo. Dopo vani tentativi mi restò una sola cosa da fare: staccare un assegno dei miei di £. 1.500.000 per far giocare Testa. Poi treno da Firenze per Bologna, da lì Bologna Bari scendendo a Trani, coincidenza per Barletta, con arrivo in hotel a notte. Che serate, che tempi, che pazzie.
Altra vicenda incredibile. Mese di Gennaio 1983. Mi chiama il Presidente Regoli. Un nuovo socio del gruppo milanese/romano (tale dottor Luzzi Conti, il cui nome ho ritrovato anni dopo in vicende poco chiare legate a tangentopoli) deve inviare un assegno di £. 12.000.000 in favore della società. Programma: parto in auto per Chiusi Scalo, prendo il treno per Roma Termini, in stazione troverò una persona in fondo al binario con un cartello “Siena”. Mi darà una busta con un assegno. Mi devo presentare con un maglione blu o celeste. Riparto col primo treno per Chiusi, riprendo l’auto e torno a Siena. Il mattino dopo di buon ora sono nell’ufficio di Ennio Regoli, al Palazzo Comunale. Concordiamo la destinazione di questi soldi. Innanzitutto decide di non versarli nel conto corrente della società, in quanto la necessità di rientrare da parte della banca avrebbe reso praticamente impossibile il loro utilizzo. Quindi mi chiede di versare l’assegno nel mio conto personale e di fare una serie di assegni per i pagamenti necessari, incluso il rimborso delle anticipazioni. Faccio quanto mi viene chiesto. C’è un problema. Mentre sto preparando i primi assegni mi chiama il caposala della mia banca per dirmi se quell’assegno lo avevo trovato in regalo nel sapone da lavatrice (il famoso Tide). Praticamente senza fondi. Riesco a malapena a non farmi addebitare le spese e le commissioni. Vado da Regoli. Praticamente l’impresa per avere £. 12.000.000 mi era costata il gasolio Siena/Chiusi/Siena e il biglietto del treno Chiusi/Termini/Chiusi. Invariato tutto il resto. Non ci potevo credere!
Per oggi credo che basti, forse ho esagerato con i ricordi… ma siamo solo a metà campionato e il bello deve ancora venire.
Alla prossima con il rientro in pompa magna di Danilo Nannini ed altre storie.
Stefano
Osti
Che racconto - gioiello, signor Osti... i miei piu' sentiti complimenti. E grazie per tutto quello che ha fatto (e che spero continuera' a fare...) per la nostra Robur !! Tempi eroici e che sembrano ormai lontani 100 anni (eccetto i pagamenti dei presidenti...dove l'ho gia' visto un presidente che non paga una lira??? mah!)
RispondiEliminaCredo che l'attuale ''presidente'' sia il peggiore della storia centenaria della robur. riuscira' nell'impresa di farci arrivare a -15 punti di penalizzazione qst'anno???
Caro Stefano spero che almeno oggi da Mezzaroma tu abbia riscosso, il mondo si è ribaltato chi doveva rimanere è dovuto andare via e chi doveva levarsi di culo è rimasto qesta è la vita ma rimarrà SEMPRE INDELEBILE LA TUA DIGNITA' E IL TUO AMORE PER LA ROBUR
RispondiEliminaGalileo Parri
Dal Toro credo arrivo Gridelli. Anche in quei anni problemi c'e'ne erano. Ma l'attuale presidente gli straccia tutti. Comunque leggere cio che scrive e'un piacere immenso.Grazie a almutanabbi/primo/simone . Wsg
RispondiEliminaBella roba.......da lacrima!
RispondiEliminaLe persone vere scrivono sui blog mentre sui giornali locali fanno informazione...........roba da matti.
Funziona tutto alla rovescia.
Tdf
Grazie! Racconti bellissimi, travolgenti, meravigliosi.
RispondiEliminaFrifidaire.