Le parole
che non ti ho detto

C’è di
buono che questa non è una rubrica giornalista, ergo non è
sottomessa a doveri temporali, appuntamenti fissi, orari e
quant’altro. C’è di male che comunque, per rispetto della Dr.ssa
Nabbi Almuta, perlomeno settimanalmente, tranne lieti eventi (le
elezioni!) o drammi esiziali (le elezioni!) tale rubrica va
soddisfatta ed aggiornata.
C’era
Robur-Riomma. E già qui ci starebbe un capitolo a parte, un richiamo
a fondo pagina, una nota a fianco per chiarire, esplicare,
sottolineare l’affetto che ci lega a quei ragazzi là della
Capitale. Servirebbe perlomeno a chiarirlo al longilineo quanto
maldestro Presidente della Beneamata Robur, che cade con frequenza
preoccupante nei tranelli verbali di scribacchini, pennivendoli e
giornalai, raramente giornalisti, in genere. Quindi Sor Presidé,
cortesemente: lungi da questa rubrica farle la paternale ma la
prossima volta, per favore, si astenga da certe affermazioni, anche
se chi pone certe domande vuol sentirsi dire certe cose.
Anch’io
sovente alla domanda “Che si fa?”
o similari avrei voluto sentirmi dire “Si va
a casa mia e mi possiedi selvaggiamente come fa il saggio giocatore
di Risiko con la Kamchakta, mi struffi tipo rutto soffiato
post-prandiale, m’impasti come una frittella del Savelli”.
Però
raramente le speranze riposte trovavano una granitica concretezza.
Sì, ha capito bene: così come fa la Posta del Cuore di Cioè
con le sue tormentate lettrici, vittime di sbalzi d’umore e girate
di capo generiche dovute all’età, le do un consiglio aggratìs,
non richiesto e scritto pure male.
Se la tiri,
semplicemente: risponda fingendo stolidità a domande realmente
stolte. Fermo restando che poi i maestri di penna redigeranno ciò
che gli aggrada, lei intanto li perculi placidamente con proprietà
di linguaggio e sorrisone indescrivibile. Lo fanno i suoi colleghi,
più o meno immondi che siano, lo fanno i suoi, ed i loro,
stipendiati (molti dei quali non brillano per le qualità sopra
descritte): lo faccia anche lei, perbacco baccone (cit.). Del resto
lo facevano anche le pulzelle di cui sopra, in talune occasioni. Usi
la stupenda, inarrivabile, invincibile formula del “Sì, ma” e
raramente avremo di che lamentarsi delle sue dichiarazioni.
Esempio:
-Vorrebbe entrare nella Società della Roma?-
-Sì, ma ora penso solo alla salvezza del Siena.-
Tautologicamente
perfetta. Logicamente incrollabile. Verbalmente inattaccabile. E gli
intervistatori che, a quel punto, si dovranno in attaccare a
qualcos’altro.
Detto
questo, veniamo al calcio immaginato e pensato. Si immaginava una
partita migliore. Si pensava di poter far risultato. S’è presa
dove il sole batte solo ai maliziosi.
Però. C’è
un però. Ci siamo comunque.
Rouge
Poteva rispondere anche cosi:
RispondiEliminaNo della roma me ne frego.
Non ho capito la domanda
No perche'mi costa troppo
Sono gia'proprietario del Siena. La Roma e'in buone mani.
Ma vaff
wsg
Poteva anche dire: Ma che cazzo di domande mi fate?!!!
RispondiElimina