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giovedì 2 maggio 2013

RIOMMA - SIENA




Le parole che non ti ho detto



C’è di buono che questa non è una rubrica giornalista, ergo non è sottomessa a doveri temporali, appuntamenti fissi, orari e quant’altro. C’è di male che comunque, per rispetto della Dr.ssa Nabbi Almuta, perlomeno settimanalmente, tranne lieti eventi (le elezioni!) o drammi esiziali (le elezioni!) tale rubrica va soddisfatta ed aggiornata.

C’era Robur-Riomma. E già qui ci starebbe un capitolo a parte, un richiamo a fondo pagina, una nota a fianco per chiarire, esplicare, sottolineare l’affetto che ci lega a quei ragazzi là della Capitale. Servirebbe perlomeno a chiarirlo al longilineo quanto maldestro Presidente della Beneamata Robur, che cade con frequenza preoccupante nei tranelli verbali di scribacchini, pennivendoli e giornalai, raramente giornalisti, in genere. Quindi Sor Presidé, cortesemente: lungi da questa rubrica farle la paternale ma la prossima volta, per favore, si astenga da certe affermazioni, anche se chi pone certe domande vuol sentirsi dire certe cose.

Anch’io sovente alla domanda “Che si fa?” o similari avrei voluto sentirmi dire “Si va a casa mia e mi possiedi selvaggiamente come fa il saggio giocatore di Risiko con la Kamchakta, mi struffi tipo rutto soffiato post-prandiale, m’impasti come una frittella del Savelli”.

Però raramente le speranze riposte trovavano una granitica concretezza. Sì, ha capito bene: così come fa la Posta del Cuore di Cioè con le sue tormentate lettrici, vittime di sbalzi d’umore e girate di capo generiche dovute all’età, le do un consiglio aggratìs, non richiesto e scritto pure male.

Se la tiri, semplicemente: risponda fingendo stolidità a domande realmente stolte. Fermo restando che poi i maestri di penna redigeranno ciò che gli aggrada, lei intanto li perculi placidamente con proprietà di linguaggio e sorrisone indescrivibile. Lo fanno i suoi colleghi, più o meno immondi che siano, lo fanno i suoi, ed i loro, stipendiati (molti dei quali non brillano per le qualità sopra descritte): lo faccia anche lei, perbacco baccone (cit.). Del resto lo facevano anche le pulzelle di cui sopra, in talune occasioni. Usi la stupenda, inarrivabile, invincibile formula del “Sì, ma” e raramente avremo di che lamentarsi delle sue dichiarazioni.

Esempio: -Vorrebbe entrare nella Società della Roma?- -Sì, ma ora penso solo alla salvezza del Siena.-

Tautologicamente perfetta. Logicamente incrollabile. Verbalmente inattaccabile. E gli intervistatori che, a quel punto, si dovranno in attaccare a qualcos’altro.

Detto questo, veniamo al calcio immaginato e pensato. Si immaginava una partita migliore. Si pensava di poter far risultato. S’è presa dove il sole batte solo ai maliziosi.

Però. C’è un però. Ci siamo comunque.



Rouge

2 commenti:

  1. Poteva rispondere anche cosi:
    No della roma me ne frego.
    Non ho capito la domanda
    No perche'mi costa troppo
    Sono gia'proprietario del Siena. La Roma e'in buone mani.
    Ma vaff
    wsg

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  2. Poteva anche dire: Ma che cazzo di domande mi fate?!!!

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