Crogiolatevi nei vostri denari, nei vostri silenzi, nel dolore che ci state provocando.
Queste parole, cari Signori, non vi saranno mai dedicate.
Mi sono alzato tardi, è sabato e oggi la scuola può attendere e gli esami iniziano fra un mese
Sono le 8, già di mio non sono un dormiglione, poi ci metti…ci metti l’ansia e la spasmodica attesa di un evento storico, che sta coinvolgendo la città. La Robur stasera può accedere a un traguardo impensabile, io ci credo, ci crediamo tutti, ma ancora non ci rendiamo conto di nulla.
Il viaggio per Genova è breve, tre ore circa e sei là, la partita, il ritorno…mettiamoci dieci ore per soste e traffico: eppure, preparo lo zainetto con una pazienza e una concentrazione che sembro un alpinista in arrampicata!
Il sole splende e sapere che giochi “col buio” consente di dilatare il tempo, che scorre piano e veloce insieme, ti lascia qualche batticuore come quando vedi la ragazza che ti piace. È il bello della passione, quella pura giovanile, che ti mangia il sistema nervoso e che ti fa svegliare col sorriso la mattina o ti fa andare a letto triste la sera.
È l’ora di pranzo, esco e arrivo da mamma. Ho la macchina da poco, ma dalle prime finestre che incontro uscendo, vedo un po’ di bandiere bianconere e qualche sciarpa. Un vicino di casa espone addirittura un “ti AspettiAmo!” con le A scritte belle grandi in rosso. Sogno, e nel sogno mi rendo conto che ho gli occhi aperti e per la prima volta, mi rendo conto che “il Sogno” è vicino e che puoi conquistarlo. Quel Siena, ha condotto un super campionato sin dall’inizio e non ha mai mollato nelle poche difficoltà incontrate, anzi…dopo la vicenda-Martinelli e quel putiferio col Catania, culminato col -1 messo appena prima del delicato Samp-Siena, ha fortificato la squadra, e se prima qualcuno pensava che il Siena si sarebbe sgonfiato, adesso è sotto gli occhi di tutti la rabbia della bestia ferita, che reagisce al torto con tutta la grinta che possiede, con tutto il suo sangue dal cuore ai capillari, con tutte le sue capacità infinite.
Abbiamo Fame calcistica, abbiamo voglia di dire “ora tocca a noi!”. Appuntamento alle 16 nel piazzale della Mens Sana, pullman a non finire, bandiere e cori, ci crediamo!
Con Francesco, un amico, cerchiamo e troviamo il pullman, saliamo e vediamo dall’alto dei finestrini la “marea bianconera” che riempie il piazzale. Spettacolo!
Addirittura, andando in tasca alla superstizione, già sventolano bandiere con un’enorme A e qualcuno ha al collo sciarpe celebrative della promozione. Scendo e ne compro una, dall’immancabile venditore ambulante. Grattatina, ok, ma mi pare palese che stasera scriviamo la Storia! Di che meravigliarsi, quindi?
Anche se, c’è da dirlo, parecchi mi hanno messo in guardia: “a Genova il Siena perde, per festeggiare la promozione in casa con l’Ascoli…” oppure l’immancabile “ma che andate a fa’? tanto tirano a andare di sopra sabato prossimo!”; li ho guardati una settimana, con uno sguardo misto a compassione. Beati voi, che non perdete letteralmente il capo per una passione, beati voi che siete così calcolatori. Ma poi, ma che ne sapete di quello che succederà stasera? Io so che abbiamo una squadra e un allenatore con le palle quadrate, e che fosse per loro, saremmo già lì a giocare. E infatti, tanti tifosi non vedono l’ora di essere sugli spalti di Marassi, in pochi hanno paura di vedere in campo la Robur nel match-verità, sappiamo quanto siamo forti!!!!!!!!! Basta solo che ci diano il pallone. E vedrete!
Il viaggio scorre veloce, e quando arriviamo entriamo dentro. Il tramonto genovese, con i colori caldi del sole che si spegne all’orizzonte esaltati dal profumo della brezza marina, si mischiano ai colori del Luigi Ferraris. Caldo e attesa spasmodica ci mettono il resto.
Stadio pieno, col Genoa che rischia la C1. Devono vincere, e sono corsi in più di 30.000! non ci insultano, tifano, ed è dura farsi sentire in quel catino bollente anche se hai dalla tua tutto l’entusiasmo di questo mondo. Poi, pronti via, il tempo di respirare l’aria immobile e il Grifone va avanti col senese (!) Chini dopo 3’. Ecco, penso, allora avevano ragione a dirmi di restare a Siena. Mah. Vediamo, intanto la reazione c’è, Brivio para su Tiribocchi, i mediani corrono e fremono, chissà. Poi arriva un calcio dal limite e Pinga sul pallone. Il boato stavolta è dal settore senese, la palla è nel sacco e la partita è in parità. Dai!
Il Siena è veemente, sfodera classe e dedizione, non butta via la palla, anzi, prova sempre la giocata. Il Genoa, alle strette, fa quel che può. Quando ormai manca una manciata di secondi al riposo, improvvisamente Taddei viene servito in area, stop veloce e diagonale vincente! Non crediamo ai nostri occhi, vista l’esecuzione perfetta di un’azione corale portata avanti quasi con nonchalance. Intervallo: siamo virtualmente in A. incredibile!
Rientriamo aspettandoci la “sfuriata” dei rossoblù e infatti il primo quarto d’ora dei padroni di casa è un assalto, ma senza polvere da sparo la fortezza bianconera è inespugnabile. Mai in affanno, mai palla in tribuna e via, mai un disimpegno con un minimo di difficoltà; come in una partita a scacchi dove il favorito sta conducendo lo sfidante all’errore, ecco che poco a poco la Robur costringe il Genoa a rompere gli schemi. Difatti, l’1-3 arriva subito dopo una dozzina di tocchi di prima. Marassi contesta, noi quasi non esultiamo, di fronte al Grifone e alla sua Storia (anche quella con la S maiuscola) sembra che stiamo usurpando una scena all’attore protagonista, quando invece i primi a riconoscere che la “cenerentola-Robur” è l’attrazione maggiore sono proprio gli sportivi genoani. Libidine. E la bellezza del rispetto altrui, esplode al triplice fischio finale, con uno stadio che contesta i suoi beniamini e scatena un applauso sportivo alla Robur festante rimasta a far baldoria sotto il nostro settore. Lacrime di gioia e ammirazione, lacrime nel pensare che ce l’abbiamo fatta proprio noi che avremmo dato qualsiasi cosa per vedere anche solo una stagione uno sgangherato Siena in serie B.
Sembra quasi offensivo, inneggiare alla nostra città e alla nostra squadra, proprio di fronte a chi dovremmo ringraziare per aver portato il calcio in Italia. All’uscita, tanti genoani ci salutano, si complimentano per la nostra squadra e il nostro modo di portargli rispetto: vedono nei nostri volti la gioia e l’imbarazzo di non saper come nasconderla in un giorno per loro funereo.
Ripartiamo. Il viaggio è una volata che si esaurisce in una notte sotto le stelle, sotto la Torre del Mangia che ci strizza l’occhio e che svetta nel cielo, dove i bianconeri del passato sono a tutti a festeggiare lassù. La notte abbraccia noi e i nostri canti, i brindisi, i caroselli infiniti e piazze e piazzette del centro in festa, con musica, balli e una baraonda che infiamma Siena. La notte finisce con un signore napoletano in tuta, esausto ma fiero della sua impresa, che all’alba alza le braccia al cielo, vittorioso.
Grazie Paolo De Luca.
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