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martedì 23 luglio 2019

"Angeli e demoni": la scappatoia legale, ovvero il sistema degli affidi

Chi non è caduto dal pero per l'horror di Bibbiano è stata la Associazione "Finalmente Liberi", commissione d'inchiesta nata nel 2013 per iniziativa di Federcontribuenti di Verona, che da anni tenta di far capire come funzioni la agghiacciante procedura giudiziaria e la politica degli affidi in Itaglia.
Uno dei membri della commissione è l'avvocato Francesco Morcavallo, che, dopo un passaggio presso il Tribunale dei Minorenni di Bologna, dette le dimissioni dal proprio incarico, dopo quasi 4 anni di mandato.
Fece scalpore anni fa un'intervista di Morcavallo rilasciata a Panorama, nella quale clamorosamente denunciava i vizi del Tribunale di Bologna e del sistema intero, che resero insopportabile il suo lavoro.
Secondo Morcavallo, il Tribunale, composto da 7 giudici togati e ben 30 giudici onorari (di cui possono far parte psicologi, medici, sociologi, assistenti sociali), componeva i propri collegi giudicanti sulla base delle opzioni manifeste dei giudici, che dovevano essere quelle gradite ai servizi sociali, ovvero favorevoli all'allontanamento del minore. Allontanamenti che trovavano la base in due grandi cause: motivi economici ed "inadeguatezza" dei coniugi, segnalata con totale discriminazione dai servizi sociali. A fronte di una bassissima percentuale di casi di abusi (5% spesso segnalati con lettera anonima, negli anni di mandato di Morcavallo), bastava che i servizi sociali segnalassero che i genitori fossero "troppo concentrati su se stessi" (sic!) che scattava in automatico la misura di allontanamento dalla famiglia. E siccome per legge l'allontanamento è misura provvisoria, la beffa è che non ci si può appellare contro di essa! Il tutto condito con un lapalissiano conflitto di interessi, dal momento in cui i giudici onorari si trovano spesso ad essere sia il soggetto giudicante, sia il soggetto aggiudicatario del minore in affidamento, con conseguente immane giro vizioso di denaro. Ed il ruolo dei servizi sociali diventa preponderante anche alla fine della filiera, in quanto sono loro (e non il Tribunale) che devono dire in quale istituto e/o famiglia andrà collocato il minore.
Una follia, regolata per legge: Legge 184 del 4.05.1983, modificata dalla Legge 149 del 28.03.2001. Che di per sé, come tutte le leggi, ha anche buoni spunti. Ma lascia davvero troppi spiragli per l'intervento decisivo di figure quali terapeuti ed assistenti sociali, che si trovano ad avere un potere totalizzante sulla vita del minore e della famiglia naturale.
Sostiene Marcavallo a proposito di Bibbiano: “Non sono vicende né nuove né limitate. In Val d’Enza c’è stata la particolarità che una procura solerte ha indagato, ma questo problema è nazionale. Il primo problema è il perché i bimbi escono dalle loro famiglie. Se si consente questo al di là di specifiche situazioni di emergenza si creano anomalie: affidamenti agli amici, compravendite, adozioni mascherate con affidamenti sine die, spostamenti da affidari più poveri a più ricchi. Non è così che può funzionare. A Bologna chi ha denunciato questa situazione è stato continuamente ostacolato, anche gli operatori del servizio sociale. Non pensiamo siano tutti aguzzini, ma non pensiamo che siano scevri da responsabilità gli uffici giudiziari. Non c’è nessun supporto normativo che giustifichi un prelievo contro la volontà del bambino. È paradossale che in situazioni di disagio sia sociale sia economico si intervenga con strumenti autoritativi che sono simili a quelli dei regimi totalitari".
Insomma, pensate quante devastanti criticità pervadono il mondo degli affidamenti (che Morcavallo nomina come "scippi").
C'è il grave problema del sotto finanziamento delle politiche sociali, avvenuto ormai da decenni a questa parte, che ha portato ad una generale esternalizzazione dei servizi alla logica del massimo ribasso per minimizzare i costi, con conseguente scarsa qualità del servizio, una sfumata distinzione fra la figura dell'operatore professionale e del prestatore di servizi. Il tutto condito da episodi di scarsa vigilanza (per dolo e/o negligenza?) da chi era incaricato, nell'assenza di poteri sanzionatori degli ordini professionali.
Parliamo quindi del fenomeno della rilevanza degli interessi privati tramite finanziamenti pubblici. In un settore così delicato non dovrebbe essere consentito di impiegare pubblico denaro investendo di responsabilità formative e di supervisione esperti scelti nell’ambito privato senza una certificazione di qualità che risponda a criteri oggettivi. Questo problema riguarda di certo Hansel e Gretel, il cui direttore dott. Foti ha sempre proclamato a gran voce la sua estraneità rispetto agli orientamenti della comunità scientifica (vedi Carta di Noto) che considera anzi contrari all’interesse dei bambini. Capita spesso di constatare come nell’area psicosociale i riferimenti formativi vengano scelti non tanto a partire dalla consistenza scientifica dei contributi proposti ma da orientamenti e da preferenze arbitrarie e soggettive, senza considerare il peso delle evidenze in grado di sostenere e di giustificare le valutazioni e le procedure che vengono a volte “avventurosamente” e più o meno scriteriatamente consigliate. Come forse è capitato nel caso Angeli e Demoni: errori gravi nelle modalità di ascolto, errori gravi nella identificazione dei segnali interpretati come indicatori di abuso, errori gravi nei criteri di allontanamento dalla famiglia. Dispiace che questi cattivi insegnamenti siano stati finanziati con denaro pubblico, con il rischio di screditare anche i tanti operatori che operano con dedizione, competenza e professionalità in un settore al quale sono delegate responsabilità così importanti.
Esiste l'agghiacciante tema dell'intervento pesantissimo dello Stato come "padrone" dei bambini, scavalcando la potestà dei genitori naturali. Un tema delicatissimo, che da anni si sta giocando soprattutto sul piano legislativo, attraverso la tendenza allo spostamento dell'asse dalla cosiddetta "protesta genitoriale" a favore dell'espressione "responsabilità genitoriale", ciò che potrebbe far presupporre che il genitore non abbia più alcuna potestà sui figli, ma solo la responsabilità davanti allo Stato, che diventerebbe il reale padrone dei figli, come nei casi di affidamento.
Ed infine, ultimo ma non ultimo, il tema a nostro avviso più grave, sul quale Morcavallo indugia più volte, ma che trova ancora oggi pochissime voci di sostegno. Fateci caso, quando si parla di figli strappati alle proprie famiglie, si parla quasi sempre di famiglie povere, mai benestanti. In un sistema che somiglia clamorosamente ai desaparecidos sudamericani degli anni '70 (con la differenza che allora si trovavano mostruose dittature fasciste e qui un mondo progressista liberal e colorato rapace e non tanto diverso nella sostanza dalle prime), qui il colpo non è stato dato solo alle "famiglie naturali". No, è toccato solo alle famiglie delle fasce popolari (operai, casalinghe, disoccupati, precari), senza possibilità alcuna di interlocuzione e confronto con il Potere del sistema. In quelle fasce sono avvenuti i suicidi, i lutti, i drammi psicologici, le vite distrutte. Niente di tutto ciò è successo nella fascia dei Bravi, gli psicologi, i politici che hanno sostentato il sistema, i media che non hanno mai parlato. Ed è ora che anche questo livello venga toccate dalla loro merda.


"Bibbiano è l'estrema sintesi dei mali del nostro tempo: neoliberismo miscelato a una buona dose di malthusianesimo"
(L'Intellettuale dissidente, 20.07.2019)

4 commenti:

  1. Le storture di un sistema vanno investigate, denunciate e per quanto possibile risolte, ma la mia sensazione è che da noi come al solito si finisca per fare di tutta l’erba un fascio, con il rischio di mandare a puttane un sistema civile di protezione sociale. È ovvio che la maggioranza dei disagi nasca nelle sacche di povertà, ma ridurre la constatazione ad un ennesimo tentativo di rivendicazione di classe è ridicolo. Il sud e non solo è pieno di ragazzini sbandati, figli di tossici o di donne dedite a professioni antiche che comportano tra gli inconvenienti pacchettate di bambini ingestibili. Gli affidatari solitamente sono delle persone generose che si accollano l’onere di accogliere bambini con enormi problematiche. A volte riescono a regalare a questi bambini un futuro migliore, altre volte non ce la fanno.
    Sicuramente tra le figure professionali coinvolte ci sono stati dei pazzoidi delinquenti che si sono sentiti in grado di poter decidere delle vite degli altri in un delirio di onnipotenza, scoprendo poi che ci potevano mettere su anche bei soldi. Per favore però, cerchiamo di estirpare il marcio, ma salviamo quello che è sano nei servizi sociali, altrimenti finiremo per distruggere un altro pezzo di Italia non avendo nessuna idea di come ricostruirlo.
    AB

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    1. Che tu giudichi come "ridicolo" la rivendicazione di classe mi dà conforto e forza per andare avanti: evidentemente, sono nel giusto. Chissà se mai, nelle famiglie non del Sud e della upper class, ci siano violenze familiari... No, non mi pare, agli atti non risulta.
      Se leggi ciò che io scrivo, ESATTAMENTE come te nell'ultima parte, desidero ribadire che non si parla di interi settori (es: servizi sociali) da smantellare, di ideologie da distruggere, di pratiche da eliminare, ma di semplicemente di gente "problematica", che andrebbe messa al bando. Orbene, il problema è tutto qui, cioè che non solo esse non sono state messa al bando, ma anzi hanno ricoperto ruoli essenziali, dando ad erodere la fiducia di uno di quei pezzi di Itaglia che rischia di non esistere più. Tutto ciò non perché si rischia di fare di tutta l'erba un fascio (alalà), ma proprio perché esistono delle falle immani in una questione fondamentale da gestire in uno Stato di diritto, ovvero la tutela dei minori. Per tale motivo, il problema a mio avviso è di SISTEMA, perché di Bibbiano ce ne potranno essere 1 milione, se si continua così. O forse ce ne sono già state... Per cui, estirpiamo il marcio, concordo.

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    2. Non sono le rivendicazioni di classe in assoluto ad essere ridicole, è in questo caso che mi paiono ridicole (ovviamente si tratta di un’opinione personale e di una persona che ti sta anche epidermicamente sulle palle). Chi ricorre ai servizi sociali, o ci casca dentro è chiaro che parta da una situazione di indigenza, di bisogno o di incapacità, così come è chiaro che il figlio problematico di un miliardario finisca più facilmente in un collegio svizzero piuttosto che a Bibbiano. Finirà come al solito che chi ha seguito distrattamente la vicenda oppure se n’è proprio fottuto, veda il nostro grande ministro dell’interno scendere in campo e si convinca che è arrivato per impedire il ratto dei figli dei “poveri” da parte dei rapaci psicologi del piddi. Siamo un paese di santi, navigatori e manipolatori, geni solo del male.
      AB

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    3. Perché sulle palle? Assolutamente no, perché altrimenti non ti risponderei nemmeno. Non riesco a capire cosa c'entri in questo caso il ministro dell'interno e gli psicologi del PD: del PD sono i sindaci al momento indagati, bisogna farsene una ragione. Del PD è il sostegno, morale e finanziario, a chi eventualmente abbia creato questa tragedia, del PD è il silenzio sui fatti, del PD sono le promesse di querela del suo capoccetto in caso se ne discuta. Ed infine, le sevizie e le violenze sono assai numerose anche all'interno delle famiglie upper class, fidati. In questo caso (e molti altri) non esiste gente che ricorre ai servizi sociali, sono i servizi sociali che intervengono, non c'è necessità di ribaltare la realtà. Ergo, se i servizi sociali intervengono a tappeto su talune famiglie, lo potrebbero fare anche per altre, evidentemente. Il perché non si trovi in queste inchieste una (1) famiglia benestante implicata è abbastanza curioso: da qui il mio ragionamento che giustamente chiami di rivendicazione di classe.

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