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mercoledì 13 marzo 2024

Il DG (seconda puntata)

Arieccoci qua, a parlare delle Eccellenze che l'ing. Montanari assolda per le sue grandi squadre di football. Oggi finiamo l'analisi di Gino Montella, attuale DG della Victor San Marino.


Ieri vi abbiamo narrato, attraverso la sua penna, il cv del nostro eroe. Il quale, in carriera, avete visto accompagnarsi a fior fiore di presidenti, da Pieroni a Preziosi. Qualche retrocessione, qualche fallimento: ci sta. Oggi approfondiamo un evento che a nostro avviso potrebbe essere di grande importanza anche in riferimento agli accadimenti dei nostri territori.

Qualche anno fa Montella e consorte furono indagati dalla Direzione Investigativa Antimafia perché coinvolti in attività usuraria. Vabbuò, fino a qui niente di male, siamo in Itaglia ed a queste cose nemmeno più si fa caso. Interessante un trafiletto sui quotidiani del tempo che così recitava: "Le investigazioni hanno peraltro acclarato come gli autori dell'attività usuraria svolta fossero collegati da rapporti con pregiudicati anche appartenenti al Clan Zullo, operante a Cava de' Tirreni". Oibò...

"Non ho mai conosciuto nessuno del clan Zullo", tuonò al tempo Montella. E meno male, aggiungiamo noi, visto che 'sti Zullo non paiono proprio degli stinchi di santo. 

Il Clan Zullo è di Cava de' Tirreni (città di Montella) ed è clan della camorra, come qualche antisemita pm ha osato ipotizzare. Già, perché nel 2020 ai danni degli Zullo fu organizzato un vero e proprio maxi processo in loco, con richiesta di 260 anni di carcere per estorsione, usura aggravata, falsa testimonianza, spaccio, associazione di stampo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, ecc ecc. Quisquilie. Oggi i processi sono sempre in piedi, ma per qualche Zullo è già volata la sentenza di colpevolezza.

Tanto per darvi un'idea della meravigliosa attività degli Zullo, segnaliamo uno stralcio di un articolo di un quotidiano locale del 2002 (gli affari evidentemente gli Zullo li fanno da qualche anno...): "Nella sua abitazione a Cava de' Tirreni, Lucia Zullo aveva realizzato il quartier generale dell'organizzazione. Da lì dirigeva tutte le operazioni per smerciare la droga ai diversi acquirenti, numerosi in tutta la provincia di Salerno. Cocaina purissima, importata da Caracas ed in genere dal Sud America, ma non solo, in quanto acquistava grossi quantitativi di stupefacenti anche da altri trafficanti. La sua attività la svolgeva in prevalenza per telefono, per contattare i fornitori e gli acquirenti. Proprio le intercettazioni telefoniche in corso nell'ambito di un'altra inchiesta, sempre per droga, hanno portato alla scoperta del clan capeggiato dalla Zullo. La difesa aveva sostenuto l'inutilizzabilità di quelle intercettazioni, perché acquisite nel corso di un altro processo, ma è stato un tentativo vano: quei colloqui hanno inchiodato gli imputati alle loro responsabilità. Nell'ambito dell'organizzazione, i vari esponenti avevano ruoli precisi: alcuni si limitavano solo a spacciare, altri anche a reclutare nuovi clienti. Vi era, poi, chi aveva il potere di esigere, anche con la forza, il pagamento dei crediti, ma alla fine tutti dovevano rendere conto alla Zullo delle attività svolte ed a lei dovevano consegnare i guadagni. Il marito, Eugenio Avagliano, alla fine è stato «sostituito» negli affari, e soprattutto nel cuore della "zarina", da Ben Mamoud Abdelaziz, il pericoloso tunisino, già arrestato in precedenza per due tentati omicidi e condannato per lesioni. Sesso ed affari, un binomio indissolubile per la "zarina". In entrambi i casi l'attività era frenetica. Si preoccupava di piazzare la «roba», ma quest'occupazione non la distoglieva dai suoi amanti. Intercettazioni piccanti hanno dimostrato che ne avrebbe avuti molti, ma alla fine Ben Mamoud Abdelaziz ha preso con la forza il posto del marito. Infatti, Eugenio Avagliano, che con Abdelaziz ha condiviso prima la donna ed ora la stessa pena a 6 anni di reclusione ed al pagamento di 20mila euro di multa, è stato cacciato di casa, pare dopo essere stato picchiato. Il tunisino ha, poi, preso il posto di Avagliano anche nell'ambito dell'organizzazione, ad esempio per esigere i crediti, facendo uso anche della forza nei confronti di chi non pagava o ritardava nel versamento delle somme. Lucia Zullo era una donna risoluta, un vero capo, che non delegava le decisioni più importanti della sua fiorente attività, ma utilizzava i vari collaboratori, piazzati strategicamente, per i diversi ruoli, scegliendoli in base alle «capacità» dimostrate sul campo. E così, teneva in pugno gran parte del fiorente mercato della droga a Salerno. L'inchiesta sulla "zarina" della droga portò successivamente a numerosi arresti di pusher".

Oh, meno male che Montella, DG del Victor San Marino di Montanari, ha detto di non avere mai conosciuto questa gente. E meno male che Montanari è un grande presidente.

2 commenti:

  1. Interessante. Molto interessante.
    Intanto quello birbo, cattivo, psi'olabile, che menava i gioattori, con la Juve Stabia è a +9 sul Benevento a -7 partite dalla fine.
    Fino a che esistette una parvenza di Società, l'anno passato eravamo sempre tra le prime tre, mi divertivo e ce la giocavamo fino alla fine.
    Grazie Guido, tutto il bene!
    Ras Trello

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    1. Oh, non nominare Satana eh! Chissà se un giorno qui non si scriva qualcosa anche su Santo DS Salvini... Al-Mutanabbi

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