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domenica 31 ottobre 2021

La domenica di Franco. La polvere del branco

Oggi una perla di Battiato, a mio avviso molto molto attuale per le tematiche affrontate.


"La polvere del branco" fa parte dell'album "Apriti sesamo", quello in cui a mio avviso Battiato ha voluto condensare - in parte riuscendoci - un percorso lungo anni. Ed in questa canzone si chiarisce più di un concetto.
Anzitutto si chiarisce il concetto di libertà. Libertà da qualche cosa, in generale da tutto ciò che è terreno e materiale. Al contrario, i legami e le catene con cose (in questo caso le nostre abitazioni come esempio) e persone ci inducono ad entrare nel branco, nel gruppo che alza solo polvere. Ed una volta lì dentro, la nostra capacità di comprensione e di coscienza si annienta, appunto inglobata da una nube di polvere all'interno della quale ci dirigiamo verso una direzione non distinta. Diventa quindi difficilissimo vivere bene su questa terra, in questo transito, condizionati come siamo da false opinioni dettate da un potere che ci vuole come fa a lui più comodo. Incredibile fotografia di quanto stiamo vivendo negli ultimi anni.
Non a caso Battiato cita, proprio all'inizio del brano, due entità - Tulku Urgyen Rinpoche ed i Seekers of the Truth - che per molti anni della sua esistenza hanno rappresentato un esempio di come si debba tentare di ricreare la Verità. "Cercatori della Verità" si definirono Gurdjieff e i suoi amici studiosi che viaggiarono tra monasteri e templi dell’Asia e dell’Africa durante gli anni giovanili dell’occultista armeno. I viaggi intrapresi avevano lo scopo di attingere alle radici della tradizione esoterica. In particolare la loro speranza era di trovare la misteriosa confraternita dei Sarmung, fondata a Babilonia 2.500 anni prima di Cristo. E tra le varie scoperte, durante questi viaggi Gurdjieff apprese molte conoscenze anche dal sufismo, un’altra delle grandi fonti di ispirazione di Battiato. Tulku Urgyen è stato uno dei più grandi maestri buddisti che ha insegnato per anni le vie pratiche per il risveglio mistico degli individui ed è stato per Battiato una vera e propria guida personale.
Ma a mio avviso impressionante è la descrizione che Battiato fa della morte, andando a raccogliere una serie di spicchi di descrizione della stessa, disseminati in tanti anni di carriera.
La morte anzitutto non è una fine ma è un nuovo inizio, trattandosi di un transito da un punto di coscienza ad un altro. Addirittura, come Battiato ci descrive nel suo film documentario "Attraversando il bardo", la morte del corpo ci proietta in uno stadio intermedio (il bardo, appunto), nel quale dovremo stare per qualche tempo, in attesa di altra ripartenza. L'ars muriendi è quanto di più lontano possa oggi esistere nel mondo occidentale intossicato da ipotesi di vita sanificata e potenzialmente infinita, per cui dobbiamo rendere grazie a Battiato per farci pensare a questo tema che (pare) tocchi tutti noi. Morire non è quindi un problema da accantonare e da affrontare all'ultimo secondo, dato che si rischia poi di esserne sopraffatti. Al contrario, Battiato ci insegna a gestire questo momento, a prepararsi, donandoci intanto una definizione della morte, epica, inimmaginabile, irraggiungibile dal pensiero di una mente umana. Eppure rassicurante, qualora ci si prepari ad affrontarla.
Niente di nuovo sul piano musicale. Melodia splendida, piacevolissimo il tappeto di tastiera e pianoforte che accompagna la prima parte della canzone, quella della descrizione del branco; quasi a identificare la nube entro la quale si muovono milioni di persone incoscienti. Salvo poi rallentare e sospendersi nel momento in cui si parla della morte, entrando in una zona rarefatta, come per illustrare questa realtà impervia ed immensa al di là del velo che non possiamo sollevare.


Do you know Tulku Urgyen? Have you ever heard of him?
Do you know the Seekers of the Truth? Have you ever heard of this?
Ci crediamo liberi ma siamo prigionieri
Di case invadenti che ci abitano e ci rendono impotenti
Ci crediamo liberi ma siamo prigionieri 
Che remano su navi inesistenti
Si solleva la polvere del branco 
Accanita e misteriosa
Ci crediamo liberi ma siamo schiavi
Milioni di milioni di ombre sperdute
Rumorosi andiamo per le strade 
Alzando solo polvere
Millions of shadows walking into nothingness
Ti dico che nulla mi inquieta, ma tu mi dai sui nervi
Ho voglia di appartarmi e di seguire la mia sorte
Perchè morire è come un sogno
Pura, inaccessibile, avvolta in una eterna ombra solitaria
Oscurità impenetrabile, intensa, impervia, immensa
Ha dato vita agli dèi 
Nessun uomo ha mai sollevato il suo velo
Pura, inaccessibile, avvolta in una eterna ombra
Ci crediamo liberi ma siamo schiavi
Milioni di milioni di ombre sperdute
Rumorosi andiamo per le strade 
Alzando solo polvere
Millions of shadows walking into nothingness
Millions and millions of shadows

2 commenti:

  1. A me che sono cristiano insegnano che dopo la morte del corpo ci aspetta una risurrezione, un giudizio, un premio o un castigo a seconda di come ho vissuto. Siccome le religioni sono tante, ognuna insegna una dottrina diversa - Nasce la domanda: quale sarà quella più verace ?

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  2. Io credo che ci sarà senz'altro un altro mondo dopo la nostra morte ...ma un mondo diverso e migliore... Un mondo in cui saremo veramente tutti fratelli! Sono certa di riabbracciare mia madre e mio padre in quel nuovo mondo... e insieme a loro tutte le persone care che si sono messe in viaggio prima di me per questa NUOVA E FANTASTICA AVVENTURA!
    Vivi la vita come se ogni giorno fosse l'ultimo...
    Assaporerai la dolcezza dei tuoi attimi aspettando un mondo migliore!
    Rocchina Marchese ROKY

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