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giovedì 2 luglio 2020

Intellettuali ed esperti

Ha ragione Lele quando dice che la lettura di Pasolini è sempre un autentico balsamo per la mente. E bene ha fatto ad organizzare una serata in Fortezza per parlare di PPP, insieme ad altri interlocutori di grande livello.

Tutto molto interessante, dato che Pasolini è uno che stimola, che apre la testa. Tanti temi che si intrecciano, spesso nell'incoerenza della loro narrazione: meno male!
Un'argomentazione lanciata dal prof Castellana e poi ripresa dal prof Bianciardi mi è parsa particolarmente interessante, se declinata all'attualità dei nostri giorni: il confronto/scontro fra intellettuali ed esperti nell'andare a raccontare la vita che tutti i giorni ci scorre davanti.
All'epoca di Pasolini, egli medesimo, Moravia, Calvino (hai detto niente...) discettavano su temi di attualità sui quotidiani, sui quali avevano una spazio più o meno fisso e sicuramente disponibile. Lo stesso Pasolini descrisse, sulle pagine del Corriere della Sera, un mondo presente ma soprattutto futuro, con una impressionante lucidità e precisione. C'era cioè spazio e voglia per ascoltare ciò che un intellettuale aveva da dire, anche nei modi più provocatori.
I nostri giorni non prevedono attività di intellettuali, che oggi sarebbero forse etichettati come "sfigati" o "tuttologi", con due dei termini più terrificanti che la neo-lingua liberista abbia coniato per chi resta al di fuori delle mode e dei trend più fighi. Pasolini forse oggi si sarebbe suicidato, oppure sarebbe stato ammazzato ben prima di quando successe quella sera a Ostia, chissà.
Oggi l'intellettuale sarebbe sicuramente un complottista, qualcuno che ha l'ardire di formulare ipotesi e narrazioni al di fuori del solco imposto da chi il mondo ce lo descrive, imponendocelo, dall'alto. Oggi, come dice Castellana, comanda l'esperto. Colui il quale, quasi sempre senza ascoltare l'altro, impone una personale visione delle cose, che poi è quella divulgata urbi et orbi dai media mainstreming. Burioni contro Pasolini: pare incredibile, ma è andata veramente così, in un mondo che con grande evidenza non ha funzionato benissimo. L'esperto è insomma colui il quale traduce i diktat della Scienza (quella che ha cannato tutto dall'inizio della pandemia, en passant), contemporaneo Moloch che continuamente richiede e vaticina sacrifici ai poveri cristi, senza dare spiegazioni o motivazioni delle proprie predizioni. In ciò, facendo l'esatto contrario dell'opera dell'intellettuale, ovvero mettere sulla griglia della verifica critica quanto proposto.
Sarei davvero curioso di capire cosa PPP avrebbe potuto scrivere in questi primi mesi dell'anno 2020. Ma poi mi dico che probabilmente è stato giusto così, giusto che abbia vissuto gli ultimi anni della trasformazione antropologica dell'homo italicus, senza verificare cosa oggi siamo diventati. Meglio che non lo abbia scoperto. Meglio che non abbia visto Burioni e Ricciardi.

4 commenti:

  1. Preferisco Flaiano a PPP ma è un bel pezzo, grazie.

    Forza Alejandro!

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    1. Si, effettivamente fai bene a citare anche Flaiano, vista la grandezza intellettuale. E comunque resterebbe sempre in piedi il confronto con l’Esperto Burioni. Al-Mutanabbi

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  2. In questo tempo di “ piccoli uomini” non abbiamo intellettuali o come giustamente scrivi, se pur li abbiamo non siamo in grado di distinguerli da hater, pseudo-giornalisti o commentatori di varia origine. Chi sono per te oggi figure di un livello paragonabile? Pasolini poteva essere odiato politicamente o per problematiche legate alla morale dell’epoca, ma nessuno metteva in dubbio la sua qualità “intellettuale”. Oggi tutti mettono in dubbio tutto ed i riferimenti sono di parte e non riconosciuti come tali da chi la pensa in un altro modo. Te ne dico uno a caso, Veronesi, che per qualcuno è un ottimo scrittore e con i suoi j’accuse sulle politiche migratorie del precedente governo, un riferimento, per chi la pensa diversamente è un cane come scrittore ed un patetico radical chic (main-stream).
    Certo la curiosità di capire da che parte sarebbe andato Pasolini nel 2020 l’abbiamo tutti. Negli anni ‘70 tracciava nuovi sentieri, oggi magari ne avrebbe cercati altri.
    AB

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    1. Mah, oggi per me non esiste un Pasolini. Premetto che per me PPP è scarsamente replicabile, per cui il paragone con lui (per me) rischia di dare sempre come perdente il contendente. Ma probabilmente io sono di parte, perchè a Pasolini do una importanza che forse non ha avuto nella realtà. Sì, la realtà odierna, come disse qualcuno, è fortemente liquida, per cui di punti fermi ce ne sono pochi. Io però sono uno che pensa che ciò sia in fondo positivo, dato che l'avere un qualcuno che indica agli altri la Via l'ho sempre trovato disturbante. Oggi cioè non esiste un PPP, ma tanti piccoli mostri (qualcuno scrive anche su questo blog), che tentano di fornire una comunicazione orizzontale, poco mediata, spesso spontanea. Io penso che sia compito nostro, di ognuno di noi, riuscire a decriptare una linea fra tante. Al-Mutanabbi. PS: vedi AB, che quando ti impegni argomenti e spingi ad argomentare?

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