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venerdì 3 luglio 2020

Il chiaro e lo scuro

A volte piccoli e insignificanti frammenti di esistenza rubati alle giornate di sconosciuti evocano ricordi spensierati, forse felici, di un tempo lontano. Sembra un altro mondo, eppure in fondo è soltanto una vita fa. 


L’uomo di mezza età seduto in veranda era il classico esempio di tipo solitario e se non fosse stata per la presenza del suo peloso cane bicolore, poteva facilmente essere scambiato per un cameriere, tanto il suo abbigliamento si intonava con quello del personale del locale. Dopo qualche minuto trascorso assorto nei suoi pensieri, in cui se ne restò immobile a fissare qualcosa di indefinito davanti a sé, portò il bicchiere di vetro scuro un po’ appannato alle labbra, mentre una gocciolina di acqua cadeva sulla mascherina distrattamente abbandonata sul tavolo, formando una piccola macchia che velocemente si allargò sulla tela candida. L’uomo rimase un secondo ad osservare la stoffa cambiare di colore per poi, con un gesto eccessivamente lento, tornare a guardare di nuovo verso la spiaggia. Sul calar del sole, un cielo turchese chiaro, immenso e senza forma, sovrastava un mondo immobile, stanco e stordito dal costante picchiare dei caldi raggi del sole. Il vento agitava le chiome degli olivi, illuminate dai raggi obliqui e dorati, le cui foglie vibravano cangianti, passando dall’argento al verde scuro come un branco di pesciolini sotto la chiglia di una barca. Dai finestrini di un’auto in corsa, lanciata verso un appuntamento, al quale, molto probabilmente, sarebbe arrivata in ritardo, uscì una musichetta allegra:... ti giuro che l'attesa aumenta il desiderio. Una sensazione di disagio di insinuò sotto la pelle dell’uomo, percorrendogli tutto il dorso, dai fianchi fino alla base del collo. "Perché ad un certo punto, il desiderio scompare?", si chiese fra sé e sé, perdendosi nei ricordi. Un piacevole vento di libeccio, che sapeva di spezie, di liquore all’anice e di balcaniche leggende, solleticò la tela del gazebo, proiettando sul pavimento un vivace origami di ombre e luce. Chiaro e scuro: come l’amore e l’abbandono. 
Sdraiati su di un telo colorato e protetti da una coperta di pigrizia, vicini al bagnasciuga un ragazzo e una ragazza aspettavano in silenzio l’arrivo della notte. L’estate pareva interminabile mentre il giorno scompariva in fretta e una luna perfettamente rotonda saliva altissima. Non c’erano nuvole in cielo. O meglio, le uniche nuvole presenti erano tutte addensate nella mente dell’uomo. Come destandosi da un sogno, il signore accarezzò la testa del suo border collie accucciato vicino a suoi piedi, proprio nel momento in cui, a pochi metri di distanza, la ragazza prendeva la mano del giovane e senza dire niente se la portava alle labbra, come a suggellare un silenzioso giuramento. L’uomo sorrise amaro: "In fondo", pensò, "se il matrimonio è un contratto, il fidanzamento altro non che il compromesso, nel quale per giunta giurare non costa niente". Ancora un po’ e sarete fregati, cari ragazzi. Perché l’amore, quando finirà, non solo vi lascerà da soli come lo eravate prima che iniziasse, ma il suo passaggio vi devasterà come una guerra persa. L’amore è una spia rossa che si accende all’improvviso sul cruscotto della vita, e vi inganna, facendovi credere che sia arrivato il momento di cambiare qualcosa. Perché l’amore altro non è che cambiamento. E il cambiamento a sua volta è rompere con le vecchie abitudini; è novità, è rinuncia. E nessuno purtroppo è disposto veramente a rinunciare a qualcosa, anche se in molti, travolti dalla paura di restare soli, si annientano. Ed ecco perché l’amore non esiste: perché se esistesse, sarebbe una cosa orribile. 
E un'altra fitta gelida lo sorprese da dietro. E questa volta non c’entrava niente la brezza della sera che gli solleticava la pelle arrossata dal sole. Con lo sguardo perso verso l’orizzonte, l’uomo grattò la testa del cane, il quale si destò dal suo torpore per seguire il volo di un gabbiano: "Bello l’amore quando inizia, vero Biancopepe?". Il cane rispose muovendo impercettibilmente la coda, prima di tornare a riprendere il pisolino interrotto. La vecchia torre di avvistamento cinquecentesca spiccava scura in mezzo al mare, nascondendo per qualche minuto la vista dell’ultimo spicchio di sole agli occhi dell’uomo e proiettando sulla superficie tremolante della piccola baia una lunga ombra scura. Pesci piccoli e guizzanti nuotavano indisturbati, immersi in un dorato gioco di luci. "Chissà a cosa pensava Battiato", si chiese ancora l’uomo, "mentre passava l’estate su una spiaggia solitaria e sentiva arrivare l’eco di un cinema all’aperto". I ragazzi sulla spiaggia invece, ignari dei pensieri del loro osservatore, sembravano felici così sospesi tra un "ti amo" e un "per sempre". Ed una piccola nota malinconica, forse velata d’invidia fece capolino fra i pensieri dell’uomo. "Però dai, non è affatto male la solitudine alla mia età", pensò, cercando un pretesto per allietare la sua amarezza. "Soprattutto se paragonata al triste conforto di una compagnia stanca ed insofferente. La gente si conosce, si ama e si viene a noia". Ed è proprio in questo preciso momento, quando sopraggiunge la noia, l’ovvietà e il niente, che si dovrebbe lasciare. Non c’è niente di male nell’interrompere una relazione, quando essa si esaurisce. E perché allora, questa mania di voler allungare l’agonia di una fine, diluendola lungo tutta una vita? Tutto questo accanimento sentimentale ci rende brutti e cattivi. E tutto soltanto perché l’uomo soffre di questa dannata paura della solitudine, alla quale preferisce una vita insoddisfatta piuttosto che un’esistenza serena e indipendente! Stare insieme è un po’ come condividere un osso, rosicchiandolo tutti i giorni cercando di non romperlo. I matrimoni, dopo tanti anni, assomigliano sempre più a tante piccole srl, nelle quali l’unica cosa importante è far quadrare i conti a fine mese e far credere agli altri che tutto vada bene. 
Già gli altri. Poi ci sono anche gli altri a complicare le cose... "Vedi quei due ragazzi Biancopepe?", chiese l’uomo al cane, indicando la spiaggia con un accendino. "Oggi lui osserva la donna e tutto di lei gli fa sesso! Quello che non sa, e che nessuno gli potrà far capire, è che fra qualche anno, un paio di figli, bollette, screzi e incomprensioni varie, lei purtroppo inizierà a fargli senso. E uguale lui a lei. E allora le cose saranno maledettamente complicate per cambiarle ed il tempo a loro disposizione troppo poco. Ci vorrebbero due vite Biancopepe, una per imparare e l’altra per vivere bene. Ci si conosce e si scopa. Punto. Una volta e può anche finire lì. Se invece non finisce e per qualche strana ragione decidiamo di iniziare a frequentare l’altra persona, smettiamo con lo scoparci e iniziamo a farci sesso. Se poi nel conoscersi, subentra una componente emotiva diversa dalla passione e più profonda dell’amicizia, dal sesso passiamo a fare l’amore. Tuttavia, proprio nel punto più alto e intenso della relazione, nel quale tutto sembra eterno, l’amore comincia ad esaurirsi. Giorno dopo giorno, un pochino alla volta. E di conseguenza, col passare degli anni, piano piano si smette di fare l’amore e si ritorna a fare sesso: una volta al mese, magari quando i bimbi sono dalla nonna. Poi però anche quella fase si spegne come una candela, e tristemente si torna a scopare una volta ogni tanto, come due estranei, in maniera meccanica e distaccata, cercando di trovare emozioni nuove in posti oramai troppo conosciuti. Ma la vita va avanti lo stesso, caro Biancoperpe, che ci piaccia o no. E non importa a nessuno se lei all’improvviso smette di dirti "ti amo". Ma poi tu sei veramente così sicuro di amarla? O forse ti senti soltanto ferito da quella mancanza di conferma che le sue parole ti garantiscono? Sarebbe meglio essere come voi cani e non complicare troppo le cose; tanto anche su quei due ragazzi là, prima o poi, calerà l’oscurità, lasciandoli soli nel freddo della notte. Due cose non mi hanno mai tradito Biancopepe: i cani e la mia Robur. Mi fa strano essere qui, in punta al mare, a pensare ad un luglio senza Palio. E mi fa altrettanto strano pensare ad un luglio con la Robur. Domenica ce ne staremo qua, io e te, a guardare vite che si trovano per caso e decidono per qualche tempo di camminare assieme, aspettando che arrivi dal profondo nord una notizia in grado di farci sentire - almeno per qualche minuto - un po’ più in pace con il mondo".

Alessandria - Siena: dopo i mesi del CoronaVirdis, si ricomincia. Giocare di questo periodo - giorno più giorno meno - mi ricorda grosso modo una calda serata di qualche anni fa, nella quale tutto doveva andare in un’altra maniera. Pescara, Pescara, Pescaramanzia non dico nulla e aspetto in trepida attesa qualche buona novella dal Piemonte. Il calcio senza tifosi è soltanto un triste spettacolo di varietà, come "C’è Posta per te" o "Carramba che sorpresa". Questo fa soltanto schifo, il mio è differente!

Che bello è, quando esco di casa.


Mirko

6 commenti:

  1. C'è il rischio che il cervello della maggioranza delle persone sia stato spappolato da questo terrore mediatico con la scusa del virus.
    Staremo a vedere, i segnali non sono buoni.
    Ad esempio io di questo pezzo di Mirko non ho capito una sega, mentre di solito mi garbavano tanto.
    Spero che l'Argentino compri la Robur e che i mostrini finalmente si levino da tre passi.

    Don Diego

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  2. Io, Chiara e lo Scuro. Grandissimo film!
    Beppe S.

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  3. invece di pensà alla segata di stasera(escono facile,si so' belle accordati per tutto),forse sarebbe il caso di focalizzarsi su chi pagherà gli stipendi il 15,non credete?ah,già:pensa a tutto l'argentino,si!come no!!!fate festa,pensate alla salute:biciclettate,passeggiatine,fare l'orto.

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  4. Ovvia siamo fuori la farsa è finita pagare gli stipendi e andersen tutti!!! Viatutti !!!

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  5. VIA TUTTI. INCAPACI SE COME DITE FATE PER IL BENE DELLA ROBUR, ALTRIMENTI IN TRIBUNALE COME I VOSTRI PREDECESSORI. DAL CANTO VATTENE COMUNQUE FAI RIDERE

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  6. Ora basta farse, vendere e rifondare.

    El Heneral

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