Carlo vive (e vi va un pezzo in culo)

Visto che la fine si approssima ogni giorno che passa, cogliamo l'occasione per parlare di una situazione che ci urge segnalare: l'ennesimo nulla di fatto riferito ad una querela inoltrata all'amico Carlo Regina.

Come più volte segnalato, questo blog ha sempre riconosciuto di essersi accodato, quando era comodo farlo, al grande lavoro svolto da Federico, Lele e Carlo e Fratello Illuminato. Che hanno pagato sulla propria pelle quanto scritto in tempi duri (sempre bene ricordarlo) per la libertà di espressione nel borgo polveroso. Ed i cui strascichi continuano anche ora, in piena gestione del coronavirusse. Carlo ha difatti messo ieri su FB un piccolo passaggio della sentenza del giudice, che decreta l'archiviazione della causa.
Leggiamo anzitutto il trafiletto disponibile: "... ad ulteriore dimostrazione che il Regina ha, sì, interpretato ed elaborato, nell'esercizio del proprio diritto di critica, molteplici dati della realtà, che però ha descritto in modo sostanzialmente attendibile e documentato. Per questo motivi l'opposizione, peraltro inammissibile, deve essere respinta, e la richiesta di archiviazione invece accolta".
E ora commentiamo.
Vero. Carlo ha interpretato ed elaborato. Cosa che, evidentemente, si può fare, se contestualizzata ed argomentata e ricondotta a fatti realmente accaduti. Elaborare vuol dire logicamente dedurre, ad esempio. Ed interpretare vuol dire fornire una spiegazione ad una precisa catena di eventi.
E Carlo ha agito nell'esercizio del proprio diritto di critica. Già, perchè la critica, sempre se applicata ad eventi realmente accaduti (i molteplici dati della realtà) non solo si può fare, ma rappresenta un nostro sacrosanto diritto. Diritto sancito, finché non ce lo toglieranno, dalle leggi più importanti dei nostri codici che regolano la civile convivenza.
E sì, Carlo ha descritto la realtà in modo attendibile e documentato. Il racconto di Carlo cioè è credibile e degno di essere ascoltato; evidentemente accurato, basato sullo svolgimento degli eventi e rispettoso delle fonti utilizzate.
Ed infine chiosiamo.
Parlavamo di ennesima soluzione dei veri bloggers contro querele subite per diffamazione. Perchè questa che Carlo narra non è assolutamente l'unica causa vinta. Anzi, lui e gli altri di questi procedimenti ne hanno affrontati un bel po'. Tutti vinti, immagino. Qualcuno, come questo di cui si parla, addirittura stravinto. Viene cioè quasi da pensare che tanti personaggi che conta(va)no hanno utilizzato la clava della querela non tanto per vincere una causa e ristabilire una giustizia alterata da questi rimpicoglioni dei bloggers. Secondo una ipotesi complottista (ma ci hanno appena insegnato che si può interpretare ed elaborare), parrebbe infatti di essere di fronte quasi ad una sorta di avvertimento, di intimazione a non scrivere notizie comunque fondate, con la precisa volontà anche di rompere i coglioni a gente normale.
Già, perchè le cause costano tempo, denaro ed energie, soprattutto se affrontate con tutti i problemi e le ansie che la vita quotidiana ci procura. Per cui, anche quando si vince o si stravince, un po' si perde sempre. Ecco quindi che sarebbe davvero ganzo se ora, finita la burrasca, i bloggers avessero la voglia di riprendere le carte in mano e verificare se non ci fosse la possibilità di ribaltare la mano, ovvero esporre querela per danni a qualche foloso temerario, secondo la bella legge del contrappasso. Danni = risarcimenti. E quando si tocca il portafoglio...