Disattenzione e scuse che finiscono

Stavolta non sono stato attento, ammetto. Sarà per la copertina arcobaleno che mi ero portato dietro, sarà per il match scroccato in tribuna (ove l'aria è moooolto più rarefatta della curva), sarà per le chiacchiere in allegria, sarà per il freddo che ottenebrava le menti, ma non mi era accorto che avevamo giocato così male.

Vero, ripercorrendo il match contro la vomitevole Juventus U23, c'è da incazzarsi. E per tante cose.

Detto e ridetto delle condizioni ridicole nelle quali ci siamo presentati ad un match così importante di campionato nel settore d'attacco, analizziamo le criticità cui siamo andati incontro.

1) Dopo un primo tempo accettabile, nel quale tuttavia abbiamo rischiato grossissimo solo 30 secondi prima di andare in vantaggio per paperona del portiere avverso in seguito all'errore del solito noto di difesa (possibile mai mai e poi mai una partita in panchina?), nel secondo tempo abbiamo avuto il rifiuto del giocare. Capita spessissimo a questa squadra di disputare un tempo soltanto, ma stavolta la situazione era assai più facilitata per una serie di fattori, primo dei quali quello al punto 2. Inaudito che il Siena in vantaggio al Rastrello si faccia mangiare la pappa in capo dalla Juventus B (vomitevole), inaudito che lo faccia in una partita che ci fa schizzare a meno 7 dall'ambito secondo posto, occupato nientepopodimenoche dal Pontedera, a ennesima conferma della mediocrità di questo girone.

2) La vomitevole Juventus U23 ha ribadito la follia di averla in un girone di squadre normali. A mio avviso, presi individualmente, i ragazzotti piemontesi formerebbero la miglior squadra del girone, subito dopo il Monza. Il problema evidentissimo è che però non si sia di fronte ad un gruppo, ma ad una serie di individualisti che tirano - giustamente - a mettersi in mostra singolarmente per allontanarsi in rapidità da questo stato di limbo. Gestiti oltretutto da un non-allenatore, quel Pecchia che ha fatto rifiorire il Verona una volta che fu schizzato via per manifesta inferiorità. Gli spazi che la Robur ha avuto nel primo tempo sono stati l'esempio calzante di quanto sto dicendo, per scarsa attenzione e perché ai baby-juventini interessa poco vincere o perdere le partite. Ecco, questo gruppo incoerente è stato capace di prendere in mano le redini del gioco, stante il nostro imbarazzante immobilismo, fino a pareggiare.

3) Forse complice il terreno di giuoco ghiacciato, si sono notate alcune defiances tecniche e fisiche difficilmente verificabili in un campionato di professionisti. Per taluni componenti la rosa del Siena sta diventano difficile anche stoppare un semplice pallone, oppure smistarlo a qualche metro. Per altri si deve notare una sconveniente silhouette fisica, che deve essere inaccettabile in una categoria di calcio professionistica: se sei grasso pallato, prima perdi peso e poi ti present in campo, non c'è storia. Ragione per cui ci chiediamo se gli attuali punti in classifica, alla luce di quanto stiamo vedendo, non siano anche troppi per la nostra squadra, che pure presenta qualche giocatore che in categoria ci può stare tranquillamente.

4) La conduzione tecnica e tattica della squadra è da rivedere. Abbiamo spoggettato la metà del campionato, ma in casa fatichiamo tantissimo a creare e tirare in porta. In più, nessuna parola di dissenso, neppure velato, sta uscendo dalla bocca di Dal Canto nei confronti della società, a fronte di una vera e propria emergenza sul fronte dell'attacco. Essere aziendalisti non paga, mai.

5) E di tutta questa situazione non si può più dare la colpa, come è stato fatto anche quest'anno, ad una presunta pressione del pubblico senese, come se si giocasse al Bernabeu davanti a 120.000 persone. Ecco, gli ingressi ai tornelli sono stati circa 1.100 lunedì sera (anche troppi visto lo spettacolo), per cui, finalmente, questa ipotetica pressione non può più essere richiamata in bazzica per meri numeri: al Rastrello la gente non va più. Perché si annoia, perché si gioca male, perché spesso si perde. Ergo, scusa finita. 

Ovvia, ora bisogna prendere due attaccanti.