Il primo pensiero che lo colse, mentre aspettava che il cervello rilasciasse le endorfine buone e l’euforia per l’ennesima vittoria esterna della Robur dilagasse nel suo umore, fu che le mancava l’odore del cuscino della sua ex ragazza. Quell’odore antico e domestico, familiare e rassicurante che tutte le notti gli penetrava a fondo dentro le narici, facendolo sentire a casa, protetto ed in pace con il mondo. Poi ricordò quanto le mancasse la sua ex ragazza. "Non avrò mai paura, fin quando alla parola "noi", potrò scrivere a fianco "per sempre", le disse un giorno di ottobre, mentre la domenica svogliatamente raggiungeva il lunedì e nel cortile i rumori dell’estate avevano già lasciato spazio ai silenzi dell’autunno. E ripensando a quel momento, gli venne in mente una terza cosa e sorrise amaro.
È buffo come le gente combatta tutta la vita per uno spazio, sibilò fra sé e sé, e nessuno provi mai a lottare per il tempo, per provare a fermarlo quando tutto va bene. A cosa serve lo spazio, se poi non hai delle ore da condividere con chi reputi importante? Ore che poi diventano giorni, poi settimane, mesi, anni. La Robur vince fuori e pareggia in casa, i citti crescono e le piante cambiano la chioma. Tutto scorre nel solito modo, il mondo pare immobile mentre noi lo percorriamo, liberi di vagare nello spazio ma incatenati ad un tempo tiranno, capace di andare solo in avanti per trasformare le ombre del presente in dubbi del domani e catalogare le certezze dell’oggi come ricordi del passato.
"I giorni non sono tutti uguali", le aveva risposto una volta la ex, spiumacciando il suo cuscino. Nel suo sguardo era passato un velo di qualcosa che sul momento il ragazzo non aveva saputo decifrare. "Io credo che ne esistano almeno due categorie: ci sono i giorni "voglio resta'" ed i giorni "voglio anda' via". I primi sono colorati, i secondi hanno soltanto una serie infinita di sfumature grigie. Ogni mattina mi sveglio, apro gli occhi e ho paura di quel che sarà. Ti vedo alzarti dal letto, sempre di buon umore e mi fai rabbia. Ti osservo andare in bagno sereno e ti invidio. Ogni santo giorno fai colazione in silenzio, mi baci sulle labbra cingendomi la vita con le braccia e chiudi la porta sorridendo. Appena salito in macchina mi mandi un messaggino, sempre diverso, sempre carino. Ti vedo dalla finestra sorridere contento mentre tiri fuori l’auto dal vialetto e io vorrei morire, pensando a ciò che provo dentro. Tu, sempre circondato dalle tue certezze ed io, che a mala pena riesco a far compagnia a miei difetti. Rimasta sola poi, siedo in silenzio davanti alla mia tazzina di caffè e aspetto. Aspetto che l’ansia cominci a bussare alla mia porta e l’attesa mi sfianca. Come l’alta marea, arriva lentamente. Prima ne sento il rumore: fiacco e regolare. Un ronzio lontano che piano piano si trasforma in un rombo sordo. È più difficile costruire che avere paura dei terremoti, disse un giorno qualcuno. E di colpo tutto intorno a me comincia a tremare. Poi avverto qualcosa che mi lambisce i piedi, facendomi rabbrividire. Come il pelo del gatto quando viene a sedersi vicino a me sul divano, dopo essere stato in terrazza. Tempo fa mi chiedesti: Perchè quando siedi non tocchi mai i piedi in terra?". "Per paura di sentir arrivare quel freddo gelido che mi blocca il respiro". Non te l’ho mai detto, e non so nemmeno perché lo faccia adesso, ma è per quello che tendo sempre ad appoggiare i piedi sulle traverse. Poi l’ansia dilaga e io mi ci trovo immessa fino alle caviglie. Vorrei scappare via lontano, ma più mi agito e più vado a fondo. Hai presente quei sogni nei quali corri corri ma sei sempre nel solito punto, mentre dietro qualcuno ti sta raggiungendo? Ecco, così mi sento. E poi quel disagio continua a salire, fino a ricoprirmi tutta. La prima volta pensavo di non poter respirare la sotto e ho avuto paura di soffocare. Poi però ho scoperto che nonostante tutto, come fossi ancora in pancia di mia madre, potevo comunque continuare a respirare. E allora, per reprimere la mia voglia di scappare, andavo a correre. All’inizio poche centinaia di metri, poi sempre più lontano. E non essendo un sogno, sentivo che correre mi permetteva di tenere a distanza i miei demoni, come se il disagio non riuscisse a reggere il mio passo. E più correvo e più sentivo i passi del signor malessere allontanarsi. Non so perché sempre più spesso mi trovo a vivere "giorni voglio anda' via", ma so per certo che la colpa non è tua. Anche se da mesi ho smesso di dirti che ti amo. Forse sono solo una grande stronza".
Il ragazzo l’aveva guardata, per una volta serio, dimenticandosi improvvisamente della vittoria del suo Siena contro l’Albinoleffe. E di colpo si era sentito un po’ più vecchio, mentre un vuoto glaciale gli stringeva lo stomaco. "E nei giorni "voglio resta'" invece che ti succede?", le aveva chiesto, accarezzandole una guancia.
"Forse sono matta davvero, sai? E magari ho soltanto bisogno di un bravo psicologo", le aveva risposto la ragazza. "Ma nei giorni "voglio resta'" cucino! Preparo torte, inforno pizza e pulisco il bagno. E poi mi viene di nuovo voglia di farti la pipì intorno, segnare il territorio e difenderti da tutti. Perché difendendo te credo possa difendere me stessa.
"Così come, scappando da me, proverai a scappare da te", aggiunse il ragazzo, tirandola a sé per i fianchi. E immergendo la faccia nei suoi capelli sussurrò, con una parvenza di sicurezza, mentre il cuore gli batteva forte: "Smettiamo di avere paura e torniamo a colorare i nostri giorni".
Albinoleffe - Robur Siena: 0 a 1: no vabbè... La solita storia, che si ripete all’infinito. Non so più nemmeno se essere contento per questi nei tre punticioni ottenuti davanti alla scritta GORGONZOLA, manco avessimo giocato alla Coop nel corridoio del banco dei formaggi, o se invece iniziare a prepararmi mentalmente alle prossime imminenti arrabbiature, visto che giochiamo in casa due partite in quattro giorni, contro squadre amaranto per giunta. E sia giocare in casa sia le maglie amaranto, almeno negli ultimi anni, ci sono sempre rimaste un po’ indigeste. Proposta: ma se il prossimo anno giocassimo tutte le partite in trasferta, magari con una bella seconda maglia rossa vinaccia stinta? Si sa mai che si vincessero tutte!
Robur Siena - Pontedera (Coppa Italia variegata all’amarena): se devo scegliere quale vincere, preferirei fosse quella di domenica prossima. Però fate voi, tanto in campo non tocca certo a me ad andarci. Io me ne starò buono buono al mio posto ad aspettare che torni la primavera.
Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!
Albinoleffe - Robur Siena: 0 a 1: no vabbè... La solita storia, che si ripete all’infinito. Non so più nemmeno se essere contento per questi nei tre punticioni ottenuti davanti alla scritta GORGONZOLA, manco avessimo giocato alla Coop nel corridoio del banco dei formaggi, o se invece iniziare a prepararmi mentalmente alle prossime imminenti arrabbiature, visto che giochiamo in casa due partite in quattro giorni, contro squadre amaranto per giunta. E sia giocare in casa sia le maglie amaranto, almeno negli ultimi anni, ci sono sempre rimaste un po’ indigeste. Proposta: ma se il prossimo anno giocassimo tutte le partite in trasferta, magari con una bella seconda maglia rossa vinaccia stinta? Si sa mai che si vincessero tutte!
Robur Siena - Pontedera (Coppa Italia variegata all’amarena): se devo scegliere quale vincere, preferirei fosse quella di domenica prossima. Però fate voi, tanto in campo non tocca certo a me ad andarci. Io me ne starò buono buono al mio posto ad aspettare che torni la primavera.
Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!
Mirko
Sig Almu buonasera, lei che probabilmente ha contatti con il mondo dell'editoria: per favore faccia dare una tiratina di orecchi a Roberto De Ponti del Corriere della sera che nel suo articolo sulla prossima maglia della nazionale (pag. 45) dice che anche la juventus ha abbandonato le righe bianconere per vestire i colori di una contrada senese....brrrrrr
RispondiEliminaConfermo anzitutto di avere contatti con il mondo dell'editoria. Provvederò alla reprimenda.
EliminaA distanza di un anno e mezzo posso ammettere che ogni risposta è sempre stata qui.
RispondiEliminaDici?
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