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martedì 17 settembre 2019

Siena Va

Un paio di colpi del "Mago Pampanuto" e Siena va, proprio come cantava Beppe di Gaetano nel 1986, prima di dimenticarsi per anni il furgone davanti al campino di San Prospero. Furgone che, nonostante tutto, sopravvisse alla distruzione del campo e alla successiva costruzione del parcheggio, restando fermo immobile per decenni, unica nuvola di certezza in un cielo di cambiamenti epocali.

Due lampi nel silenzio ed il Siena va e torna alla vittoria. Cesarini - Arrigoni e Lecco liquidato. Che poi, se ci riflettiamo bene, è buffo pensare ad un goal di Arrigoni al Rigamonti. Questioni di stile, grafica e fato, credo... E poi dicono che il destino non esiste. 
0 a 2, tutti tranquilli, Siena rinato, guarito, pronto per il Monza. No, no, no frena Lillo se vuoi vendere il ciuco (ne avremo giusto un paio in rosa). Niente di tutto ciò. Abbiamo vinto e siamo tutti contenti, ma da qui a poter certificare d’innanzi ad un notaio che il vento è cambiato e stiamo velocemente puntando verso un porto sicuro (con buona pace di Salvini), ci corre molta differenza. E pensare che basterebbe così poco in questa corrida chiamata Serie C per posizionarci stabilmente nei piani alti della classifica. 
Siena va e io torno ragazzino, mentre in mezzo ai miei genitori cammino per città in una calda sera di fine estate dei primi anni '90, quando per la Siena da Bere c’era soltanto la cannellina della Lizza. Le scuole stavano per riaprirsi o forse erano già aperte e le foglie sugli alberi dal verde gioia viravano stancamente verso un giallo noia. Belle quelle serate di settembre in cui i bambini si fanno accompagnare dai grandi ad acquistare gli ultimi libri mancanti dell’infinita lista e magari salutano timidamente una nuova compagna di classe, conosciuta da poco ma tanto tanto carina. Libri tanti (inutili) e fidanzate pochine. Tanto valeva leggerli allora, quei libri; ma invece… Libri che una volta acquistati venivano incartati con una foderina trasparente prima di essere riposti nello zaino. Siena va e nell’ultimo pomeriggio d’estate prima della riapertura delle scuole, abbiamo anche il tempo per ritornare alunni. Nel mio autistico modo di vedere le cose, dove tutto deve essere perfettamente in ordine e sempre uguale, mi violentavo ad inserire gli oggetti dentro la zaino utilizzando un rigoroso e quasi militare ordine prestabilito, tentando inutilmente di combattere l’entropia che piano piano stava avvolgendo le mie menti con la disciplina della cartella: per primo inserivo il raccoglitore ad anelli blu, la cui grandezza era direttamente proporzionale alla sua inutilità, poi i quadernoni grandi seguiti da libri, diario e quadernini. Ai lati inserivo da una parte l’astuccio e dall’altra l’ombrellino, piccolo e senza punta, proprio come quelli che fanno felici i "simpatici" steward allo stadio. La tasca frontale bassa era il posto del compasso e mentre quella alta ospitava la colazione. Ancora oggi, quando mi capita tra le mani il vecchio zaino delle medie (perché in casa di mia mamma non si butta niente!), risento ancora l’odore della mortadella di Bologna. Con i pistacchi, naturalmente. La colazione veniva rigorosamente avvolta in chilometri di alluminio, tentando di mascherare un fine igienico con il vero scopo delle mattinate scolastiche, ovvero poter disporre di una pallina di carta e stagnola sufficientemente grande e sufficientemente rigida per giocare a calcio in corridoio o in bagno. Gli zaini dei miei compagni invece erano tutti un gran casino e io li guardavo dall’alto in basso, mal celando anche una puntina di disprezzo. Lo so, è difficile mantenere l’ordine all’interno dello zaino per 5+3+6 anni di scuola, ma mi occorreva qualcosa per rimanere vigile e sveglio, mentre gli anni dell’adolescenza passavano, gli ormoni impazzivano e il furgone di Beppe restava fermo immobile nel suo posto. 
"Ma di chi è questo furgone?", chiesi una volta a mio babbo passando da quelle parti. Ma dentro di me già sapevo che era una domanda irrisolvibile, tipo "ma un rumore che nessuno sente fa rumore?" o "lo zucchero viene dalle zucche?". Mio padre sospirando tirò dritto, continuando ad investire quelle poche speranze che nutriva per il mio futuro in libri di testo e antologie. Furgone stramaledetto tutte quelle volte in cui, da grande, trovandomi in mostruoso ritardo e non riuscendo a trovare parcheggio, mi domandavo con ira perché da anni nessuno facesse niente per toglierlo da lì. Passavano gli anni, ma quel mezzo bianco restava sempre lì, a rubare quel posto benedetto che, se liberato, avrebbe forse potuto salvare la puntualità dei miei sporadici appuntamenti galanti. 
Siena va e improvvisamente ci troviamo in zona play off. Col minimo sforzo e il freno a mano tirato. Forse siamo un diesel freddo e ingolfato che piano piano sta ritrovando la brillantezza e lo spunto dei giorni perduti, o forse l’audio lacustre è migliore dell’audio collinare (allora giochiamole tutte fuori!), fatto sta che dopo aver bissato il tonfo casalingo, bissiamo anche il successo esterno, confermando il trend degli ultimi anni che ci identifica come una formazione corsara, più pericolosa lontano da Siena che dentro le mura amiche. Quasi quasi il prossimo anno mi abbono a tutte le partite esterne. 
Finiscono le vacanze, si torna a scuola ed Il Siena vince solo fuori. Ma la colpa non sarà davvero di tutti quei tifosi petulanti, cresciuti chiedendosi perché il furgone di Beppe di Gaetano non si muovesse mai di lì?

Lecco - Siena 0 a 2: in un piacevole pomeriggio di sole, dove la vita pare incastrata fra valli e montagne, anziché leccarci le ferite, lecchiamo via tre bei punticioni, che rinforzano la classifica e rinfrancano lo spirito, tipo caramella balsamica svizzera. Vinciamo e per un attimo abbiamo l’impressione di veder scomparire la nebbia che da giorni aleggiava sul nostro orizzonte. Ma è soltanto una fugace sensazione di libertà, perché ancora la strada è lunga ed il cammino impervio, perché sappiamo perfettamente che prima di trovare la luce abbiamo ancora molte strade buie da percorrere.

Saluti, baci, cordialità e sempre forza Siena!


Mirko

2 commenti:

  1. sono l'unico che si chiede che fine abbiano fatto il buon Beppe di Gaetano e i suoi mitici furgoncini (uno blu, uno bianco)????

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  2. Che fine abbiano fatto i furgoncini non lo so, però so che qualche tempo fa ho visto un volantino pubblicitario "BEPPE DI GAETANO E I PINI MARITTIMI" Onestamente non mi ricordo in che locale cantavano.

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