Più pilu

Riparte alla grande la stagione 2019-2020 della Robur, con la prima amichevole contro una squadretta locale, giocata forse a metà campo per iper-affollamento di squadre presenti a Cascia. Ed appare il nuovo manifesto per la campagna abbonamenti.

Gradevole da un punto di vista grafico, per noi incomprensibile da un punto di vista del messaggio da inviare. Partendo dall'assunto che, secondo esigenze di marketing, un manifesto per la campagna abbonamenti dovrebbe anzitutto invogliare a farli gli abbonamenti; e che poi si dovrebbe comunque inviare un messaggio all'esterno, che coinvolga la strutturazione della società.
Francamente, 'sto messaggio fatico a comprenderlo.
Mi pare che esista un rimando "simpatico" al film "Qualunquemente" di Albanese, con la storia in primo piano di Cetto La Qualunque, che appariva nei manifesti elettorali con mani incrociate e sguardo che bucava l'obiettivo; lo slogan, come tutti saprete, era "Più pilu per tutti", ad indicare una ficcante satira per certi "programmi elettorali" che ancora oggi vanno di moda, soprattutto nel Meridione.
Ora, tutti noi conosciamo la Sig.ra Durio come donna semplice, istintiva e molto diretta: una donna popolare, come garbano a Wiatutti. Fatto sta che, da qualche anno, la Sig.ra Durio svolge anche un ruolo dirigenziale per una società cittadina, che ha visibilità ampiamente pubblica. Se un giorno qualcuno oserà comparare la Durio a Cetto La Qualunque, pertanto, sarà un problema esclusivo della persona fisica. Ma la questione è che in questo caso viene tirata pesantemente in ballo anche la Robur Siena. Già, perché quel "Più Siena per tutti" rimanda clamorosamente a "Più pilu per tutti", con tutte le conseguenze del caso. Noi di Wiatutti siamo i primi a dissacrare, ma tentiamo di farlo almeno con buon gusto; buon gusto che in questo caso ci pare deceduto. Il messaggio è iper-pecoreccio, senza alcun tipo di senso, tentando di essere "simpatici" in un modo anti-estetico. La prossima volta esageriamo allora, se si vuol andare nel contesto metafisico: mettiamo sul manifesto la Durio agghindata in stile Paviglianiti, quello di "Cinico TV", che diceva ignudo "Certamente" dopo ogni clamoroso peto. Se si è deciso di percorrere questa strada, facciamolo fino in fondo!
Ma se quanto sopra descritto non fosse il reale messaggio del cartellone, allora verifichiamo il piano B. Che forse è ancora più grave.
Ciò che colpisce, anche graficamente, è la figura della Durio, inquadrata di quarto in stile James Bond de noantri o di un politico di serie z forzitalista. Figura che si staglia al di sopra di una tifoseria festante, in basso ed in nero, indistinta e poco numerosa. Ecco, direi che l'immagine filosofica della Robur duriana non poteva che essere più azzeccata, nello sfociare quasi inconscio verso il culto della personalità del proprio presidente, a danno della volontà della tifoseria. L'emorragia dei tifosi dal Rastrello, l'apparente disinteresse della proprietà verso questa tendenza sono tutte premesse per l'installazione della figura della Durio sul manifesto. Conta lei, insomma, prima della squadra e dei tifosi. Anche qui, un consiglio provocatorio: che ci si decida, che si cambi nome, che si diventi la Duriese e fine dei giochi.
Se invece il messaggio dell'iniziativa fosse altro, ci scusiamo molto con chi lo ha concepito e con chi lo ha messo in atto. Ma che qualcuno ce lo spieghi, please.


"Vota Robur è un segnale che chiama i tifosi, un gesto che la presidente si merita"
(V. Federico, 19-07-2019)




PS: riproponiamo qui in fondo il manifesto dell'anno passato. A voi intendere se ci sia qualche differenza.